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mercoledì 30 dicembre 2020

Bilancio 2020 accesso al Blog

 


Il presente blog in questo 2020 ha avuto dalla sua apertura n.    39766    accessi

La media degli accessi al blog è stata:

I Trimestre  pari a 333

II Trimestre pari a 495

III Trimestre pari a 471

IV Trimestre pari a 289

La media degli accessi annua è di  397    elementi

I Post totali dalla apertura del blog  è pari a 311

I Trimestre  pari a  3

II Trimestre pari a 3.63

III Trimestre pari a 3.25

IV Trimestre pari a 3,25

La media dei post per l’anno 2020 è di  3,25   ogni mese

 

lunedì 30 novembre 2020

La Meridiana, Settimanale di Osimo


  La collaborazione con il settimanale La Meridiana che si pubblica settimanalmente in Osimo porta alla attenzione elementi di storia marchigiana che coinvolgono tutto il territorio anconitano. Sono già state pubblicate note riguardanti il passaggio del fronte e la liberazione di Ancona del 1944, mentre altre sono state dedicate alla partecipazione di soldati anconetani alla Grande Guerra

venerdì 20 novembre 2020

Centro Studi Storici di Agugliano e Castel d'Emilio Novembre 2020

 


Buona giornata cari amici del Centro Studi Storici di Agugliano e Castel d'Emilio questo aggiornamento è importante perché rappresenta novità vere da tenerne conto come mementi nuovi di attività dell'associazione.

Andiamo in ordine:

 

·       Ho verificato che nel nuovo sito del Comune tra le altre associazioni di carattere culturale la nostra era citata ma non c'erano contributi divulgativi allegati come invece ci sono in altre. per questo ho contattato l'assessore alla Cultura per far presente il fatto, la quale mi ha dato il nominativo di chi cura l'aggiornamento del sito. L'ho contattato, ci siamo accordati, ho inviato il materiale divulgativo che riguarda il Centro Studi Storici di Agugliano e Castel d'Emilio, abbiamo fatto le verifiche del caso ed ora il collegamento con la nostra associazione è non solo operativo ma pieno di con tenuti interessanti, compresi i video fatti, soprattutto nel 2020, per ricordare le ricorrenze più importanti delle comunità che vivono nel territorio comunale.

         Una bella e nuova iniziativa che ci riguarda direttamente.

         Questo è il link in cui tutti possono verificare i contenuti   presenti          cliccando sopra il nome della nostra associazione.

         http://www.comune.agugliano.an.it/aree- tematiche/cultura-e-         turismo

·       Prosegue sempre il dialogo von gli assessori competenti, cioè quella alla Cultura e l'altra alla Pubblica Istruzione, in attesa di capire come riprendere l'attività della nostra associazione, anche in merito al fatto che ci sono due progetti bloccati. oltre ai collegamenti con autori locali da riattivare per la presentazione di nuove opere di carattere storico e divulgativo.

·       A questo scopo siamo stati contattati come associazione dalla direttrice della Biblioteca la quale ha portato una richiesta di una maestra della scuola Primaria, referente scolastica per il progetto "Agugliano: un paese da favola". Uno dei due progetti scolastici bloccati da marzo in seguito alla  nota e tragica emergenza del sistema sanitario. La richiesta consiste in un incontro preventivo tramite Web tra la stessa maestra, la direttrice della Biblioteca, un rappresentante del Centro Studi Storici di Agugliano e Castel d'Emilioe i due assessori competenti per capire come tentare di gestire quel progetto nel rispetto delle norme di sicurezza attualmente vigenti. Vi comunico che tutto il materiale che noi abbiamo, cioè il libro dal titolo: " "Agugliano: un paese da favola" è stato presentato ed una copia io l'avevo fin da quando s' erano dovute fare tutte le verifiche del caso. Inoltre, come da accordi presi con Elena Coppari, che ha scritto le storie presenti nel libro ed è anche la direttrice della nostra Biblioteca, avevo preparato una serie di slide per ogni storia delle quattro presenti nel libro, che avrebbero favorito l'apprendimento delle informazioni sulla storia locale presenti nelle storie stesse. Quindi da parte nostra saremmo pronti  per qualsiasi gestione del progetto che si condividerà con la Biblioteca, l'amm.ne com.le e soprattutto con l'Istituto Comprensivo, per la Scuola Primaria, a cui il progetto è indirizzato. Questo incontro si effettuerà tramite Web. Ho scaricato il programma indicato da Elena Coppari che rappresenterà il supporto informatico con il quale incontrarci. E' una esperienza che non ho mai fatto. Faremo delle prove. Vi aggiornerò sugli aspetti tecnici - che ora non conosco - e sulla data definitiva al fine di partecipare, per chi lo volesse.

·       Ultima informazione, anche questa interessante ! Siamo stati contattati dalla Pro-Loco. La richiesta è stata quella di fornire alla stessa Pro-Loco alcune informazioni storiche su Agugliano  che  serviranno per compilare una pubblicazione per la quale tutte le Pro Loco interessate hanno avuto il finanziamento, che servirà come ottimo veicolo di promozione del nostro territorio. Ovviamente questa proposta è stata accolta da parte nostra, come sempre abbiamo fatto. Mi è stata inviata una nota con le richieste specifiche da fornire, che poi sono quelle che noi continuamente comunichiamo, diffondiamo, pubblichiamo sui social. Ovviamente ci è stata correttamente garantita la fonte e la possibilità di "firmare" con il logo del Centro Studi Storici di Agugliano e Castel d'Emilio tutte le informazioni che daremo.

Bene.

L'aggiornamento termina qui.

Sono a disposizione per tutti i chiarimenti e le ulteriori informazioni o precisazioni, o suggerimenti, che vogliate fare.

Un caro saluto a tutti, e speriamo di vederci nella nostra sede, il prima possibile.

Aroldo Berardi

PS: fatemi sapere cosa ne pensate delle informazioni che abbiamo fornito e pubblicate nel sito del Comune. Ripubblico il link del sito:http://www.comune.agugliano.an.it/aree-tematiche/cultura-e-turismo

Anche per queste sono ben accetti tutti i suggerimenti che vorrete fare. Ciao.

martedì 10 novembre 2020

I giorni del Ricordo.


 Ancona e le Marche sono state investite da una polemica in merito al 4 Novembre. Ricordare chi è morto sembra essere un reato. La volontà di distruggere tutto quello che è stato, incapaci di conciliare le proprie idee con quelle delle altre, fissi alla attuazione di ideologie novecentesche falliste e artefici di tragedie e danni immensi rappresenta uno degli aspetti più inquietanti del nostro momento. Ignoranza ed arroganza rappresentano le costanti di in vive collettivo che sembra abbia perso il senso dell'essere, tutto proteso al conseguimento di un proprio potere, o, ancora peggio, animano da rancore e rabbia per la perdita di privilegi che erano dati per scontati.

venerdì 30 ottobre 2020

Ancona, Repubblica Marinara

 


Ogni occasione appare opportuna per sollevare questioni che si possono poi rivolgere a favore di Ancona. Ponendo subito sul tappeto il motivo del cotendere, ci si chiede perché Ancona, nella Storia Italiana, non sia considerata una delle sue repubbliche marinare, al pari di Venezia, Genova, Pisa ed Amalfi e quando sia ingiusto escluderla dal novero di queste repubbliche. Si legge sul Rizzoli-Larousse “Se si vuole parlare di Repubblicheper i Comuni medievali bisogna però vederle come Repubbliche oligarchiche; e spressioni di determinate classi politiche feudali o economiche e mercantili, come avvenne per alcune città marinare; ma anche per queste il termine di Repubblica nell’attuale accezione si può applica, forse, solo per Pisa, giacchè Venezia e Genova eran vere signorie ed Amalfi stava sotto il dominio del vescovo locale.” [1]

Non si può non concordare con il Baldoni quando asserisce che  Ancona, repubblica marinara “è una realtà (e) dobbiamo resuscitarla dinanzi ad un Italia a volte disattenta sui valori storici attendibili. La città di Ancona è stata una Repubblica marinara. Ne fanno fede storici autorevoli. Le galee della Repubblica marinara anconitana. Sempre si legge nel Rizzoli Larousse “contendevano ai Saraceni, ai Normanni ed a Venezia il commercio adriatico. Compresa poi nella Marca, dal 1177 godette delle libertà comunali”[2]

Spazio non vi è in questo lavoro per approfondire questo interessantissimo argomento, che però diamo per scontato. Lo stesso Santini non sembra avere subbi in proposito. Scrive, ad introduzione del suo volume[3] “Emul e rivale della Repubblica veneziane, Ancona, nel secolo VIV si era affermata in potenza nell’Adriatico ed in Oriente, ove ambasciatori, consoli e mercanti avevano attenuto privilegi ed accumulate ricchezze. Accordi, alleanze ed aicizie garantivano il benessere acquistato; milizie di terra e di mare, flotta munita ed armi in gran copia ne tutelavano la libertà ed il prestigio. Prospera e fiorente, la città di accrebbe in tale periodo, si rafforzò e si abbellì e, pur rivolgendo le sue migliori attività ai commerci ed alle industrie, seppe concedere adeguato impulso alle arti, ed alle scienze ed agli studi; sicchè cittadini di ingegno e di dottrina poterono affermarsi, in varia misura, nel campo della politica, nel campo religioso, scientifico, letterario, guerresco. Periodo questo ascensionale, cui succede, nella seconda metà del secolo XIV un ciclo di avversità e di lotte, culminato nel 1383 nella vittoria che concederà ad Ancona la libertà già menomata da un trentennale e più soggezione. Delle vicende tumultuose ed irrequiete che inquadrano questo periodo storico, ne sarà fatto cenno narrando degli avvenimenti anconitani ma solo sinteticamente, che una trattazione adeguata ci condurrebbe assai lungi dal nostro proposito”.[4]

La prosperità di Ancona come repubblica marinara iniziò ad essere compromessa per dissidi interni. Nle 1342 ad Ancona scoppiò una rivolta delle classi meno abbianti contro le classi nobili e le arti maggiori. A differenza delle altre città della Marca che avevano una economia prevalentemente agricola, Acona aveva una economia diversificata ove le classi meno abbienti avevano conquistato posizioni di rileivo nel campo dei commerci e della navigazione. La vecchia nobiltà che teneva da lungo tempo il monopolio degli affari e che basava la sua ricchezza sulle proprietà terriera nel contado, aveva da sempre occupato i posti di prestigio e di dominio nella amministrazione della libera Repubblica. Di fronte a questa situazione, in cui l’inevitabile evoluzione dei ceti inferiori iniziava a minare il potere, mettava in atto tutte quelle misure atte a soffocare le aspirazioni delle clasi popolari che ormai si setniva parte integrante e necessaria ed inostituibile della vita politica ed economica di Ancona. Inevitabile lo scontro. La rivolta scoppioò inevitabilmente ed i popolo prese il potere, uccise una parte dei nobile e molti di questi furogo costretti alla fuga, con l’inevitabile corollario di violenze e saccheggi delle case dei fuoriusciti.

Scrive il Leoni

avidi della vendetta quei nobili macchinarono contro la  Patria (Ancona) ed unitesi al capitan Simone di Corrado il quale era a capo di 300 cavalieri, oltre a molti riminesi e lombardi, per tradimento di acuni dei nostri loro adrent entrarono in città in tempo di notte. Accortesi appena gli Anconitani del tradimento, illuminarono subitamente tuta la città, ed armatesi vennero a zuffa con quei ribaldi. Fu un sanguinoso ed ostinato azzuffamento, ma ventuo giorno furon costrtti i traditori a darsi alla fuga, lasciando 200 morti, in fa li quali ancora il loro capitano Simone.”[5]

Ma la questione non sembra essere finita qui. Nonostante che il Senato di Ancona cercasse di riportare ordne e calma, cercando di superare gli odi, i nobili fuoriusciti  trovarono accoglienza e rifugio presso Maniotto di Messer Thoma di Jesi, tiranno di Rosora.

Irritati gli Anconetani spedirono colà delle truppe e preso d’assalt Rosora a ferro e fuoco andò in ruina, trasportando in Ancona le porte e le campane di quell’odiato castello.”[6]

Ritronata la pace sociale Ancona andò incontro a giorni tristi perdendo per tutto il cinquantennio successivo la propria libertà che conquisto proprio con la distruzione della Rocca di San Cataldo nel 1583.

Il testo che si può prendere a riferimento per questo periodo è quello di Oddo di Biagio, che il Baldini descrive come testimone diretto e parte attiva dei fatti stessi, mentre  Gualteiro Santini lo cita in bibliografia, anche in modo indiretto.[7]

La debolezza di Ancona, che cadde in mano straniere nei decenni successivi, è da imputarsi inizialmente  a calamità naturale. La pestilenza che aveva colpito l’Italia centro-settentrionale non risparmiò Ancona, pestilenza che uccise i  nove decimi della popolazione di Ancona. A tale disastro si aggiunse, il 13 luglio del 1348, un incendio di vastissime dimensioni che distrusse Ancona[8] per la maggior parte.[9] Venne in soccorso Giovanni de Messer Pagnone de Cunis con 300 uomini, da Congoli, che per questa sua benemerenza fu eletto Podestà, che in que clima di disastri, morì dopo tre mesi e fu sepolto nella cattedrale di San Ciriaco. Al suo posto fu eletto Messer Bortole, il figlio.

La rivolta delle classi non nobili, la peste e l’incendio, non potuto contrastare per pochezza di mezzi e eid uomini, avevano così indebolito Ancona che era alla mercè di chi avesse un minimo di potere.

La Marca settentrionale era dominata a quel tempo dal Signore di Rimini Malatesta dei Malatesti e da suo fratello Gualtiero. Questi, conosciuto lo stato di Ancona, anche per l’azione di alcuni Nobili e di alcuni fuoriusciti politici a causa dei fatti della rivolta del 1342,  ed anche grazie  ad accordi segreti ed al tradimento del Comandante della Rocca di San Cataldo, tale Vanni da Tolentino, nella notte fra il 6 ed il 7 dicembre 1848 si impadronirono della città. Alcune case furono saccheggiate, ma Malatesta fece restiture e risarcire i proprietari ed iniziarono una occupazione non tirannica e dispotica.

Fu un episodio importante perché Ancona, che fino al 1342 godeva di ricchezze ed era florida, in pochi anni perse non solo il suo potere economico ma anche le sue libertà; unica città della Marca fino a quel fatal 1348 aveva resisto ai tiranni, ma a causa della rivolta popolare dovuta alla ottusità di una nobiltà ancorata al passato e gelosa delle sue prerogative, alla pestilenza, che aveva in pratica decimato quasi totalmente la sua popolazione e a causa di un incendio che non fu possibile contenere e domare data la scarsità degli uomini rilevandosi quindi devastante,  causa anche di alcuni suoi figli non certo migliori, cadde sotto il gioco del tiranno, nella fattispecie Malatesta dei Malatesti da Rimini, il cui dominio, con la conquista di Ancona, si stendeva da Pesaro ad Ascoli occupando tutta la Marca.[10]

Dal 1348 al 1355 I Malatesta presero ogni misura per potenziare Ancona. Fortificarono e potenziarono la Rocca di San Cataldo, costruirono un'altra Rocca, oggi scomparsa, dove oggi è piazza del Forte, ovvero dove sorgeva Porta di Capodimonte, e, nella cintura esterna di Ancona fortificarono Paterno.[11] Nel 1349, citando il Leoni, si ha notizia della costruzione di un castello “lungo la strada maestra” denominato le Torrette da Liberio Bonarelli[12], che negli anni successivi fu distrutto dall’azione del mare; nell’area vi rimasero un gruppo di case con la chiesa parrocchiale, che conservò il nome delle Torrette.[13] Da queste brevi note sembra, quindi, che l’attuale località delle Torrette abbia questo nome, anche se nel 1860, al momento della invasione sarda la zona era denominata anche “Torretta”.

Data la scasità della popolazione, i Malatesta fecero ogni sforzo per attirare persone in Ancona e ripopolarla: furono promulgati bandi e leggi che accordavano prebende, privilegi ed ogni agevolazione a chi si fosse stabilito in Ancona. Queste predisposizioni stavano avendo successo quando, nel 1349 scoppiò di nuovo la pestilenza, portata sembra dai nuovi venuti, che però cessò quasi subito e non ebbe ulteriori conseguenze.

massimo coltrianri

 

 



[1] Baldoni C. Ancona Repubblica Marinara, in Rivista Marittima, Anno CXXVIII, Novembre 1995, pag. 85 e segg.

[2] ibidem

[3] Santini G., La Rocca Papale di San Cataldo, Ancona, S.T.A.P.A., Via Farina n. 41, Telefono 3-35, Ancona, s.d.

[4] Il testo tra “ “ si intende tratto dal volume del Santini, riportato come se il Santini stesso parlasse a noi ed ai nostri eventuali, che crediamo assai ridotti nel numero dato il tema che andiamo ad esporre, lettori, i ui di 27 di manzoniana memoria sembrano folla rispetto a quelli che noi pensiamo di avere. Questo anche perché la frequentazione dell’”anconitano” medio non lascia scampo a forme anche ristrette di ottimismo.

[5] Leoni A., Ancona Illustrata,Bologna, Arnaldo Forni Editore, 1987. Questa edizione è la copia anastatica delll’opera originale, che così si presenta: “Ancona Illustrata, opera dell’Abbate Antonio Leoni Anconitano, colle risposte ai Sigg. Peruzzi, PIghetti ecc., ed il compedio delle Memorie Storiche d’Ancona capitale della Marca Anconitana etc. dedicata e benignamente accettata fino al 9 novembre 1829, alla Maestà Cristianissima di Carlo X, Re di Francia e di Navarra, Pacificatore della Spagna, Protettore dei Greci, Conquistatore d’Algeri etc., etc, in Ancona MDCCCXXXII, dalla Tipografia Baluffi. Con Supp. Approv.”

[6] Leoni A., Ancona Illustrata, cit.

[7] Bernabei L., Croniche Anconitane, a cura di Carisio Ciavarini (contiene la cronaca dell’Oddo di Biasio (Biagio), Ancona, Tipografia del Commercio, 1870.

[8] Palermo Giangiacomi asserisce che in questo incendio andò perduto l’archivio . “Quindi la storia medioevale di Ancona ha molte lacune, che potranno empire solamente gli archivi di Venezia, Dalmazia e paesi marchigiani”. Giangiacomi P., Storia di Ancona. Dalla sua fonazione ai giorni nostri,Ancona, Libreria Editrice Giuseppe Fogola, 1923, pag 21

[9] Decidere se mettere la descrizione dell’incendio di Oddo di Biagio.

[10] Decidere se mettere la citazione del Saracini

[11] Paterno  descrizione della lovalità

[12] Questi doveva essere un “collaborazionista” dei Malatesta. Scrive Leoni “Non temerei di credere che questo Bonarelli abbia cooperato all’invasione dei Malatesti, perciocché avendo avuto la facoltà di fabbricare un castello con torri sotto gli usurpatori Malatesti, altri non poteva essere che un di lui benemerito confidente; tanto più che è cosa notoria avere i Malatesti donoato varie case a chi coopeò alla sua malvagia e perfida operazione.” Leoni A., Ancona Illustrata, cit., pag.166

[13] Leoni A., Ancona Illustrata, cit., pag.166

 

martedì 20 ottobre 2020

Ancona 1799 Assedio.


 Nota e celebre rappresentazione dell'Assedio di Ancona del 1799 presidiata da truppe repuibblicane francesi al comando di Le Monnier. GLi Assedianti erano di tre confessioni religiose diverse: cristiani (austriaci) mussulmani (turchi) ed ortodossi ( russi.

sabato 10 ottobre 2020

Ancona 1799. Il Riflusso della Marea

 


Ancona non poteva rimanere indifferente alla situazione generale determinatesi nel 1799 nel rapporto di forza tra le Grandi Potenze, Francia de Inghilterra. L’assedio del 1799 ha una precisa data di inizio: la sconfitta della flotta francese nella baia di Abukjir il 1 agosto 1798 ad opera della flotta inglese al comando dell’Ammiraglio Nelson.

Con questa sconfitta si può dire che inizia il riflusso della marea rivoluzionaria che in poco più di un anno e mezzo spazzerà via tutto quello che i Francesi avevano creato e costruito in Italia. Sara solo con la vittoria di Marengo nel maggio del 1800 che i Francesi riusciranno ad imporsi in Italia dando inizio ad una nuova stagione del loro predominio.

La Francia e L’Inghilterra dopo la sconfitta di Abukjir frazionano il loro confronto in tanti teatri: Tra l’estate del 1798 e il novembre del 1799, o meglio il luglio del 1799, momento in cui la sola presenza francese in Italia sarà rappresentata dalla guarnigione assediata di Ancona, è possibile indicare i seguenti teatri geostrategiche in cui le due Potenze si affrontano in Italia: Toscana e le Romagne; L’Abruzzo e il Molise; Il Lazio con Roma e la parte nord della Campania, che allora era indicata come Terra di Lavoro, Napoli, Puglia e Basilicata, Calabria, Sicilia Malta e quindi le Marche. Lo scontro tra Francia e Inghilterra era in realtà la guerra franco-napoletana, in cui la coalizione antifrancese, sostenendo i Napoletani con una coalizione in cui cercheranno di attirare ogni possibile Nazione, cercherà di scacciare i Francesi dall’Italia, annullare le loro conquiste ottenute dal 1796 in poi e ripristinare l’antico ordine. Non è possibile seguire tutti questi avvenimenti nel dettaglio, non essendo lo scopo di questa ricerca; rimandiamo ad altri lavori che, con un carattere di novità, li hanno recentemente trattati.[1]

Abbiamo già visto il ruolo geostrategico che Napoleone e quindi la Francia aveva  dato ad Ancona, e soprattutto quale cornice tecnico-strategica aveva dato all’Adriatico. Contro questo baluardo, nel teatro dell’Adriatico, si doveva rivolgere la coalizione antifrancese

La formazione di questa coalizione, di cui occorre fare cenno per comprendere come mai all’assedio di Ancona erano presenti  mussulmani, ovvero Turchi, ortodossi, ovvero Russi, e cattolici, ovvero Austriaci, nasce proprio al momento della sconfitta francese di Abukjir. Ancona era un simbolo troppo importante per lasciarla in mano francese; non si esitò a formare una coalizione con ortodossi e mussulmani da parte della Corte cattolicissima di Vienna per costringere i francesi a lasciare l’Italia.

 Massimo Coltrinari






[1]Fin dai primi passi, nel 1984, il Dr. Piero Crociati ci ha fornito indicazioni, documentazioni di archivio, riferimenti bibliografici ed altro interessantissimi materiale su questo periodo storico, su Ancona e sugli aspetti militari degli avvenimenti che hanno portato all’Assedio di Ancona del 1799. In particolar modo utili sono state le indicazioni per le ricerche condotte presso l’Archivio di Stato di Ancona e Macerata negli anni a cavallo della fine degli anni ottanta. Queste ricerche, condotte con altri colleghi hanno portato di Dr. Crociati alla pubblicazione di due volumi, per conto dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, in cui vengono descritti gli avvenimenti del periodo del 1798-1799. In una avvertenza per il Lettore, con il titolo “Quadro di trattazione degli eventi del 1799” si legge: “Dopo la ritirata napoletana da Roma la guerra franco-napoletana si frammentò su distinti teatri: narrarla con un ordine cronologico unitario, come pure molti autori hanno tentato di fare, avrebbe indubbiamente il vantaggio di mettere in risalto le interconnessioni. Ma ci costringerebbe a sacrificare non soltanto dettagli secondari, ma anche questioni e snodi importanti. Proprio gli snodi e le questioni che ci consentono di gettare uno sguardo in parte nuovo su questa guerra sottovalutata quanto non fraintesa dalla storiografia politica e militare”. In conseguenza la descrizione degli avvenimenti è fatta in base ai teatri geostrategici che sopra abbiamo indicato, a cui rimandiamo, come detto, per una visione completa degli avvenimenti succedutesi nel 1798 e nel 1799 in Italia, tranne naturalmente quelli svoltesi nelle Marche, di cui l’Assedio di Ancona è il tema centrale di questo lavoro. Cfr.  Ilari V., Crociani P., Paoletti C., Storia Militare dell’Italia Giacobina (1796 –1802) – La Guerra Continentale, Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico,  2001;

Ilari V., Crociani P., Paoletti C., Storia Militare dell’Italia Giacobina (1796 –1802) – La Guerra Peninsulare, Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico,  2001, Tomo II, pag. 796 e seguenti.

 

lunedì 28 settembre 2020

Poesia 1 L'Ape Filosofa

 

L’ape filosofa

Un grappoletto giallo de mimosa,
strappato a un grosso ramo sfiorettato,
1)

durante 'na nottata burascosa,
galleggia sopra a un prato impantanato.

Un'ape vola attorno, ce se posa,
se ferma du' minuti pe pijà fiato,
chiude l'ale e se slonga, goduriosa, 2)
cunnolata dar letto invillutato, 3)

quann'ecco che un ranocchio marcreato, 4)
la guarda e fa:-- Bongiorno, sora sposa,
dìteme un po': che avete scioperato ? --

-- Dentro l'acqua, er cervello, te s'ammoscia --
disse l'ape -- Chi lavora ... riposa
e nu' strilla fregnacce da 'na troscia. -- 5)

1 -...sfiorettato: decorato con molti fiori.
2 -...se slonga: si stiracchia.
3 -...cunnolata: dondolata, cullata.
4 -...marcreato: da mala creanza, maleducato.
5 -...troscia: pozza d'acqua fangosa – L'ozioso abituato a vivere nel
fango si permette di “infangare” il prossimo con la sua maldicenza.

giovedì 10 settembre 2020

Ancona Repubblica Marinara



 Perché Ancona non è considerata fra le Repubbliche Marinare Italiane al pari 
di Genova, Pisa Venezia ed Amaldi?
 Perchè nel Jack della Marina Militare posto a prua di ogni nave
 non vi è lo stemma della Repubblica marinara di Ancona
accanto a quello di Genova, Pisa, Amalfi e Venezia?

martedì 1 settembre 2020

Marco Severini. Programma di settembre

 

NEWS

dall’Associazione di Storia Contemporanea

 

 

 

 


SETTEMBRE 2020

LA FRASE del MESE

«La persona stupida è il tipo di persona più pericoloso che esista».

Carlo Cipolla, Allegro ma non troppo (1988)

 

Gent.me Socie e Soci,

 

dopo sei mesi che saranno a lungo ricordati nella vicenda storica individuale e collettiva e dopo il consueto anticipo di presentazioni svoltesi alla fine di agosto in Trentino, riprendono oggi, giovedì 10 settembre, le nostre iniziative in presenza con due, distinti appuntamenti.

Segnalateci se avete o meno ricevuto il nuovo numero di “Itineris” poiché ci sono stati notevoli problemi con le spedizioni postali: alcune buste dovrebbero arrivare in questa settimana.

Cordiali saluti.

Marco Severini

Presidente ASC

 

1)      Senigallia, giovedì 10, Sala Conferenze della Biblioteca “Antonelliana”, ore 17.00, presentazione del libro di Marco Cassani, La fiera di Senigallia (1458-1869) tra storiografia e apoche comunali (Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche, n. 307, 2020). Intervengono i soci Carlo Vernelli e Marco Severini. NEWS

2)      Ascoli Piceno, giovedì 10, Libreria Rinascita (Piazza Roma, 7), ore 18.00, presentazione del libro di Andrea Pongetti, Non solo un gioco. Le Marche del calcio (Ed. Il lavoro editoriale, 2019). Presenta la Vicepresidente associativa Rita Forlini. Intervengono e dialogano con l’autore i giornalisti Maurizio Piccioni e Andrea Ferretti. NEWS

3)      Senigallia, mercoledì 16, Rotonda a Mare, ore 18.30, nell’ambito della XXII edizione degli “Incontri con la Storia”, presentazione del nuovo libro associativo, Uomini dalla parte delle donne fra Otto e Novecento, a cura di Lidia Pupilli (Ed. Marsilio, 2020). Intervengono la curatrice e alcuni autori/trici dell’opera. NEWS

4)      Terre Roveresche (Pu), domenica 20, Cantina Fiorini, ore 11.00, presentazione della nuova edizione (3a, il lavoro editoriale, 2019) del Dizionario biografico delle donne marchigiane, a cura di Lidia Pupilli e Marco Severini. Presenta Raffaele Papi. Saranno presenti i curatori. NEWS

5)      Senigallia, mercoledì 23, Rotonda a Mare, ore 18.30, nell’ambito della XXII edizione degli “Incontri con la Storia”, presentazione del libro di Marco Severini, Il tempo del silenzio. Lockdown e altri confinamenti (Ed. Zefiro, 2020). Presentano e dialogano con l’autore i soci Omar Colombo e Michele Servadio.   NEWS

6)      Senigallia, mercoledì 30, Teatro La Fenice, ore 21.30, nell’ambito della XXII edizione degli “Incontri con la Storia”, presentazione del libro di Fazio Fabini, I ricordi non salvano le lacrime (Ed. Zefiro, 2020). Partecipano il socio Mauro Pierfederici, l’editore Carlo Pagliacci, Daniela e Roberta Tempesta NEWS

 

lunedì 20 luglio 2020

Il Passaggio del fronte 1944 I combattimenti ad Osimo per la liberazione di Ancona


Dal Diario di Francesca Bonci:
“17 luglio 1944. Lo dicevo io che fino a ieri era andata troppo bene!!! Questa notte è stato un inferno!... I tedeschi ci hanno bombardato per ben quattro ore senza interruzione con bombe di tutti i calibri. L’artiglieria Polacca ha contrattaccato continuamente: si pensi come sono state snervanti quelle ore… Da questa mattina dalle ore 5 sino in questo momento ore 8, c’è più calma da ambo le parti. Sarà preludio di peggiori ore  migliori? Tutti dicono la sua. Chi, che i tedeschi si sono ritirati sopra Falconara e Montemarciano, chi invece dice che si prepareranno per una nuove forte offensiva, insomma una tale baraonda di chiacchiere e previsioni belle e brutte, da snervarci ancora più di quelle che già siamo!
Ore 10. Sono stata a casa contrariamente agli altri gironi, ho trovato solamente Jacob. Alla domanda dove erano tutti gli altri, mi risponde “Tutto fronto, tutto guerra!”
Chi ci capisce è bravo! Gli ho chiesto se andranno via, ma non mi ha risposto a tono, non so se perché non mi ha capito, oppure per - segreto militare – come dicono loro.
Attendiamo gli eventi.
Ore 16 Sono ritornata nuovamente a casa. Pare che i tedeschi si siano ritirati dalla zona di Osimo. Infatti Ludwig mi ha detto che questa sera tardi partiranno e se noi vogliano ritornare a casa non c’è pericolo. Abbiamo deciso io e Lina con Lucidio verremmo a dormire qui.” [1].

Il contributo dei “patrioti” rimane costante durante la battaglia. Innumerevoli sono gli episodi che testimoniano come i “patrioti” riuscivano a dare un contributo fattivo alle operazioni. Paolo Orlandini, ad esempio, scrive,
“Abbiamo tenuto il fronte di Osimo per 18 giorni perché gli Alleati[2] sono arrivati il 6 luglio ed il fronte non è avanzato fino al 18 di luglio, il giorno della liberazione di Ancona. Il giorno 17 cominciò l’offensiva da parte del Corpo Italiano di Liberazione. Una nostra pattuglia catturò un ufficiale austriaco addetto allea fortificazione della valle che comandava direttamente una batteria di mortai distaccata a S. Paolina lui ci disegnò sulla carta topografica tutta la difesa nemica e con quel disegno io andai al Comando Artiglieria polacco. Il colonnello Leon volle subito verificare  se le informazioni erano esatte ed ordinò un tiro di controbatteria verso un’indicazione segnalata: una prima batteria nemica venne distrutta”[3]




















[1][1]  Bonci F., Diario 1944. Il passaggio del fronte ad Osimo 17 luglio 1944, cit.,  
[2] Si intende in questo caso le forze Polacche e quelle italiane del Corpo Italiano di  Liberazione
[3] Matteucci I., La Lapide ed il Cippo di Piazza Ugo Bassi, Ancona, Il lavoro editoriale, 2007, pag. 28