La premessa di uno
studio. Osimo negli anni trenta. La popolazione.
L’agricoltura Italiana era la base della ricchezza della
nazione, negli anni dei primi dopoguerra. L’industria non aveva preso quel ruolo
che ebbe bel secondo dopoguerra, nonostante il grande sviluppo che ebbe per
fornire armi e mezzi all’esercito combattente nella grande guerra. Filippo
Scarponi nella sua tesi sostiene che “studiar
ei contadini nell’ambiente in cui vivono è pertanto uno dei compiti della nuova
Economia Rurale Italia, uno dei compiti più importanti che richiederà molto
tempo, ma che porterà vantaggi inestimabili a tutti coloro che dell’Economia
Rurale hanno fatto la loro scienza prediletta, ed attraverso essa cercano di
dare alla Nazione nostra tutto il suo prestigio”
Il tema allora era di grande attualità, che poi negli anni
successivi darà vita a quella che ebbe un ruolo fondamentale negli anni trenta,
quelle che sarebbe chiamate “le battaglie del grano”.
È un presupposto logico alla tesi la descrizione del comune
ove operano poi i contadini oggetti dello studio quello di descrive Osimo negli
anni trenta nei suoi caratteri generali, fisici, demografici, economici,
sociali.
Osimo allora come oggi è in provincia di Ancona e si estende
su una superficie di Kmq 105.403. Posto alla sommità di una collinetta
preapenninica a 265 s.l.m dista in linea d’aria circa 7 km. Il suo territorio è
in prevalenza collinare, disposto su piccoli colli che limitano tra loro brevi
tratti di terreno pianeggiante, fresco e fertile. Tra questi tratti assume la
maggior e importanze quello traversato dal corso del fiume Musone. IL clima
stante la vicinanza al mare, e specialmente per quella parte di territorio
volto a mezzogiorno, si può considerare marittimo, ove le stagioni si
susseguono con una certa regolarità nelle loro variazioni atmosferiche e ove
non si raggiungano limiti di temperature bassissimi od elevati fatta eccezione
della parte nord del territorio più vicina alla catena Appenninica, che è anche
la parte più alta di esso. I venti che dominano sono quelli di tramontana, la
bora di Trieste ed i venti di scirocco. Il centro del Comune dista 19 km dal
capoluogo di provincia e Km. 7,5 dalla propria stazione ferroviaria, situata a
75 m.s.m sulla linea ferroviaria Ancona Pescara. Gli abitanti del Comune erano,
al censimento del 1911 n. 19844, a quello del 1921 numero 19803, al 31 dicembre
1928 numero 20448. La situazione demografica del Comune è riassunta in un
prospetto con dati dedotti dallo Stato Civile. La tabella riporta dati dagli
anni che vanno dal 1911 al 1929 pere mortalità, natalità, Matrimoni,
Emigrazione Interna, Immigrazione Emigrazione transoceanica ed Emigrazione
continentale. In genere i dati riportati sono sull’ordine delle centinaia, con
un range delle varie voci dal 300 a 600. Il commento a questi dati si riferisce
alla emigrazione interna ed alla immigrazione. I valori rispettivi, grosso
modo, si equivalgono nei rispettivi anni ed è lecito ritenere che tali valori
si riferiscono nella loro totalità alla popolazione rurale del Comune. Nel caso
specifico non si può parlare di emigrazione vera e propria, giacché lo Stato
Civile registra sotto tale voce il numero delle persone che annualmente
cambiano la loro residenza passano sotto altro Comune. Orbene, ogni anno nella
zona, si verificano per le più svariate cause, alcuni movimenti e cambiamenti
di famiglie coloniche, che da un fondo vanno a coltivare un altro posto nel
territorio famiglie che precedentemente si trovano sotto la giurisdizione di un
altro Comune. Tali movimenti, anche se chiamati con il termine “emigrazione”
non risentano del concetto che generalmente si concede alla parola indicante il
fenomeno, poiché le famiglie che mutano la loro residenza non mutano l’ambiente
in cui svolgono la loro attività, quindi non variano questa e nelle linee
fondamentali il regime della loro esistenza si mantiene costante. I dati di tale emigrazione sono 477 (1926), 516 (1927), 371 !928) 2 479
(1929) L’emigrazione continentale è un fenomeno quasi del tutto sconosciuto nel
Comune e nella sua popolazione rurale; quasi rarissimi casi che si hanno sono
compresi nella cifra indicante l’emigrazione transoceanica. I dato sono: 98
casi (1926), 104 (1927) 56 (1928) 51 ( 1929). Secondo Filippo Scarponi i dati
di questa emigrazione transoceanica sono trascurabili. Oggi possiamo notare che
da Osimo si emigrava nel continente americano si al nord che al sud. E se si
legge la tabella riporta si evince che l’emigrazione transoceanica da Osimo non
era così trascurabile: nel 1911 era di 209 casi, 320 nel 1912, 223 nel 1913,
anno in cui il dato nazionale era di 4.500.000 italiani emigrane nel nuovo
continente.
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