Ore 20. Osimo preso di
mira!!!!!
Abbiamo avuto per circa 55
minuti bombardamento ininterrotto di artiglieria. Terrorizzati ci rifugiamo
nella nostra piccola cantina, io, Lina, Gianna e Lucidio. La zia e lo zio erano
con la sig.ra Gisella.
Le granate scoppiavano nelle vie, sulle case, fragore di
vetri, schianti, calcinacci, polvere, un inferno!
Calmata momentaneamente la
situazione fuggiamo a casa per andare dai signori D’Eramo. Nell’imboccare il
vicolo di Sgardi una granata scoppia mi pare in piazza o dietro San Francesco.
Spavento terribile! Ci rifugiamo con i sigg. D’Eramo, Giardinieri, Costantini,
Baffetti, castellana e Manzi in una grotta e ci rimaniamo fino alle ore 23.
sotto un continuo sibilo di granate che non da tregua! Ci accingiamo a
ritornare nei nostri appartamenti per poter riposare in questa momentanea
calma, ma la nottata è completamente bianca. Buttati sul letto vestiti, siamo
sfiniti!
Ci sono molti feriti e
diversi morti all’Ospedale causati dal bombardamento. Per questi ultimi è
difficile il trasporto del Cimitero, perché oltre al pericolo del tragitto,
mancano le casse ed i più poveri vengono sepolti con un semplice lenzuolo.
precede l’inizio del
movimento delle forze di terra, integrato da azioni di bombardieri e Nella giornata di ieri, Lunedì (1 luglio 1944 n.d.a)
con Gianna abbiamo fatto una sfuggitina a casa per prendere qualche cosa e per
dare da mangiare alle galline. Povere bestioline! Anche loro vivono anormali.
Bisogna vederle! Sono tutte raggruppate in fondo al pollaio e par che dicano:
ma cosa succede?.
La nostra casa è un caos.
Piena di polvere , senza finestre e porte interne. Schegge entrate hanno
rovinato la credenza, il divano e diverse sedie della sala di sopra. Sulla
terrazza oltre ad un ammasso di calcinacci perché è stato colpito il balcone
del sig. Graziosi nostro vicino, ci sono pure pezzi di legno che non sappiamo
da che parte sono venuti volando. Die stanze del maestro Niccolini sono
state colpite in pieno e tutto ciò che c’era dentro è andato in frantumi e
buona parte è arrivata sulla nostra terrazza. Tra questa roba c’è perfino del
grano. La vasca da bagno della sig.ra Azzari, pure nostra vicina, è andata a
finire nel cortile! E pensare che tutta la nostra preoccupazione era la strada!
La quale finché fa comodo ai tedeschi, è lì intatta. Po!!??
Ore 19.00. In questo momento
veniamo a sapere che i tedeschi hanno piantato i cannoni e le mitragliatrici al
centro del Borgo San Giacomo. Si lasci immaginare il panico! Intanto la
popolazione di quel rione fugge nei rifugi di città alta tra cui quello del
Vescovo che può ospitare circa 3000 persone. Da considerare, però, che questo
rifugio è adatto per i bombardamenti aerei, ma non per stare delle notti e dei
giorni interi nell’umidità e all’oscuro e con la maggior preoccupazione del
mangiare!
Siamo molto depressi, e
purtroppo constatiamo che i tedeschi resistono dentro il paese, prova ne sia lo
sbarramento al Borgo S. Giacomo. Non vediamo un barlume di salvezza! E’ inevitabile
che venga il peggio! Oltre all’eccitamento nervoso che tutti proviamo per
queste continue emozioni, noi personalmente in più abbiamo avuto sino a ieri la
preoccupazione assillante per la sorta della mamma e dello Zio Don Vincenzo che
erano rimasti all’Abbadia. Papà, l’essere più coraggioso della nostra famiglia,
è da circa dieci giorni che si trova qui in Osimo dalla zia Fiorenzina e
finalmente ieri mamma è venuta su da noi togliendoci la grande pena che da
diversi giorni ci tormentava! Tale decisione è venuta subitanea e cioè quando
l‘altra notte i tedeschi si sono schierati con le mitragliatrici all’Abbadia.
Questo, ha fatto sì, che lo zio Don Vincenzo esortasse la mamma a fuggire
immediatamente alla mattina di poi perché laggiù si preparava il combattimento.
Infatti anche lo zio stamane è scappato ed è venuto su da noi perché laggiù si
combatte! Povera cara mamma nostra! H fatto cinque chilometri attraverso i
campi sotto il continuo ed assillante fischiare delle granate! Solo l’amore
materno poteva dare la forza ed il coraggio di rischiare così la vita. Ci riferisce che
per tutto il tragitto non ha fatto altro che pensare a San Giuseppe da
Copertino ed il Beato Bambozzatto! Dio sia ringraziato!.
Con questo pericolo non ci
azzardiamo state, specie la notte nelle camere da letto, ma da questa sera (4
luglio 1944 n.d.a) in cantina. Noi tre e Lucidio siamo venuti definitivamente
qui a casa dalla sig.ra Gisella. Non è possibile stare divisi. Se dovremo
morire moriremo tutti insieme agli zii!
L’attacco polacco, come previsto dal
gen Hotte, si era sviluppato in grande stile. Al’alba un fuoco intenso e
tambureggiante polacco caccia bombardieri che concentrano il loro fuco sulle
posizioni di artiglieria tedesca e sui centri di fuoco individuati a vista.
All’ala destra dello schieramento
tedesco, da San Biagio i polacchi puntano su Centofinestre. I contrattacchi
tedeschi risultano inefficaci e, sempre secondo Hoppe, in un ora tutti i
cannoni d’assalto Fiat 35 della 2° compagnia del CCLXXVIII gruppo controcarri divisionale sono distrutti;
cade anche il comandante del reparto, il ten. Philip. Alle 5.45 l’artiglieria
aveva aperto il fuco per 15 minuti sulle posizioni polacche; poi i tedeschi
partono all’attacco, ma l’artiglieria polacca con l’appoggio dei carri aprono
un fitto fuco di sbarramento ed ad uno ad uno tutti i carri tedeschi sono colpiti, messi tutti fuori combattimento, compreso
quello del ten. Philip; i polacchi proseguono nello slancio controffensivo e
puntano su Villa Centofinestre. Alle 14 l’attacco è nel suo massimo
svolgimento.
Il settore diveniva critico, tanto
che lo stesso comandante della divisione, giunto personalemte in loco,
disponeva l’inserimento del CCLXXVIII battaglione fucilieri tra il II
battaglione del 994° reggimento e il II battaglione del 992° reggimento. A sera
la falla tra Monto e Centofinestre per i tedeschi è momentaneamente tamponata.
Le perdite di queste unità erano a
sera così elevate che dovette essere addirittura portato al fronte il 903 battaglione da fortezze da
Ancona. Il CCLXXVIII si sacrificherà completamente in un contrattacco che alla
fine rimane un solo superstite dei 708 uomini che contava. Anche i Polacchi
subiscono forti perdite, sia in uomini che in materiali.
Nel settore a sud di Castelfidardo le
penetrazioni polacche sono contenute da parte del 993° reggimento con
difficoltà.
Nella vallata del Musone la fanteria
polacca avanza su tutta la linea e rafforza le varie posizioni
A Castelfidardo un gruppo di circa 10
tedeschi sagono all’Ospedale e osservano con dei binocli le posizioni
sottostanti. Quando ne discendono una cannonata colpisce l’ospedale: due
teteschi muoiono insieme a diversi ricoverati, mentre vi sono molti feriti: una
suora è ferita gravemente e si dovette procedere alle amputazioni degli arti
inferiori.