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martedì 31 dicembre 2019

venerdì 20 dicembre 2019

1944. La guerra in casa. 3


Come per il passato, l’obiettivo principale di ogni conflitto recente nelle Marche è la conquista, o la difesa, di Ancona, porto naturale, unico nel medio Adriatico e piazzaforte di notevole valore strategico. Ancona era stata oggetto di una offensiva aerea, con bombardamenti sistematici, a partire dal 16 ottobre 1943, un mese dopo l’armistizio, e dopo che gli alleati avevano preso possesso ed utilizzati gli aeroporti dell’area di Foggia. Ancona aveva subito 183 bombardamenti, alcuni anche navali, che avevano provocato 1182 persone e che avevano distrutto il 67 % delle abitazioni e costruzioni della città. Oltre 58.000 persone, due terzi della popolazione era sfollata nei paesi vicini e nelle campagna. Gli obiettivi principali erano le installazioni portuali, la stazione ferroviaria e le installazioni militari. La difesa aerea sia passiva che attiva, praticamente inesistente. La piazzaforte, da un punto di vista militare, era stata quasi annientata. Ora si trattava di conquistarla e prenderne possesso.
Osimo, e tutti i paesi vicini, temevano di subire, anche in parte, i bombardamenti che Ancona aveva subito; ancora questo non era successo, in quanto non rappresentava, al momento, alcun obiettivo militare. 

Il 18 giugno il Corpo Italiano di Liberazione, mentre il Corpo Polacco avanzava lungo la costa, liberava Ascoli Piceno; il 22 e 23 giugno i  tedeschi sferrano un fronte contrattacco, sempre al fine di guadagnare tempo dando queste battute di arresto all’avanzata alleata, che poi tra il 28 ed il 29 giugno ripiegarono sul Chienti. Il 30 giugno le truppe polacche entrarono a Potenza Picena e Civitanova Marche, mentre gli Italiani entravano a Macerata. Superata la linea del Chienti, la nuova linea era costituita dal fiume Musone, che fu presto investita. Iniziava quella  che in generale si può definire la battaglia per la conquista di Ancona, divisa in due fasi, la prima, detta battaglia di Loreto, 1-6 luglio 1944, o prima battaglia di Ancona, e la seconda, 17-18 luglio 1944, detta seconda battaglia di Ancona.


1 Luglio 1944, Sabato Azione su Loreto, Recanati e Montefano.
Anche se non a diretta conoscenza degli avvenimenti, Francesca Bonci, come quasi tutti gli abitanti di Osimo e della Vallata del Musone capiscono che il fronte non solo si sta avvicinando, ma che sta iniziando una battaglia i cui esiti non sono certi, ma che sicuramente porterà ulteriori pericoli.

Nel Diario si legge:

1 luglio 1944. Abbiamo dormito fuori casa. Lo zio e la zia sono andati dalla sig. Gisella, Lina e Gianna in casa di Iolanda, ora occupata dai sigg. D’Erasmo, sfollati di Ancona (ma una stanza è a noi riservata) e Lucidio è rimasto a casa a far da guardia. La nottata è stata movimentatissima. Continuo passaggio di truppa e continui scoppi. A mezzogiorno siamo rifugiati in casa nostra perché i tedeschi avevano allacciato con le micce tutte le mine della famosa strada. Lo zio è ritornato in ufficio ed ha mangiato dal fattore Quattrini. La zia è andata dalle sorelle e noi quattro a spasso per piazza in attesa..dello scoppio!
Fa caldo, c’è fame e sete e stasera e tutti siamo nervosissimi. Da voci quasi sicure sembra che lo scoppio avverrà stasera ed intanto noi non facciamo altro che rientrare in casa, affacciarsi al balcone che da proprio sulla strada, vedere cosa fanno quei soldati attorno a quei ordigni infernali per poi rifuggire al primo rumore che si sente. Si vedono gruppi di tedeschi per le vie in bicicletta e su carri di civili. Dà l’esatta impressione che fuggano.

Ore 18.00 Io come tutti gli altri, capisco poco di guerra e di battaglia, ma purtroppo vediamo che nella vallata sotto Recanati dal nostro versante è una continua sparatoria di cannone e con il cannocchiale vediamo dei carri armati che, cercano di avvicinarsi. Cosa succederà? Ad ogni colpo di cannone la casa trema!!! E noi siamo sempre pronti per partire.

Ad Osimo arrivano in giornata le prime cannonate alleate provenienti da Montefano. Un comando tattico tedesco viene posto a San Sabino, mentre elementi tedeschi sono appostati lungo via Fonte Magna, mentre batterie da campagna sono  al ponte di San Valentino, a Santo Stefano e a San Biagio. Intorno alle 11 uno scoppio violentissimo in piazza

Le operazioni procedono e inizia ad essere investita Loreto, poi Recanati e poi Montefano
(Pag. 5  Azione su Loreto)
Nel loro movimento retrogrado i Tedeschi nella notte sul 1 luglio 1944 lasciarono le posizioni sul fiume Potenza ed iniziarono un movimento all’indietro che comportò la cessione di circa 30 km di terreno, Il ripiegamento aveva come obiettivo il raggiungimento ed il rafforzamento delle posizioni della line definita Albert, che faceva riferimento al fiume Musone. La posizione dominante di questa linea, per conformità orografica, era Osimo, che aveva come antemurale Castelfidardo e il costone su cui si estende la Selva di Castelfidardo. Chi si assunse l’onere della difesa di questa linea fu la 278 divisione, al comando del gen. Hoppe,  che poteva contare su sette battaglioni di cui sei in linea ed uno di riserva.
A livello reggimentale le posizioni erano occupate, sinistra con il 993° reggimento, al comando del colonnello Paul Broecker, con il I battaglione a destra ed il II battaglione a sinistra nel settore Castelfidardo-Numana (mare), al centro il 992° reggimento, sotto il comando interinale del maggiore Werner Krueger, con il II battaglione a destra, ed il I battaglione a sinistra, nel settore Osimo- Osimo sud, a destra  994° reggimento, sotto il comando interinale del maggiore Rudolf Godorr, con il I battaglione a destra ed il II battaglione a sinistra nel settore San Biagio-Filottrano, che teneva i collegamenti con la 71a divisione.
 Il sostegno dell’artiglieria era assicurato dal 278° reggimento artiglieria, al comando del maggiore von Lonski, in appoggio al 994° reggimento con il suo II gruppo artiglieria ed al 992° reggimento col suo I gruppo e dal 305° reggimento artiglieria, al comando del colonnello Kurt, che con il suo I gruppo dava sostegno al 993° reggimento e con il IV gruppo effettuava la copertura di fuco al centro e sul settore sinistro dello schieramento. I gruppi III e IV del 278° reggimento artiglieria erano ancora assegnati alla 71a divisione, ma avevano il loro raggio di azione nel settore del 994° reggimento. Il CCLXXVIII (278) gruppo controcarri della 278° divisione , al comando del capitano Kurt Knorn, era stato schierato in  due aliquote, alle due estremità del settore di competenza della divisione. L’apporto del Genio consisteva nell’impiego del  CCLXXVIII (278) battaglione guastatori nel settore fra il Musone e l’Esino con compiti generali di creare sbarramenti  ed abbattute  e per creare false installazioni militari. 
In riserva, attestato ad Offagna, il  CCLXXVIII battaglione, con il comando divisione a Montemarciano.. 
La guarnigione tedesca di Ancona, al comando di un ufficiale di Marina, disponeva di numerose batterie di marina per la difesa del porto, del CMIII (903) battaglione da fortezza, composto da elementi della Territoriale per lo più anziani, e del DCLXXVI (676) battaglione di sicurezza, che però non era dotato di armi pesanti e quindi praticamente non impiegabile sulla linea di combattimento.
Il 924° Reggimento da fortezza, al comando del colonnello Seydlitz, presidiava il litorale tra Ancona e Montemarciano, con il rinforzo del CCLXXVIII (278) battaglione complementi divisionale e  del III battaglione del 755° Reggimento della 163° Divisione Turcomanna.

Il punto centrale di difesa, su cui erano schierate queste forze, era Osimo, che per la sua posizione dominava tutte le altre alture circostanti.
Secondo le aspettative del Comando tedesco, si prevedeva che i Polacchi avrebbero attaccato avendo come obiettivo finale Osimo, e si  facevano due ipotesi: l’attacco si sarebbe sviluppato o a sud est oppure a sud ovest di Osimo, per poter investirla sui fianchi. Se l’attacco si fosse sviluppato da Filottrano puntando, con la conquista di Osimo, su Jesi-Chiaravalle, significava che lo scopo ultimo della manovra era l’annientamento della 278a Divisione; Se invece avrebbe attaccato sull’altro versante, allora significava che l’obiettivo ultimo era la conquista del porto di Ancona, essenziale per i rifornimenti alleati. Solo l’attenta osservazione dello svolgersi degli avvenimenti poteva dare una risposta a questi interrogativi.

Il Generale Hoppe, nelle sue memorie, scrive che la Divisione al suo comando presto ebbe percezione di aver sbagliato i propri calcoli. Il rapido balzo all’indietro, messo in atto per guadagnare tempo, sull’ordine di qualche giorno, non produsse gli effetti sperati. Il Comando Polacco non si perse in preparativi ed aveva dato ordine di tallonare i tedeschi da vicino. Questo movimento in avanti fu sostenuto dall’impiego della aviazione tattica, che sopperì al mancato intervento della artiglieria pesante campale rimasta dietro


martedì 10 dicembre 2019

La venuta. La tradizione per la Madonna di Loreto

 Paolo Bonfigli ha messo a sua disposizione la casa sulla costa di Montegallo per accendere il fuco nella tradizione della venuta, per indicare alla Madonna la via per Loreto.
 Don Claudio celebra la Messa
Le foto sono di Giandomenico Papa