Iniziamo a riportare note sulla bellezza delle donne Anconetane così come la loro immagine è stata tramandata nel corso dei secoli e puntualmente registrata e pubblicat da Palermo Giangiacomi. Si apre con una nota di Arturo Vecchini, che esalta la donna di Ancona
“….la fama ha consacrato
la anconitane come magnifici campioni di bellezza florida e forte” Arturo
Vecchini
Cosa ne pensavano nel 1400
Se alcuni scrittori
italiani e stranieri dicono che Ancona è brutta, malgrado a veste verde-azzurra
dei suoi colli e del suo mare, ed il diadema della sua Cattedrale, una vera
unanimità di laudi, un gettito perenne di fiori abbiamo invece attorno alla
Donna Anconetana, proclamata regina di bellezza.
Questo è adeguato
compenso alla immeritata accusa di bruttezza, contro il quale invoco il canto
di un fresco mattina d’Aprile, elevatesi dalla cerchia leggiadra dei suoi
colli, invoco l’omaggio del mare che offre il suo grande specchio alla città
sorridente; ai mille balconi imbandierati al sole.
No. Ancona la bella
città abbracciata dalle sue colline, vezzeggiata dal suo mare è degna cornice
alla grazia ed alla bellezza delle sue donne; degno giardino a tanti fiori! E
chi non sente erompere dal cuore un grido di gioia mirandola dal bacone del
Guasco, ha l’anima più fredda delle pietre del Duomo!
E qui per osservare l’ordine
cronologico, cedo la parola, per primo, ad un anconitano del secolo XV Lazzaro
Bernabei, il quale, nella sua cronaca, narrando la tentata invasione ad opera
di Galeazzo Malatesta nel 1413, ci tramanda il grido dell’avida soldatesca: “Sacco!sacco! Alle belle donne di Ancona;
alle belle donne di Ancona"
Palermo Giangiacomi 1923
Palermo Giangiacomi 1923
(massimo coltrinari: coltrinari2011@libero.it)
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