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lunedì 20 gennaio 2020

1944. La guerra in casa. 4 Loreto in prima linea


Loreto
In virtù di questo schieramento il primo paese ad esse sgombrato fu Loreto.  Con il sorgere del sole di sabato 1 luglio Loreto fu abbandonata dalle retroguardie tedesche, che in fila indiana discesero a Villa Musone, con azioni di disturbo: elementi ritardatori fecero saltare il ponte della ferrovia, il ponte sul Musone e  quello della statale.
Iniziò a Loreto una attesa sempre più viva e via via che si inoltrava nella mattinata la popolazione si affacciava alle finestre, scendeva in instrada e cominciò ad affollare le piazze.. I soldati polacchi raggiunsero Loreto da via Marconi con mezzi esploranti, che avanzavano lentamente, ben distanziati per proteggersi da eventuali attacchi. Loreto fu occupata quasi completamente intorno a mezzogiorno e subito il Comando polacco installò un osservatorio sul campanile principale, mentre delle mitragliatrici ed altre armi leggere furono messe nel Palazzo Apostolico; l’intervento del Delegato Pontifico mons. Malchiodi, che rivendicava l’extraterritorialità del palazzo costrinse il Comando Polacco, che si era installato nelle scuole elementari di Via Marconi, a ritirare queste postazioni
L’avanzata alleata investiva anche Recanati, che era occupata sempre da truppe polacche, accolte nella piazza principale da una popolazione in festa. Anche a Recanati uno dei primi atti dei polacchi fu l’installazione di un osservatorio a Palazzo Ottaviani, in via Mazzini, da cui si può dominare tutta la sottostante vallata del Musone. Nel prosieguo della mattina reparti polacchi motorizzati si dirigono verso Montefano che viene occupata intorno a mezzogiorno. Tutte queste operazioni sono viste da Osimo con trepidazione in quando si comprende che le forze Alleate stanno avanzando, ma non si sanno le modalità e soprattutto gli intendimenti, aumentando l’incertezza per l’immediato futuro.

Castelfidardo, che il 1 luglio è ancora occupata dai tedeschi, è raggiunta dalle prime cannonate alleate verso mezzogiorno, nella parte del paese che da verso Recanati. Cominciano i primi danni: è colpita la facciata della Collegiata, la chiesa di San Francesco, il serbatoio dell’acquedotto, il palazzo di Paolo Soprani e il campanile di  S. Agostino e varie abitazioni e si lamentano i primi feriti. In paese non vi circola che qualche tedesco di pattuglia: tutta la truppa è schierata  sulla linea del fuoco al di qua della sponda sinistra del Musone, mentre si odono i colpi in partenza delle batterie tedesche schierate all’Abbadia di Osimo. La popolazione è tutta nei rifugi e nelle cantine e nei sotteranei dei vari palazzi e tutti sono consci che non sono al sicuro in questi rifugi da un eventuale bombardamento.

L’azione polacca diventa sempre più consistete. Elementi della Divisione “Kresowa” varcano il fiume Fiumicello e la VI Brigata “Leopoli”, con il sostegno del 15° Reggimento Ulani , lancia un attacco nel settore di San Biagio, ad oriente di Filottrano, che si sviluppa dalle 17 alle 20. Nonostante la forte resistenza del II battaglione  del 994° reggimento, i tedeschi sono costretti ad arretrare; chiedono anche l’intervento della riserva divisionale, ma il sopraggiungere della note interrompe ogni iniziativa ed i Polacchi sono in grado di rafforzare le posizioni di San Biagio conquistata.
Il Musone è raggiunto e superato in vari punti, e si assicurano i passaggi per il resto delle froze; le posizioni  sono mantenute, a premessa delle operazioni del giorno sccessivo.
        Il gen. Hoppe, commentando questa giornata, nelle sue memorie scrive  che nel corso della giornata del 1 luglio, il fuoco nemico aumentò progressivamente, ed i cacciabombardieri iniziarono le azioni sulle posizioni tedesche di resistenza. Chi al LI Corpo d’Armata Alpino ordini precisi, in quanto tutto lasciava presagire che il nemico avrebbe lanciato un attacco su vasta scala.
Il Comando superiore rispose in modo lapidario “tenere Ancona il più possibile, evitando la frantumazione del fronte e senza perder ei collegamenti nel corso dei graduali movimenti di retrocessione”.

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