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lunedì 22 giugno 2015

Ancona 27 giugno 2015 II Incontro "La Grande Guerra" Polveriera "Castelfidardo" Comunicato

ACCADEMIA DI OPLOLOGIA E MILITARIA
ANCONA
Via Cialdini 26
Comunicato

Incontro
“Dall’illusione alla tragica realtà: Le prime quattro battaglie dell’Isonzo.
24 maggio -8 dicembre 1915”

Massimo Coltrinari

Nel quadro del programma promosso dal Comune di Ancona volto ad evocare il centenario della Prima Guerra Mondiale si terrà il prossimo
 sabato 27 giugno 2015 alle ore 18.00
alla Polveriera “Castelfidardo”
al Campo degli Ebrei - Cardeto
il secondo degli incontri del ciclo proposto ed organizzato dalla
 Accademia di Oplologia e Militaria di Ancona del socio Massimo Coltrinari
dal tema:

“Dall’illusione alla tragica realtà: Le prime quattro battaglie dell’Isonzo.
24 maggio -8 dicembre 1915”

Secondo incontro del ciclo degli incontri, a cadenza mensile,  voluto dal compianto Franco Sestilli, presidente della Accademia, è dedicato alle prime operazioni della guerra dichiarata il 24maggio 1915.. Dopo aver parlato dello scontro tra interventisti e neutralisti, con il Governo Salandra che operò in modo contraddittorio fino a sfiorare la guerra civile in quello che fu definito il “maggio radioso” con particolare accenno al ruolo di Ancona in quelle settimane terribili, con questo secondo incontro si scende sul piano strettamente tecnico-tattico.
Sia l’opinione pubblica, che sull’onda dell’interventismo, voleva assolutamente la guerra all’Austria, nemico ereditario che da sempre impediva il compimento del nostro processo unitario, considerando il nostro Paese solo come una semplice espressione geografica, sia il Governo, inteso come vertice politico diplomatico, si aspettavano una facile avanzata verso Lubiana, la facile conquista di Trieste e altre avanzate non meglio specificate, in accordo con una combinata azione con l’Esercito Russo e l’Esercito Serbo. Erano disegni e calcoli riferiti a idee e desideri, distanti dalla realtà, e come sempre accade quando si programma e si pianifica con questi elementi, presto la realtà si manifesta in tutti i suoi contorni.

Si parlerà, nella prima parte, degli errori sul piano militare commessi dal vertice politico-diplomatico, primo fra tutti l’affrettata stipula del patto di Londra, in cui le convenzioni militari previste, soprattutto quella con la Russia, furono attivate ai primi di maggio e quindi non in grado di essere operativamente incidenti nelle operazioni delle prime battaglie dell’Isonzo. Altro errore la mobilitazione dell’Esercito, che fu attivata con grave ritardo e, una volta messa in modo, soprattutto nella fase della radunata delle forze, ebbe non eccellenti applicazioni. Rispetto alla mobilitazione “camoscio” quella applicata, la mobilitazione “rossa” che era concettualmente migliore della “camoscio”, si concluse con circa due settimane di ritardo, ritardo che permise al Comando Supremo Austriaco, che già aveva compreso che l’Italia sarebbe entrata in guerra contro la duplice monarchia il 4 maggio, giorno in cui Roma denunciava il Trattato della Triplice Alleanza, di completare il proprio schieramento difensivo in quello che ormai era il fronte occidentale austriaco, dopo quello balcanico in Serbia e orientale, contro i Russi.

Un segmento dell’incontro sarà dedicato ad un breve cenno ai procedimenti di impiego adottati dal nostro Esercito, con una breve esegesi di quel noto “Libretto Rosso” che è alla base dell’impiego della fanteria italiana nel 1915 e negli anni seguenti, fonte di tutte le tragedie umane e degli insuccessi tattici della Grande Guerra. Subito dopo si parlerà della conseguenza di questi procedimenti di impiego  ovvero,  per i risultati prodotti, dello stallo tattico, ove la manovra, intesa come la combinazione tra il fuoco ed il movimento, escluse categoricamente quest’ultimo, determinando la superiorità della difesa rispetto all’attacco, ma soprattutto  la impossibilità di conseguire quello che oggi si definisce l”end state”, cioè il compimento positivo della battaglia con l’acquisizione dell’obiettivo, ovvero quello che allora si chiamava la vittoria.

L’ultima parte sarà dedicata ad una breve analisi alle quattro battaglie dell’Isonzo, che in breve così si possono riassumere:
 I battaglia dell’Isonzo. 23 giugno – 7 luglio 1915. L’offensiva italiana fu lanciata contro le teste di ponte di Tolmino e di Gorizia, e contro il ciglione del Carso, con il risultato di riuscire a portare le linee a stretto contatto con quelle nemiche della V Armata, la “Isonzo Armee”, al comando del Boraevic.

II battaglia dell’Isonzo. 18 luglio - 3 agosto 1915. Nell’alto Isonzo fu conquistato il Monte Rosso, mentre sui rimanenti tratti di fronte i progressi furono lievi. Si ebbero 6147 Caduti, 4897 Dispersi, circa 30000 Feriti. Gli Austriaci 7721 Caduti, 12290 Dispersi e circa 26000 Feriti.

III battaglia dell’Isonzo. 18 ottobre – 4 novembre 1915. L’obiettivo principale italiano era quello di conquistare la testa di ponte di Gorizia. La lotta divenne aspra da Tolmino al mare, ma produsse pochi risultati sul Vodhill (zona di Tolmino) e sul ciglione carsico. Si ebbero 10633 Caduti, 11985 Dispersi, circa 4000 Feriti. Gli Austriaci 8228 Caduti, 7201 Dispersi e circa 26000 Feriti.

IV battaglia dell’Isonzo. 10 novembre 1915 – 2 dicembre 1915. Lo sforzo principale fu esercitato contro la testa di ponte di Gorizia e il Carso settentrionale con risultati completamente negativi. Si ebbero 7498 Caduti, 7513 Dispersi, circa 33000 Feriti. Gli Austriaci 5510 Caduti, 593 Dispersi e circa 19000 Feriti

Solo osservando le perdite di entrambe le parti si comprende che gli Austriaci, inizialmente in posizioni attrezzate a difesa si erano rafforzati in termini di uomini e mezzi. Questo nelle successive battaglie portò ad elevare il numero di perdite tra gli Italiani, a fronte di scarsissimi risultati sia tattici, che tantomeno strategici.

L’incontro sarà preceduto da una nota introduttiva del Presidente della Accademia di Oplologia e Militaria Massimo Ossidi, che darà un quadro contestualizzato del periodo che si sta trattando ovvero la tarda primavera e l’estate del 1915, in cui il dado tratto, portò l’Italia di fronte ad una realtà durae ragica. Ma ormai non si poteva più tornare indietro.

Il naturale dibattito con i Soci, gli amici e con quanti vorranno intervenire concluderà questo primo incontro.

Il testo di questo comunicato è su

 www.ancona.lastoria.blogspot.com

giovedì 18 giugno 2015

Ancona: un interessante week end alla Polveriera

DOMANI IL LIBRO "SCEMI DI GUERRA" 
SUI RICOVERATI AL MANICOMIO DI ANCONA 
E, 
ALLE 21, IL FILM "LA GRANDE GUERRA", 
CON GASSMAN E SORDI
DOMENICA VISITA GUIDATA AL BASTIONE SAN PAOLO E ALLA POLVERIERA 
 

Prosegue il percorso di "Ancona nella Grande guerra" alla Polveriera del Parco del Cardeto. Ingresso libero a tutti gli eventi.  

Domani (venerdì 19) alle 18 è in programma la presentazione del libro 

Scemi di guerra. I militari della Prima guerra mondiale ricoverati al manicomio di Ancona 
di Maria Grazia Salonna (Ed. AE). 
Modera Gabriella Boyer Pelizza
Gli “scemi di guerra”, che dal 1915 al 1918  furono accolti al manicomio di Ancona furono dimenticati dalla società civile, che non volle vederne le ferite nel corpo e nell’anima. Ad essi non fu concesso il ricordo, sepolto spesso dalla vergogna e dall’isolamento in cui vennero lasciati nel dopoguerra. Nonostante le difficoltà, nell’ultimo decennio sono stati realizzati lavori di ricerca imperniati sull’esame delle cartelle cliniche dei militari che consentono il riaffiorare delle vicissitudini, dei lamenti e delle disperazioni delle loro vite spezzate e di come avessero spesso brutalmente interagito con esse le autorità militari e il mondo della psichiatria . A questi lavori si affianca “Gli scemi di guerra”- I militari ricoverati al Manicomio di Ancona durante la Grande guerra, volto a far conoscere soprattutto le voci del dolore rimaste soffocate per tanto tempo nelle carte nel manicomio dorico. Per non dimenticarle.

 
Per la rassegna "La grande guerra al cinema" è in calendario venerdì alle 21 il film La Grande guerra di Mario Monicelli (1959). Vincitore del Leone d'oro a Venezia, è considerato il più importante film italiano di guerra di tutti i tempi, felice connubio di commedia tragedia. Con due interpreti d'eccezione e in stato di grazia: Alberto Sordi e Vittorio Gassman. Presenta Stefano Gambelli.  
 

Domenica 21 giugno, a partire dalle 9,30 e fino "ad esaurimento", è in programma una visita guidata gratuita (e senza prenotazione) del Parco del Cardeto, a cura del gruppo "I sedici forti di Ancona". La visita comprende l'eccezionale bastione San Paolo e la Polveriera, mostra inclusa. Appuntamento in piazzale Neruda (di fronte al bastione, con ingresso da via del Faro. Per info: 347-7984310 o 333.4682592; pagina FB: 
isedicifortidiAncona; email: sediciforti@gmail.com   


 
Sempre aperta - in occasione degli eventi (quindi anche venerdì sera) - è la mostra "Ancona nella Grande guerra" che osserva comunque i seguenti orari: sabato dalle 17 alle 20 e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20 (a luglio aperta tutti i giorni tranne il lunedì).  


lunedì 15 giugno 2015

Confrenza: Nenni, Mussolini e la Grande Guerra al nemico ereditario


IL TESTO DELLA CONFERENZA E' IN RIELABORAZIONE PER IL VOLUME

LE MARCHE E LA PRIMA GUERRA MONDIALE: IL 1915.
SOTTO ATTACCO
Volume I

Una sintesi, mutuata dal comunicato stampa si trova su
"www.coltrinaristoriamilitare.blogspot.com"

domenica 7 giugno 2015

Il primo incontro sulla Prima Guerra Mondiale. Iconogragia









Primo incontro sulla Prima Guerra Mondiale. Comunicato


Nel quadro del programma promosso dal Comune di Ancona volto ad evocare il centenario della Prima Guerra Mondiale si terrà il prossimo
 sabato 13 giugno 2015 alle ore 18.00
alla Polveriera “Castelfidardo”
al Campo degli Ebrei
il primo degli incontri del ciclo proposto ed organizzato dalla
 Accademia di Oplologia e Militaria di Ancona del socio Massimo Coltrinari
dal tema:

 L’Interventismo in Ancona nel 1914 -1915:
Nenni Mussolini e la guerra al nemico ereditario”.

Il ciclo di incontri, a cadenza mensile, è stato voluto dal compianto Franco Sestilli, presidente della Accademia, purtroppo scomparso alcune settimane fa, per significare il ruolo di Ancona nel Grande Conflitto. Già grazie alla fattiva opera di Franco Sestilli, l’azione di rievocare eventi significativi che videro Ancona protagonista della Storia d’Italia negli anni precedenti la Guerra Mondiale si era concretizzata con gli incontri dedicati alla figura ed all’opera di Lamberto Duranti, anconetano, il primo giornalista italiano deceduto nella Grande Guerra. In una cerimonia al Famedio del Cimitero della Tavernelle, Franco Sestilli sottolineò come Ancona fosse in prima linea in un impegno politico e sociale che esprimeva la somma di valori civici di lunga tradizione risorgimentale. In una successiva manifestazione nella Sala della Società di Mutuo Soccorso di Casteld’Emilio Franco Sestilli ribadiva l’importanza che Ancona e gli anconetani hanno nei mesi che precedettero il nostro intervento. Ricordò che ai funerali di Lamberto Duranti ad Ancona il 20 gennaio 1915 vi erano oltre 30.000 persone. Franco Sestilli, gravemente ammalato non potè essere presente l’8 maggio scorso quando l’Ordine dei Giornalisti delle Marche nella Sala del Consiglio del Comune di Ancona organizzò un convegno nazionale in cui la figura di Lamberto Duranti fu adeguatamente ricordata.

Su questo filone avviato da Franco Sestilli, si innesta l’incontro di sabato 13, il primo dei 12 incontro in programma per questo progetto culturale. Con un taglio decisamente accademico e volutamente non divulgativo, Massimo Coltrinari, socio della Accademia, presenterà ai Soci, agli amici e a quanti vorranno intervenire, i dettami dell’interventismo che ebbero come cornice Ancona. Partendo proprio dal funerali di Lamberto Duranti, che erano stati preceduti da quelli di Bruno e Costante Garibaldi, che avevano riavviato in forma più pressante il problema della nostra posizione nella guerra europea, si analizzerà l’azione e l’opera svolta ad Ancona e nel resto di Italia di interventisti come Pietro Nenni, Benito Mussolini, Cesare Battisti, Luigi Albertini, Filippo Corridoni, ed altri tutti legati in un modo o nell’altro ad Ancona.
Pietro Nenni era direttore del Lucifero, giornale del partito repubblicano che si contrapponeva al “Vecchio Lucifero”, giornale dei repubblicani più intransigenti, entrambi stampati in Ancona. Come direttore del Lucifero Nenni era una forza trainante per tutto il movimento repubblicano, che aveva visto la massima espressione nell’organizzare la Legone Garibaldina che stava combattendo nelle Argonne, in cui erano affluiti, primi fra tutti Chistergi, Marabini e tanti altri, gli esponeti di spicco del repubblicanesimo marchigiano. Si analizzerà i rapporto con l’altro interventista, Benito Mussolini, che sul suo foglio matricolare aveva segnato “Renitente alla chiamata di leva della sua classe” a subito dopo 2Condannato ad un anno di reclusione militare per renitenza alla leva”, un Mussoli antimilitarista ed antimonarchico che aveva rinsaldata la sua amicizia, entrambi erano romagnoli, con nenni nei giorni convulsi e tragici della settimana rossa. Ed in questo rapporto che emerge il ruolo primario di Ancona in quei mesi decisivi
Mesi che videro anche l’opera di un altro anconetano illustre Luigi Albertini, direttore del Corriere della sera, che sotto la sua direzione divenne uno dei primi giornali d’Italia; una direzione la sua che fu definita una mezza via tra unica compagnia di gesuiti ed una legione di carabinieri, tanto era determinato nella sua azione. All’interventismo del Corriere della Sera si farà cenno anche illustrando la figura di Filippo Corridoni, marchigiano, che cadrà alla trincea delle Frasche il 25 ottobre 1915, così come le altre figure di interventisti come Luigi Lori di Firenze, Publio Paletti di terni, Peppino Garibaldi, Cesare Rossi, Miche Bianchi Giovanni Marinelli ecc.
Un dato rilevate che sottolinea come l’interventismo in Ancona e nella Marche cosi come nelle Romagne, era fortemente radicato. Un dato che occorre ben comprendere, ed e questo uno degli scopi dell’incontro, per spiegare il fallimento dell’azione di bombardamento della flotta austriaca contro Ancona e contro le altre città marchigiane e romagnole il primo giorno di guerra.

L’incontro sarà preceduto da una nota introduttiva del Presidente della Accademia di Oplologia e Militaria Massimo Ossidi, che illustrerà il ciclo di incontro proposto e le sue finalità, e vedrà, di seguito, l’intervento di Manlio Bovino, attuale direttore del “Lucifero” che tratteggerà aspetti di ieri e di oggi di questo giornale in relazione al tema dell’intervento.

Il naturale dibattito con i Soci, gli amici e con quanti vorranno intervenire concluderà questo primo incontro.

Il testo di questo comunicato è su
 www.ancona.lastoria.blogspot.com



Il primo incontro sulla Grande Guerra



ACCADEMIA DI OPLOLOGIA E MILITARIA
ANCONA
Via Cialdini 26



Incontro
“L’Interventismo in Ancona nel 1914 -1915:
Nenni Mussolini e la guerra al nemico ereditario”
relatore 

Massimo Coltrinari