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domenica 29 novembre 2015

Collana Storia in Laboratorio. N. 21 Le Marche e la Prima Guerra Mondiale. 1914


Il volume descrive le operazioni condotte durante la Grande Guerra dalle Brigate di fanteria del Regio Esercito Italiano che portavano un nome geografico marchigiano: le Brigate “Marche”, “Ancona”, “Macerata”, “Pesaro” e “Piceno.


Nel momento in cui si iniziano le commemorazioni per la data centenaria della Prima Guerra Mondiale, il volume vuole dare, soprattutto alle nuove generazioni, uno spaccato degli eventi di quel grande avvenimento, ovvero le operazioni condotte dall’Esercito in quattro anni di guerra, nel quadro generale dell’approfondimento del rapporto tra le Marche e la Prima Guerra Mondiale. Ad un siffatto quadro di riferimento, le Marche e la sua gente non sono affatto estranei. L’attribuzione di denominazioni marchigiane a Reparti e Grandi Unità di fanteria non costituisce un aspetto di mera curiosità storica ma, al pari di tanti altri esempi sul territorio nazionale, si identifica con l’obiettivo di costruire quel senso di identità nazionale che, all’indomani del neonato Regno d’Italia, faceva fatica ad emergere. Questo l’aspetto ordinativo che, da solo, non è sicuramente sufficiente a delineare i contorni del legame tra questa regione ed il conflitto mondiale, anche perché nelle citate unità non necessariamente venivano inquadrati soldati di provenienza marchigiana.
Le cinque Brigate, di cui due la Brigata “Marche” e la Brigata “Ancona” già esistenti e ricche di tradizioni risorgimentale la Brigata “Macerata”, costituita per mobilitazione nel 1915, e le altre due, le Brigate “Piceno” e Pesaro” costituite guerra durante, hanno dato vita ad episodi esaltanti, di abnegazione ed adesione alla guerra; alcuni di questi anche tragici, come quello che coinvolse la Brigata “Marche” che per siluramento del piroscafo che la trasportava, al ritorno dall’Albania, perse un intero reggimento di 1900 uomini.
La descrizione degli avvenimenti è preceduta da due capitoli: il primo  dedicato alla presentazione della Grande Guerra nel suo insieme e come si è sviluppata anno dopo anno, preceduta da brevi note sulla nostra politica estera di fine ottocento ed inizio novecento, senza le quali non si possono ben comprendere le scelte italiane dell’estate del 1914. Scelte che sicuramente non trovarono impreparato l’Esercito almeno sul piano concettuale-operativo, avendo lo stesso fin dal 1885 preso in esame una guerra sul confine orientale. Scelte che cambiarono radicalmente la prospettiva politico-sociale italiana, generando quel confronto tra interventisti e neutralisti che per oltre nove mesi permeò tutta la vita nazionale. In questo confronto le Marche furono in prima fila con tanti suoi esponenti che, nel solco risorgimentale, si spesero per un intervento armato contro il cosiddetto “nemico ereditario”, cioè l’Austria; alcuni, nel solco della tradizione garibaldina, andarono a combattere in Francia, come testimonianza diretta delle proprie idee. Nel secondo capitolo note più tecniche, riguardanti l’Esercito ai primi anni del novecento, alcuni aspetti ordinativi riguardanti le Brigate di Fanteria e loro evoluzione durante il conflitto, un cenno all’uniforme con cui entrammo in guerra, adottata pochi anni prima dell’entrata in guerra; infine è riportato il Quadro di Battaglia con cui l’Esercito Italiano entrò in guerra, per dare una dimensione quantitativa del nostro intervento e delle nostre capacità.



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