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martedì 26 gennaio 2016

Il Movimento scautistico e la grande guerra.

Una nota di Paolo Gissi

Il libro che parla del contributo di Ugo Perucci (Gran Falco) alla nascita dello scautismo Italiano è:
ALLE ORIGINI DEL MOVIMENTO SCOUT IN ITALIA
Contributo per una storia esatta ed equa dello Scautismo italiano 

Scritto da Renato Lambertucci, casa editrice "La corda", via Caselle, 4 - Torino, stampato il 1° dicembre 1953 nello stabilimento Voce Adriatica di Ancona.
I nomi dei Giovani Esploratori impegnati nelle colonne mobilitate del 1916 in servizi ausiliari della difesa del fronte interno sono:

Sezione di Ancona
Predieri Guglielmo
Sezione di Ascoli Piceno
Ercolani Ercolano
Ripanucci Giuseppe
Stipa Giuseppe
Camerinesi Giuseppe
De Angelis Piero
Stipa Lucio
Cosmi Orlando
Sottosezione di Fabriano
Giannantoni Ottorino
Moreo Alfredo
Bargilli Gino
Bargilli Carlo
Scapeccia Marino
Sottosezione di Urbino
Sanelli Arturo
De Mari Giuseppe
L'elenco credo sia incompleto ma questi sono i nomi riportati nel catalogo della Mostra di Venezia e da qui direi di partire segnalando i  nomi alle singole "Zone" invitandole alla ricerca di eventuali nipoti che possano darci informazioni sui nonni.
Direi quindi... buona caccia!!!
A presto
--
Paolo Gissi


L'INVITO E' ESTESO A TUTI GLI SCOUT O SIMPATIZZANTI: CHI AVESSE NOTIZIE O INFORMAZIONI IN MERITO ALLA NOTA PRECEDENTE E' PREGATO DI CONTATTARE IL SOTTOSCRITTO

MASSIMO COLTRINARI
(massimo.coltrinari@libero.it)

lunedì 25 gennaio 2016

Ricerca : Lo Scautismo nelle Marche durante la Prima Guerra Mondiale

Si riporta, come materiali che potrebbero essere utili alla ricerca quanto trovato sulla rete in merito alla  nascita e primi anni del movimento scout in Italia


Da Internet

Le origini del Movimento scout

Il primo esperimento italiano di scautismo fu fatto nella primavera del 1910 per opera di sir Francis Vane, baronetto di Hutton. Si tenne a Bagni di Lucca. Il 12 luglio 1910, con l'aiuto di un maestro locale, Remo Molinari, il baronetto fondò ufficialmente un primo reparto di scout col nome di «Ragazzi Esploratori» (noti su molta carta stampata come Boy Knight, Ragazzi Patrioti, Piccoli Esploratori della Pace, Giovani Esploratori, Piccoli Cavalieri del Mondo), da cui presero origine i «Ragazzi Esploratori Italiani» (REI), sezione italiana degli inglesi British Boy Scouts. Il 6 novembre 1910 il reparto fu presentato a re Vittorio Emanuele III, che villeggiava nella vicina tenuta di San Rossore.
Vane, convinto pacifista, era uscito qualche tempo prima per dissidi dall'associazione scout di Robert Baden-Powell (la Boy Scout Association), che considerava all'epoca troppo legata all'ambiente militare, e nel dicembre 1909 aveva accettato la carica onoraria di presidente dei British Boy Scouts e delle British Girl Scouts; nel febbraio 1910 aveva creato una solida alleanza con la Boys Life Brigade, sotto il nome di National Peace Scouts. Fu a questo punto che il Vane venne in Italia, aprendo appunto il primo reparto di cui si è detto. Le due organizzazioni dissidenti vissero un paio di anni di forte crescita, per poi essere nuovamente eclissate dall'associazione di Baden-Powell.
A Genova un giovane maestro, Mario Mazza, aveva in precedenza (nel 1905) fondato una piccola associazione giovanile chiamata «Juventus juvat», composta da altri quattro giovani universitari che si dedicavano all'educazione di un gruppo di ragazzi denominato «Gioiosa». Alla notizia delle iniziative scout di Vane, Mazza gli scrisse una lettera di adesione. Quegli gli rispose di prendere contatto con il suo connazionale, il dottor James Richardson Spensley.
Spensley, medico di varie società inglesi di navigazione e popolare sportivo, fu uno dei principali promotori del gioco del calcio in Italia, entrando nel 1896 nel Genoa Cricket and Athletic Club. Nell'estate del 1910, in Inghilterra, aveva conosciuto Baden-Powell, che gli aveva donato una copia autografata del libro Scouting for Boys. Tornato a Genova, Spensley aveva iniziato a pensare al modo di introdurre lo scautismo in Italia e, venuto a conoscenza della prima iniziativa di sir Francis Vane, con cui era in contatto, lo invitò a Genova per tenere una conferenza sullo scautismo.
Il 13 novembre 1910 Vane tenne la conferenza sullo scautismo nella città ligure. Dopo la conferenza di Vane, si costituì, per iniziativa di Spensley un comitato per fondare una sezione dei REI. Il consiglio direttivo della sezione di Genova sarà composto, oltre che da Spensley in qualità di commissario, dal colonnello Ottavio Reghini come presidente e da Mario Mazza come segretario.
Il 18 e 19 dicembre dello stesso anno Vane organizzò a Firenze un convegno delle sezioni REI operative nel centro-nord Italia, durante il quale fu ufficialmente fondato il comitato regionale toscano e la struttura operativa dei Ragazzi Esploratori Italiani, che da quel momento assunsero in forma ufficiale questa denominazione; furono inoltre nominati i componenti del «comitato centrale». In quella occasione sir Francis Vane fu confermato «ispettore generale» della REI (figura equivalente a quella di capo scout d'Italia usata oggi); inoltre, l'associazione fu posta sotto l'alto patronato del Re.
La REI, che si diffuse ed ebbe ramificazioni in diverse località e regioni italiane, è pertanto la prima associazione scout italiana. Nel 1911 i REI contavano sezioni in Albinia, Brescia, Bardi, Bagni di Lucca, Firenze, Genova, Gallura, Giarre,Lucca, Messina, Milano, Modena, Molinella, Napoli, Perugia, Pisa, Pavia, Palermo, Pontedera, Roma, Venezia, Viareggio.
Tra il 1911 e il 1912 Mazza lasciò l'associazione per contrasti ideologici sorti con il presidente della sezione genovese, Ottavio Reghini, e riguardanti l'aspetto confessionale.
Mario Mazza ricostituì le sue Gioiose Liguri, questa volta in chiave scout, e successivamente, nel 1915, le denominò RECI(Ragazzi Esploratori Cattolici Italiani). Nonostante il nome, quest'associazione non andò mai oltre i confini della Liguria. Alla piccola RECI, che confluirà in seguito nell'Associazione Scautistica Cattolica Italiana (ASCI), è da attribuire la primogenitura dello scautismo cattolico italiano.
I REI liguri confluirono, in seguito, in buona parte nel CNGEI. Il colonnello Reghini diventò presidente della sezione del CNGEI di Genova. Spensley, in qualità di commissario delegato ligure dei REI, continuò a occuparsi della costituzione delle sezioni di Genova e Savona e inoltre, in più occasioni, collaborò col CNGEI fino allo scoppio della prima guerra mondiale.
Nel febbraio del 1913, Baden-Powell, ritornando dal viaggio di nozze insieme alla giovane moglie Olave, fece scalo a Napoli, per una visita alla città, agli scavi di Pompei e alla Reale Scuola Superiore di Agricoltura di Portici. Alla stazione diPortici ebbe la sorpresa di incontrare gli esploratori nautici della sezione locale dei REI collegata a quella di Napoli, i quali lo condussero a visitare la loro sede nel porto.
Nel luglio del 1913, una pattuglia formata da sette esploratori della REI (o, secondo altri, del CNGEI), condotta da Spensley, partecipò al primo grande raduno scout internazionale che si tenne nel Regno Unito, a Birmingham.
Altra iniziativa, intesa ad attuare e diffondere il movimento scout in Italia, si tenne a Milano nel 1910 a opera di un insegnante, Ugo Perucci. L'organizzazione assunse nel 1915 - dopo varie denominazioni - il nome di ARPI (Associazione dei Ragazzi Pionieri Italiani).
La prima associazione scout in Italia a diffusione nazionale e riconosciuta nacque nel 1912 per opera del dottor Carlo Colombo. Nel gennaio del 1912, Colombo terminò di scrivere lo statuto del suo movimento, diviso in due sezioni, maschile e femminile, che chiamò rispettivamente «Corpo dei giovani esploratori» e «Unione delle giovinette esploratrici», con lo scopo d'essere strumento educativo per tutti i ragazzi e le ragazze italiane. Con un gruppo di giovani della Società Sportiva «Podistica Lazio», Colombo compì un esperimento, avviato il 12 ottobre 1912, ai prati della Farnesina a Roma: fu un gran successo e da quell'iniziativa ebbe origine, all'interno della società, la quarta sezione, dedicata «all'istruzione premilitare, al tiro a segno e agli allievi esploratori». Quando si sentì pronto, Colombo si staccò dalla società sportiva dando vita al «Corpo Nazionale dei Giovani Esploratori d'Italia» (GEDI), ufficialmente fondato a Roma il 30 giugno 1913. Nel Corpo Nazionale confluirono gran parte delle sezioni dei Ragazzi Esploratori Italiani (REI). I giovani esploratori, in omaggio ai primi gruppi scout, usarono il giglio dei REI della sezione ligure, a cui fu aggiunto il cartiglio col motto «Sii preparato».
Nel novembre del 1914 risulta già costituita, a Roma, sempre per cura di Colombo, la sezione femminile che accolse le girl scouts, anche se i primi esperimenti di scautismo femminile furono condotti fin dal 1913. La presidenza della sezione di Roma fu assunta dalla baronessa Ferrero, con al suo fianco Mary Rossi (già collaboratrice in Inghilterra di Lady Baden-Powell) in qualità di capo reparto e commissaria. Nella primavera del 1915 la sezione romana delle esploratici fu sciolta è prontamente ricostituita il 29 giugno 1915, quando si svolse l'assemblea costituente della «nuova» sezione di Roma dellegiovinette esploratrici, che segnò la data ufficiale della nascita dell'Unione Nazionale delle Giovinette Esploratrici Italiane(UNGEI). Assunse la presidenza la principessa Anna Maria Borghese de Ferrari, mentre Mary Rossi fu rieletta commissaria.
Dal 5 maggio 1915 il CNGEI fu posto sotto l'alto patronato del re. Il 21 dicembre 1916, il capo dello Stato, su proposta del ministro della Pubblica Istruzione Pasquale Ruffini, eresse il CNGEI in ente morale con decreto luogotenenziale, a riconoscimento della sua funzione educativa nei confronti della gioventù.
All'inizio gli ambienti e la stampa cattolica di stretta osservanza assunsero toni virulenti contro lo scautismo, avanzando argomenti di natura dottrinale, e in particolare contro lo scautismo femminile che fu definito una «sconvenienza» e una «incredibile audacia»; inoltre molte polemiche furono sollevate dai cattolici circa il legame tra lo scautismo, ed in particolare dal CNGEI, e la massoneria.
Nonostante ciò, dall'entusiasmo di pochi convinti estimatori che riuscirono a smorzare e superare le diffidenze e i toni delle gerarchie cattoliche si pensò di costituire, come si è accennato, un'associazione scout specificatamente cattolica e maggiormente legata alla gerarchia ecclesiastica, essendo le prime organizzazioni scout non confessionali. Quindi dopo il fallimento, nell'aprile 1915, degli accordi raggiunti tra la presidenza del Corpo Nazionale e le organizzazioni cattoliche della «Federazione delle Associazioni Sportive Cattoliche Italiane» (FASCI) e della «Società della Gioventù Cattolica Italiana» (SGCI), che diedero vita alla nascita di alcune sezioni e sottosezioni del CNGEI, come a Fermo, Milano, Roma, Siena eSpoleto, formati esclusivamente da giovani cattolici e che, di fatto, furono le prime unità della nascente associazione scout cattolica, il 16 gennaio del 1916, nasceva l'ASCI (Associazione Scautistica Cattolica Italiana - Esploratori d'Italia) che ebbe ben presto l'approvazione pontificia. Il primo commissario centrale fu il conte Mario di Carpegna, guardia nobile del papa. Uno dei punti fondamentali della nuova associazione scout cattolica fu la catechesi.
Qualche mese più tardi, il 28 maggio 1916, nel Palazzo dei principi Doria a Fassolo (Genova), alla presenza del commissario centrale il conte Mario di Carpegna, avviene la festa del rinnovo della promessa scout delle Gioiose Liguri dei RECI di Mazza che di fatto si unirono all'ASCI, avendo il diritto di mantenere la denominazione di Gioiose.
Alcuni giornali cattolici continueranno a battersi contro lo scautismo indistintamente, con immutato ardore, anche dopo la fondazione dell'ASCI, fino al momento in cui non interverranno i primi documenti pontifici.
Alla fondazione, l'ASCI adottò una bandiera bianca con giglio verde per distinguersi dal CNGEI che aveva bandiera verde con giglio giallo o bianco. Al verde, considerato indizio di influenze massoniche (ma era verde anche la bandiera dello scautismo inglese), l'ASCI volle contrapporre il bianco, colore del papa. Inoltre, l'ASCI adottò il giglio del REI, e quindi del Corpo Nazionale con la sola differenza della scritta, «Estote Parati», nel cartiglio. La sede centrale del CNGEI, dopo sterili polemiche, nell'ottobre del 1917 decise di modificare il proprio giglio.
Nel 1916, nel CNGEI fu costituita la classe speciale degli esploratori marini, fluviali e lacuali, sviluppando le attività già avviate dal 1915, formando dei reparti autonomi e separati da quelli degli esploratori comuni. Il primo convegno a carattere nazionale degli esploratori marini, fluviali e lacuali del CNGEI si svolse nel 1917. Campi marini nazionali si svolsero nel 1918, nel 1919, nel 1920 e nel 1922 a cui seguirono altri incontri nazionali. Importanti furono anche le imprese dei reparti fluviali e lacuali. Tra le specialità degli esploratori marini e fluviali è da ricordare gli «idro-ski», cioè speciali scivolatori sull'acqua, che destarono l'interesse di Baden-Powell. Nell'UNGEI non era previsto la classe marini, infatti le attività marine non erano una caratteristica del reparto ma un'attività.
Nel 1918, il vicepresidente e commissario generale delegato del CNGEI, professor Vittorio Fiorini, nella sua relazione al Convegno nazionale tenutosi a Roma, propose l'istituzione della classe «Seniori», vale a dire gli adulti scout. La proposta di Fiorini, approvata dagli Organi Statutari, ebbe pratica attuazione nel 1919 con l'istituzione degli Esploratori Seniori.
Nel 1920 si tiene il primo Jamboree mondiale, ospitato nell'area espositiva di Olympia, a Londra: presenti anche le delegazioni scout italiane dell'ASCI, composta da diciotto scout guidati da Mario Mazza e da Mario di Carpegna, e del CNGEI, formata da Carlo Ratti e Bruno Cavalieri Ducati. In contemporanea al Jamboree si tenne la prima conferenza internazionale per discutere sulla costituzione di un comitato internazionale permanente. L'ASCI e il CNGEI furono, in seguito alla loro partecipazione, dichiarate e registrate come soci fondatori della conferenza internazionale scout.
Nel luglio 1920, nel St. Hugh's college di Oxford, in Inghilterra, si tenne il primo convegno delle associazioni scout femminili esistenti. Il convegno, che fu considerato la prima Conferenza internazionale dello scautismo femminile, vide la partecipazione dell'Italia con l'UNGEI.
Nel febbraio 1923, in seguito alla Conferenza internazionale scout di Parigi del 1922 che diversificò il movimento maschile e quello femminile, l'UNGEI con l’approvazione del nuovo statuto modifica il proprio nome in UNGVI (Unione Nazionale Giovinette Volontarie Italiane) con una fisionomia propria ed autonoma.
In questi anni si ebbe la prima idea di costituire in Italia una «Federazione» dello scautismo grazie alla piccola associazione dell'ARPI che proporrà al CNGEI ed all'ASCI di gettare le basi per una intesa federativa, ottenendo in cambio un deciso rifiuto.
Probabilmente i tempi non erano ancora maturi, anche perché nuvole minacciose si delineavano all'orizzonte, e tra il 1927e il 1928 il regime fascista sciolse le associazioni scout italiane per far confluire tutti i ragazzi nei Balilla.
Il 14 gennaio 1927, in seguito all'entrata in vigore della «Legge Balilla», il commissariato centrale dell'ASCI informa i dirigenti locali di sciogliere i reparti nei centri inferiori a ventimila abitanti non capoluoghi di provincia, inoltre comunica di applicare sulle bandiere e le fiamme dei reparti rimasti il simbolo del fascio littorio con la scritta ONB (Opera Nazionale Balilla) e di esporre nelle sedi un ritratto di Mussolini. Per di più l'Associazione sarà costretta a cambiare il proprio nome in Giovani Esploratori Cattolici Italiani, mantenendo la sigla ASCI nella sottodenominazione di «Associazione Scolte Cattoliche Italiane».
Il 10 febbraio del 1927 per ordine del segretario generale del Partito Nazionale Fascista, Augusto Turati, l'Unione Nazionale Giovinette Volontarie Italiane fu sciolta. Il 31 marzo del 1927, dopo le prime pressioni della polizia su alcune sezioni, la presidenza generale del Corpo Nazionale, prevenne l'azione del Governo, disponendo la sospensione delle attività di tutte le sezioni e reparti del CNGEI.
Il 4 novembre 1927 anche la sede centrale dell'ARPI è costretta a sciogliere i propri aderenti da ogni vincolo associativo. Il 22 aprile 1928 il commissariato centrale dei Giovani Esploratori Cattolici Italiani emana la circolare di scioglimento di tutti i reparti dell'ASCI in Italia.
Nonostante ciò, alcuni gruppi scout, in varie località d'Italia continuarono a praticare clandestinamente lo scautismo, dando vita alla cosiddetta Giungla silente (il nome dato dal CNGEI e dall'ASCI allora e dall'AGESCI ora al periodo clandestino). Alcuni di questi scout clandestini presero parte alla Resistenza. Il più famoso di questi gruppi fu quello delle Aquile randagie, a Milano. Inoltre, alcuni scout sia dell'ASCI che del CNGEI parteciparono ai tre jamboree del periodo fra lo scioglimento e lo scoppio della seconda guerra mondiale.
Il dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]
Alla caduta del regime fascista nel 1943, grazie all'incoraggiamento del Governo provvisorio alleato, le associazioni scout italiane (per prima l’ASCI e il CNGEI, e poi l’UNGEI, ricostituita con la denominazione originaria, tuttavia sostituendo «giovinette» con «giovani») poterono iniziare a riorganizzarsi e riprendere le loro attività, nel 1944 nel Meridione liberato e nel 1945 in tutta Italia. Il 28 dicembre del 1943, nelle Catacombe di Priscilla in Roma, in gran clandestinità, vengono pronunciate le prime promesse delle guide italiane che porteranno alla fondazione del guidismo cattolico: l'AGI(Associazione Guide Italiane).
Il commissariato centrale dell'AGI venne ufficialmente fondato il 13 agosto del 1944. L'8 dicembre 1944 l'AGI fu riconosciuta dalla Santa Sede. Vi fu in quel periodo un ulteriore fallito tentativo di dare vita ad una sola associazione scout italiana; poi finalmente dopo laboriose trattative il 21 novembre 1944 a Roma venne firmato tra le due associazioni, ASCI e CNGEI, l'atto costitutivo della Federazione Esploratori Italiani seguito più tardi il 27 luglio 1945 dal ramo femminile, AGI ed UNGEI, che diedero vita alla Federazione Italiana Guide ed Esploratrici. Le due federazioni furono ufficialmente riconosciute dai movimenti mondiali scout e guide. Nel 1945 nel CNGEI oltre alle tre classi giovanili (lupetti, esploratori e scolte dal 1948 pionieri, corrispondenti all’attuale branca rover) sono previsti i seniori. Anche l'UNGEI nel 1946 prevede, alle tre classi giovanili (primule, esploratrici e scolte), le seniores (o fiamme). Nel 1949 il CNGEI inquadrava i seniores nella quarta classe dell'organizzazione scout. Nel 1951, a Firenze nasce il Gran Clan Nazionale Seniores. Dal 1954 il Gran Clan diviene Clan Nazionale Seniores Scout Italiani.
Nel 1949 nel CNGEI iniziano le attività degli scouts dell'aria a cui seguì l'organizzazione di un primo corso di cultura aeronautica scout, organizzato presso la Scuola di Guerra Aerea di Firenze-Cascine. Alla fine degli anni Sessanta, evidenti difficoltà materiali e logistiche hanno bloccato lo sviluppo e le attività degli scouts dell'aria all'interno del Corpo.
Nell'ottobre del 1952 era ridata vita a Torino all'ARPI, col nome, «più consono ai tempi», di ABSI (Associazione Boy Scout d'Italia), d'ispirazione pluriconfessionale. Verso il 1958 e il 1959, l'associazione cessò le sue attività. Nel 1953, a Lucerna, viene fondato l'Amicizia internazionale degli Adulti Scout e Guide (l'attuale Organizzazione internazionale ISGF) e il Gran Clan Nazionale Seniores del CNGEI fu uno dei membri fondatori.
Nel giugno del 1954 le «Compagnie dei Cavalieri di san Giorgio», quarta branca dell'ASCI nata nel 1944, diventarono autonome fondando il MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani). Il MASCI si federò con il Clan Nazionale Seniores Scout Italiani nella FIAS (Federazione Italiana Adulti Scout) riconosciuta dall'Amicizia Internazionale Adulti Scout e Guide. Tra la metà degli anni Sessanta e Settanta, lo scautismo italiano visse una profonda crisi, relativa all'applicazione del metodo, conoscendo sconvolgimenti e scissioni, portando, parallelamente allo scautismo ufficiale, al moltiplicarsi di nuove realtà associative. Il 22 giugno del 1965, l'ing. Aldo Marzot, già capo scout del CNGEI e poi fuoriuscitone, fondò a Roma l'Assoraider (Associazione Italiana di Scautismo Raider), d'ispirazione «aperta» (pluriconfessionale), non riconosciuta a livello internazionale.
All'interno all'ASCI come pure nell'AGI si aprì un dibattito teso al rinnovamento. Il dibattito portò a numerose novità nell'ASCI (nuovo sentiero, smitizzazione del capo, istituzione delle comunità capi, passaggio all'uniforme grigia in quanto meno militaristica). Questa evoluzione dell'ASCI non fu indolore. Quello che la maggior parte dell'associazione ritenne un utile progresso causò comunque forti controversie, e molti capi uscirono dall'ASCI. L'AGI, addirittura, arrivò quasi sul punto di abolire l'uniforme. Il 4 maggio 1974 per decisione dei Consigli generali dell'ASCI e dell'AGI, nasceva l'AGESCI(Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani), che tenendo conto delle evoluzioni educative e pedagogiche del tempo, introduceva la coeducazione, la possibilità cioè di educare insieme i ragazzi e le ragazze prevedendo anche attività in comune. Alcuni capi educatori romani dell'ASCI e dell'AGI, contrari all'unificazione dei due rami maschile e femminile, fondarono il 14 aprile del 1976 una seconda associazione scout dichiaratamente cattolica, l'Associazione Italiana Guide e Scouts d'Europa Cattolici appartenente alla Federazione dello Scoutismo Europeo, conosciuti più comunemente come FSE o «Scouts d'Europa». Questa organizzazione, come si evince dal nome, aderì alla UIGSE-FSE (Unione Internazionale delle Guide e Scouts d'Europa - Federazione dello Scoutismo Europeo), struttura internazionale non riconosciuta dai movimenti mondiali scout e guide. La FSE è caratterizzata da un metodo educativo fondato sull'intereducazione. La Conferenza Episcopale Italiana riconobbe quasi immediatamente (1976) l'AGESCI come associazione ecclesiale; la FSE ottenne il medesimo riconoscimento da parte della CEI con decreto del 15 ottobre 1998. Il 26 agosto 2003, inoltre, il Pontificio Consiglio per i Laici concesse il riconoscimento alla UIGSE-FSE, riconoscendo per la prima volta nel mondo un movimento scout cattolico oltre a CICS e CICG.
Con l'approvazione del nuovo statuto, il 26 maggio del 1976, con Decreto del presidente della Repubblica, avviene l'unificazione totale del CNGEI e dell'UNGEI nel «Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani». Il CNGEI si orientò ad una sempre maggior qualificazione in senso laico e pluralista, ed inoltre applicò le seguenti scelte: democrazia partecipativa, coeducazione, scelta adulta e impegno civile. Inoltre, nello stesso anno, per motivi di politica associativa il Clan Nazionale Seniores Scout Italiani confluì nel CNGEI e diede origine alla «Quarta Branca». Nel 1986 si eliminò la dicitura Quarta Branca sostituendola con quella di «Branca Senior». Dal 1992 non esiste più la Branca Senior ma solo i «Senior». Con le riforme statutarie le rispettive associazioni riformarono lo statuto federale nel 1978 alla nuova realtà italiana.
Nel 1986, con lo scioglimento delle strutture federali maschili FEI (Federazione Esploratori Italiani) e femminili FIGE(Federazione Italiana Guide Esploratrici), si diede vita all'attuale FIS (Federazione Italiana dello Scautismo), riconosciuta in Italia come unico membro dell'Organizzazione Mondiale del Movimento Scout (OMMS) e dell'Associazione Mondiale Guide ed Esploratrici (AMGE).
La FSE non fu la sola associazione nata da una scissione. Nello scautismo italiano a partire dalla fine degli anni Settanta continuarono a formarsi ulteriori realtà associative, spesso a carattere locale. Queste derivano in parte da frammentazioni dalle associazioni maggiori, in parte da situazioni contingenti delle realtà locali. Nel 1986 quattro di queste piccole associazioni scout italiane si riunirono su base federativa dando vita alla FederScout, originariamente denominataFederazione Scautistica Italiana e successivamente ribattezzata Federazione del Movimento Scout Italiano; che aderisce alla WFIS World Federation of Independent Scouts, un'organizzazione scout internazionale non riconosciuta dai Movimenti Mondiali dello scautismo e del guidismo. Poiché negli anni settanta la maggior parte delle associazioni scout italiane, con varie modalità, si sono aperte anche alle ragazze, l'espressione boy scout non ha più senso, ed infatti oggi viene usata quasi esclusivamente dalle persone esterne al movimento, spesso in tono ironico. A proposito delle ironie di cui sono «vittime» gli scout, è da ricordare la seguente affermazione attribuita erroneamente a George Bernard Shaw:
« Gli scout sono bambini vestiti da cretini guidati da cretini vestiti da bambini. »
È però un errore solo italiano; infatti la frase originale in lingua inglese è universalmente attribuita a Jack Benny, comico statunitense, e mai accostata al premio Nobel irlandese:
« A scout troop consists of twelve little kids dressed like schmucks following a big schmuck dressed like a kid. »


lunedì 11 gennaio 2016

Il Valore degli Italiani. Il Contributo dei Marchigiani. Note a margine I



La Grande Guerra. Gli eroi Italiani
Il Calendario dell’Esercito del 2016, dal titolo “Italiani” rappresenta un’opera che punta a esaltare il contributo di quanti parteciparono alla “Grande Guerra”. Furono, infatti, milioni gli Italiani che risposero alla chiamata alle armi nel Regio Esercito, concorrendo alla vittoria finale con cui il nostro Paese riuscì finalmente a concludere con successo il suo lungo percorso risorgimentale.
Contadini, operai, studenti, artisti, sacerdoti, italiani emigrati e rientrati in Patria, ma anche politici e intellettuali, indossarono l’uniforme “grigio-verde”, oggi divenuta vero e proprio simbolo della nostra storia, per combattere per il compimento dell’unità nazionale e la liberazione degli ultimi territori irredenti.
L’opera presenta uno spaccato dell’intera comunità, vera protagonista di questa prima grande prova collettiva, a cui dobbiamo aggiungere tutti i civili, uomini e donne, che sostennero con il loro lavoro nei campi e nelle industrie, o anche solo moralmente, i soldati impegnati al fronte.0

Inoltre, la presentazione del Calendario dell’Esercito del 2016 offre lo spunto per parlare di Italiani, ma, soprattutto, di coloro che, originari della nostra regione - Le Marche - non esitarono a fornire un contributo di sangue, sacrifici ed eroismi alla nostra ancora giovane Italia.

Il contributo dei marchigiani, come Italiani, alla vittoria finale.

 Il contributo dalla gente della nostra Regione non si discosta da quello delle altre nei suoi temi generali: ovvero uno spaccato dell’intera società del periodo che, inquadrata nei ranghi dell’Esercito affronta la sua prima grande prova collettiva della unità nazionale. Era, la società marchigiana di fine ottocento ed inizio novecento; una società prevalentemente agricola, soprattutto nell’interno; con l’artigianato presente ovunque; la piccola e media industria poco sviluppata, e concentrata per la maggior parte sulla costa; l’imprenditoria di poca consistenza. Questa società era fortemente permeata da idee progressiste, in virtù del rapido sviluppo che si ebbe del movimento mazziniano, e poi repubblicano, che si appoggiava ad una florida rete di logge massoniche che si contrapponevano ad una organizzazione clericale erede del vecchio Stato Pontificio.
 
Mussolini e Corridoni nel 1914

Filippo Corridoni

Mussolini. Corridoni
La contrapposizione con il potere centrale era consistente. Nel 1914, sull’onda dei grandi scioperi, delle manifestazioni antimilitarsite di massa, partì proprio da Ancona la cosiddetta “settimana rossa”, (7 giugno 1914) che in breve si estese in tutta Italia. Era una opposizione che si fondava sul rifiuto della Guerra di Libia, vista solo come un conflitto a tutto vantaggio delle classi dominanti. Per una settimana, come nella vicina Romagna, il potere centrale ebbe difficoltà a mantenere ed avere il controllo della nostra Regione.


 Cesare Battisti

Cesare Battisti, redattore del Popolo d'Italia, diretto da Benito Mussolini

(continua)

Massimo Coltrinari
(coltrinari2011@libero.it)