Loreto
In virtù di questo schieramento il
primo paese ad esse sgombrato fu Loreto.
Con il sorgere del sole di sabato 1 luglio Loreto fu abbandonata dalle
retroguardie tedesche, che in fila indiana discesero a Villa Musone, con azioni
di disturbo: elementi ritardatori fecero saltare il ponte della ferrovia, il
ponte sul Musone e quello della statale.
Iniziò a Loreto una attesa sempre più
viva e via via che si inoltrava nella mattinata la popolazione si affacciava
alle finestre, scendeva in instrada e cominciò ad affollare le piazze.. I
soldati polacchi raggiunsero Loreto da via Marconi con mezzi esploranti, che
avanzavano lentamente, ben distanziati per proteggersi da eventuali attacchi.
Loreto fu occupata quasi completamente intorno a mezzogiorno e subito il
Comando polacco installò un osservatorio sul campanile principale, mentre delle
mitragliatrici ed altre armi leggere furono messe nel Palazzo Apostolico;
l’intervento del Delegato Pontifico mons. Malchiodi, che rivendicava
l’extraterritorialità del palazzo costrinse il Comando Polacco, che si era
installato nelle scuole elementari di Via Marconi, a ritirare queste postazioni
L’avanzata alleata investiva anche
Recanati, che era occupata sempre da truppe polacche, accolte nella piazza
principale da una popolazione in festa. Anche a Recanati uno dei primi atti dei
polacchi fu l’installazione di un osservatorio a Palazzo Ottaviani, in via
Mazzini, da cui si può dominare tutta la sottostante vallata del Musone. Nel
prosieguo della mattina reparti polacchi motorizzati si dirigono verso
Montefano che viene occupata intorno a mezzogiorno. Tutte queste operazioni
sono viste da Osimo con trepidazione in quando si comprende che le forze
Alleate stanno avanzando, ma non si sanno le modalità e soprattutto gli
intendimenti, aumentando l’incertezza per l’immediato futuro.
Castelfidardo, che il 1 luglio è
ancora occupata dai tedeschi, è raggiunta dalle prime cannonate alleate verso
mezzogiorno, nella parte del paese che da verso Recanati. Cominciano i primi
danni: è colpita la facciata della Collegiata, la chiesa di San Francesco, il
serbatoio dell’acquedotto, il palazzo di Paolo Soprani e il campanile di S. Agostino e varie abitazioni e si lamentano
i primi feriti. In paese non vi circola che qualche tedesco di pattuglia: tutta
la truppa è schierata sulla linea del
fuoco al di qua della sponda sinistra del Musone, mentre si odono i colpi in
partenza delle batterie tedesche schierate all’Abbadia di Osimo. La popolazione
è tutta nei rifugi e nelle cantine e nei sotteranei dei vari palazzi e tutti
sono consci che non sono al sicuro in questi rifugi da un eventuale
bombardamento.
L’azione polacca diventa sempre più
consistete. Elementi della Divisione “Kresowa” varcano il fiume Fiumicello e la VI Brigata “Leopoli”,
con il sostegno del 15° Reggimento Ulani , lancia un attacco nel settore di San
Biagio, ad oriente di Filottrano, che si sviluppa dalle 17 alle 20. Nonostante
la forte resistenza del II battaglione
del 994° reggimento, i tedeschi sono costretti ad arretrare; chiedono
anche l’intervento della riserva divisionale, ma il sopraggiungere della note
interrompe ogni iniziativa ed i Polacchi sono in grado di rafforzare le
posizioni di San Biagio conquistata.
Il Musone è raggiunto e superato in
vari punti, e si assicurano i passaggi per il resto delle froze; le
posizioni sono mantenute, a premessa
delle operazioni del giorno sccessivo.
Il gen. Hoppe, commentando questa
giornata, nelle sue memorie scrive che
nel corso della giornata del 1 luglio, il fuoco nemico aumentò
progressivamente, ed i cacciabombardieri iniziarono le azioni sulle posizioni
tedesche di resistenza. Chi al LI Corpo d’Armata Alpino ordini precisi, in
quanto tutto lasciava presagire che il nemico avrebbe lanciato un attacco su
vasta scala.
Il Comando superiore rispose in modo lapidario “tenere Ancona
il più possibile, evitando la frantumazione del fronte e senza perder ei
collegamenti nel corso dei graduali movimenti di retrocessione”.
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