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martedì 11 febbraio 2014

8. La bellezza delle donne anconetane VIII

Giudizi di C. Boito e Carlo Bossi
L’illustre Camillo Boito con quel suo senso d’arte finissimo fa queste originali considerazioni:
“il tipo delle anconitane è singolare: tengono un poco delle romane e un poco, mi sembra, delle veneziane, hanno qualcosa della cascante amabilità di queste . In tale strano contrasto è il sapore della loro bellezza.”
Caro Vriari nel suo libro “Le rive dell’Adriatico” elogia anch’esso le anconitane. “ Le donne leggiadre e benissimo abbigliate – scrive- non hanno nel vestire quell’esagerazione così spiccata nella città più avanzate d’Italia. Questa gente sembra felice , pacifica e facile a divertire; una banda che suoni dei pezzi d’opera, o una compagnia di musicanti girovaghi che facciano echeggiate una frase del “Trovatore” o dell’ “Aida” bastano alla ricreazione d’una serata.”
Ancora
Carlo Dossi, l’aristocratico estesa milanese morto nel novembre 1910 , così ha scritto nelle sue filosofiche nel novembre 1910 così ha scritto nelle sue filosofiche e artistiche “Note azzurre” edite dal Treves.
“Quante imprudenti certi signori mariti! Io, un mio parente e sua moglie parlavamo un dì della bellezza femminile in Italia. Io citavo le anconitane per belle e di parente le calabresi: dicendo delle quali ne descrisse le braccia e il seno. E la moglie “Come?” saltò su a dire: tu hai veduto ciò? Ciò ed altro rispose il parente vanitoso. E la sua moglie gli devess’ero fedele!
Finalmente il letterato prof. Italo Mario Palmarini che fu per qualche anno ospite di Ancona si è espresso in tal modo nel Giornale d’Italia del 20 giugno 1915.
“…..le belle e fiere donne anconitane nel cui grande occhio nero e sulle cui rorie labbra carnose rivie la gaia bellezza greca.”


Ancona Arco di Traiano