An Ancona nel primo dopoguerra fu attivo l'Istituto per gli organi da tutti chiamato "Birarelli" che era il nome del sacerdote che si ispirava ed si appoggiava all'opera di Padre Giovanni Minozzi, la cui opera ed azione è descritta in questo volume.
Il presente volume riporta le ricerche attivate nell’ambito
di due progetti presentati al Ministero della Difesa e da questi accettati
riguardanti la Prigionia nella grande guerra progetti che vogliono sottolineare
il valore del combattente disarmato, di entrambi gli schieramenti, sia quello
italiano sia quello austro-ungarico con la individuazione dei campi di
concentramento per prigionieri in Italia e la geografia dei campi di
concentramento in Austria e, nel prosieguo delle ricerche anche in Germania.
Tutto questo in un quadro di studio ed approfondimento della articolazione
delle modalità relative alla gestione dei prigionieri nel primo conflitto
mondiale per contribuire non solo alla conoscenza di questo aspetto della
Grande Guerra, ma anche di preservarne la memoria e gli insegnamenti che da
questo fenomeno si possono trarre anche oggi. Il cittadino in armi che come
soldato è chiamato, disarmato, a continuare ad essere fedele al giuramento
presto in mano del nemico rappresenta un aspetto veramente degno di nota del
valore militare. Aspetto da sottolineare anche alla luce che, mentre il
combattente quando compie atti di valore è costante il suo riconoscimento anche
tangibile, mentre il combattente disarmato, anche compie atti di abnegazione e
valore, è per lo più non riconosciuto. Il presente volume è inserito nelle
edizioni fuori collana dedicate alla prigionia.
Massimo Squillaci, Socio della Federazione di Ancona dell’Istituto del Nastro Azzurro. E’ docente al Master di 1° Liv. in Storia Militare
Contemporanea dal 1796 al 1960 attivato presso la Università degli Studi N.
Cusano Telematica Roma.
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