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domenica 28 giugno 2015
sabato 27 giugno 2015
lunedì 22 giugno 2015
Ancona 27 giugno 2015 II Incontro "La Grande Guerra" Polveriera "Castelfidardo" Comunicato
ACCADEMIA DI OPLOLOGIA E MILITARIA
ANCONA
Via Cialdini 26
Comunicato
Incontro
“Dall’illusione alla tragica realtà: Le
prime quattro battaglie dell’Isonzo.
24 maggio -8 dicembre 1915”
Nel quadro del programma promosso dal
Comune di Ancona volto ad evocare il centenario della Prima Guerra Mondiale si
terrà il prossimo
sabato 27 giugno 2015 alle ore 18.00
alla
Polveriera “Castelfidardo”
al
Campo degli Ebrei - Cardeto
il secondo degli incontri del ciclo
proposto ed organizzato dalla
Accademia di Oplologia e Militaria di Ancona del
socio Massimo
Coltrinari
dal tema:
“Dall’illusione alla tragica realtà: Le
prime quattro battaglie dell’Isonzo.
24 maggio -8 dicembre 1915”
Secondo incontro del ciclo degli incontri, a cadenza mensile, voluto dal compianto Franco Sestilli,
presidente della Accademia, è dedicato alle prime operazioni della guerra
dichiarata il 24maggio 1915.. Dopo aver parlato dello scontro tra interventisti
e neutralisti, con il Governo Salandra che operò in modo contraddittorio fino a
sfiorare la guerra civile in quello che fu definito il “maggio radioso” con
particolare accenno al ruolo di Ancona in quelle settimane terribili, con
questo secondo incontro si scende sul piano strettamente tecnico-tattico.
Sia l’opinione pubblica, che sull’onda dell’interventismo, voleva
assolutamente la guerra all’Austria, nemico ereditario che da sempre impediva
il compimento del nostro processo unitario, considerando il nostro Paese solo
come una semplice espressione geografica, sia il Governo, inteso come vertice
politico diplomatico, si aspettavano una facile avanzata verso Lubiana, la
facile conquista di Trieste e altre avanzate non meglio specificate, in accordo
con una combinata azione con l’Esercito Russo e l’Esercito Serbo. Erano disegni
e calcoli riferiti a idee e desideri, distanti dalla realtà, e come sempre
accade quando si programma e si pianifica con questi elementi, presto la realtà
si manifesta in tutti i suoi contorni.
Si parlerà, nella prima parte, degli errori sul piano militare commessi
dal vertice politico-diplomatico, primo fra tutti l’affrettata stipula del
patto di Londra, in cui le convenzioni militari previste, soprattutto quella
con la Russia, furono attivate ai primi di maggio e quindi non in grado di
essere operativamente incidenti nelle operazioni delle prime battaglie
dell’Isonzo. Altro errore la mobilitazione dell’Esercito, che fu attivata con
grave ritardo e, una volta messa in modo, soprattutto nella fase della radunata
delle forze, ebbe non eccellenti applicazioni. Rispetto alla mobilitazione
“camoscio” quella applicata, la mobilitazione “rossa” che era concettualmente
migliore della “camoscio”, si concluse con circa due settimane di ritardo,
ritardo che permise al Comando Supremo Austriaco, che già aveva compreso che
l’Italia sarebbe entrata in guerra contro la duplice monarchia il 4 maggio,
giorno in cui Roma denunciava il Trattato della Triplice Alleanza, di
completare il proprio schieramento difensivo in quello che ormai era il fronte
occidentale austriaco, dopo quello balcanico in Serbia e orientale, contro i
Russi.
Un segmento dell’incontro sarà
dedicato ad un breve cenno ai procedimenti di impiego adottati dal nostro
Esercito, con una breve esegesi di quel noto “Libretto Rosso” che è alla base
dell’impiego della fanteria italiana nel 1915 e negli anni seguenti, fonte di
tutte le tragedie umane e degli insuccessi tattici della Grande Guerra. Subito
dopo si parlerà della conseguenza di questi procedimenti di impiego ovvero, per i risultati prodotti, dello stallo tattico, ove la manovra, intesa
come la combinazione tra il fuoco ed il movimento, escluse categoricamente
quest’ultimo, determinando la superiorità della difesa rispetto all’attacco, ma
soprattutto la impossibilità di
conseguire quello che oggi si definisce l”end state”, cioè il compimento
positivo della battaglia con l’acquisizione dell’obiettivo, ovvero quello che
allora si chiamava la vittoria.
L’ultima parte sarà dedicata ad
una breve analisi alle quattro battaglie dell’Isonzo, che in breve così si
possono riassumere:
I battaglia dell’Isonzo. 23
giugno – 7 luglio 1915. L’offensiva italiana fu lanciata contro le teste di
ponte di Tolmino e di Gorizia, e contro il ciglione del Carso, con il risultato
di riuscire a portare le linee a stretto contatto con quelle nemiche della V
Armata, la “Isonzo Armee ”,
al comando del Boraevic.
II battaglia dell’Isonzo. 18 luglio - 3 agosto 1915. Nell’alto
Isonzo fu conquistato il Monte Rosso, mentre sui rimanenti tratti di fronte i
progressi furono lievi. Si ebbero 6147 Caduti, 4897 Dispersi, circa 30000
Feriti. Gli Austriaci 7721 Caduti, 12290 Dispersi e circa 26000 Feriti.
III battaglia dell’Isonzo. 18 ottobre – 4 novembre 1915.
L’obiettivo principale italiano era quello di conquistare la testa di ponte di
Gorizia. La lotta divenne aspra da Tolmino al mare, ma produsse pochi risultati
sul Vodhill (zona di Tolmino) e sul ciglione carsico. Si ebbero 10633 Caduti,
11985 Dispersi, circa 4000 Feriti. Gli Austriaci 8228 Caduti, 7201 Dispersi e
circa 26000 Feriti.
IV battaglia dell’Isonzo. 10 novembre 1915 – 2 dicembre 1915. Lo
sforzo principale fu esercitato contro la testa di ponte di Gorizia e il Carso
settentrionale con risultati completamente negativi. Si ebbero 7498 Caduti,
7513 Dispersi, circa 33000 Feriti. Gli Austriaci 5510 Caduti, 593 Dispersi e
circa 19000 Feriti
Solo osservando le perdite di
entrambe le parti si comprende che gli Austriaci, inizialmente in posizioni
attrezzate a difesa si erano rafforzati in termini di uomini e mezzi. Questo
nelle successive battaglie portò ad elevare il numero di perdite tra gli Italiani,
a fronte di scarsissimi risultati sia tattici, che tantomeno strategici.
L’incontro sarà preceduto da una nota introduttiva del Presidente della
Accademia di Oplologia e Militaria Massimo Ossidi , che darà un quadro contestualizzato
del periodo che si sta trattando ovvero la tarda primavera e l’estate del 1915,
in cui il dado tratto, portò l’Italia di fronte ad una realtà durae ragica. Ma
ormai non si poteva più tornare indietro.
Il naturale dibattito con i Soci, gli amici e con quanti vorranno
intervenire concluderà questo primo incontro.
Per info: accademiaoplologiaemilitaria@yaooh.it
Il testo di questo comunicato è su
www.ancona.lastoria.blogspot.com
giovedì 18 giugno 2015
Ancona: un interessante week end alla Polveriera
DOMANI IL LIBRO "SCEMI DI GUERRA"
SUI RICOVERATI AL MANICOMIO DI ANCONA
E,
ALLE 21, IL FILM "LA GRANDE GUERRA",
CON GASSMAN E SORDI
DOMENICA VISITA GUIDATA AL BASTIONE SAN PAOLO E ALLA POLVERIERA
Prosegue il percorso di "Ancona nella Grande guerra" alla Polveriera del Parco del Cardeto. Ingresso libero a tutti gli eventi.
Per la rassegna "La grande guerra al cinema" è in calendario venerdì alle 21 il film La Grande guerra di Mario Monicelli (1959). Vincitore del Leone d'oro a Venezia, è considerato il più importante film italiano di guerra di tutti i tempi, felice connubio di commedia tragedia. Con due interpreti d'eccezione e in stato di grazia: Alberto Sordi e Vittorio Gassman. Presenta Stefano Gambelli.
Domani (venerdì 19) alle 18 è in programma la presentazione del libro
Scemi di guerra. I militari della Prima guerra mondiale ricoverati al manicomio di Ancona
di Maria Grazia Salonna (Ed. AE).
Modera Gabriella Boyer Pelizza.
Gli “scemi di guerra”, che dal 1915 al 1918 furono accolti al manicomio di Ancona furono dimenticati dalla società civile, che non volle vederne le ferite nel corpo e nell’anima. Ad essi non fu concesso il ricordo, sepolto spesso dalla vergogna e dall’isolamento in cui vennero lasciati nel dopoguerra. Nonostante le difficoltà, nell’ultimo decennio sono stati realizzati lavori di ricerca imperniati sull’esame delle cartelle cliniche dei militari che consentono il riaffiorare delle vicissitudini, dei lamenti e delle disperazioni delle loro vite spezzate e di come avessero spesso brutalmente interagito con esse le autorità militari e il mondo della psichiatria . A questi lavori si affianca “Gli scemi di guerra”- I militari ricoverati al Manicomio di Ancona durante la Grande guerra , volto a far conoscere soprattutto le voci del dolore rimaste soffocate per tanto tempo nelle carte nel manicomio dorico. Per non dimenticarle.
Per la rassegna "La grande guerra al cinema" è in calendario venerdì alle 21 il film La Grande guerra di Mario Monicelli (1959). Vincitore del Leone d'oro a Venezia, è considerato il più importante film italiano di guerra di tutti i tempi, felice connubio di commedia tragedia. Con due interpreti d'eccezione e in stato di grazia: Alberto Sordi e Vittorio Gassman. Presenta Stefano Gambelli.
Domenica 21 giugno, a partire dalle 9,30 e fino "ad esaurimento", è in programma una visita guidata gratuita (e senza prenotazione) del Parco del Cardeto, a cura del gruppo "I sedici forti di Ancona". La visita comprende l'eccezionale bastione San Paolo e la Polveriera, mostra inclusa. Appuntamento in piazzale Neruda (di fronte al bastione, con ingresso da via del Faro. Per info: 347-7984310 o 333.4682592; pagina FB:
isedicifortidiAncona; email: sediciforti@gmail.com
Sempre aperta - in occasione degli eventi (quindi anche venerdì sera) - è la mostra "Ancona nella Grande guerra" che osserva comunque i seguenti orari: sabato dalle 17 alle 20 e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20 (a luglio aperta tutti i giorni tranne il lunedì).
lunedì 15 giugno 2015
mercoledì 10 giugno 2015
domenica 7 giugno 2015
Primo incontro sulla Prima Guerra Mondiale. Comunicato
Nel quadro del programma promosso dal Comune di Ancona
volto ad evocare il centenario della Prima Guerra Mondiale si terrà il prossimo
sabato 13 giugno 2015 alle ore 18.00
alla Polveriera “Castelfidardo”
al Campo degli Ebrei
il primo degli incontri del ciclo proposto ed
organizzato dalla
Accademia di
Oplologia e Militaria di Ancona del socio Massimo Coltrinari
dal tema:
L’Interventismo in Ancona nel 1914 -1915:
Nenni
Mussolini e la guerra al nemico ereditario”.
Il ciclo di incontri, a cadenza mensile, è stato voluto dal compianto
Franco Sestilli, presidente della Accademia, purtroppo scomparso alcune
settimane fa, per significare il ruolo di Ancona nel Grande Conflitto. Già
grazie alla fattiva opera di Franco Sestilli, l’azione di rievocare eventi
significativi che videro Ancona protagonista della Storia d’Italia negli anni
precedenti la Guerra Mondiale si era concretizzata con gli incontri dedicati
alla figura ed all’opera di Lamberto Duranti, anconetano, il primo giornalista
italiano deceduto nella Grande Guerra. In una cerimonia al Famedio del Cimitero
della Tavernelle, Franco Sestilli sottolineò come Ancona fosse in prima linea
in un impegno politico e sociale che esprimeva la somma di valori civici di
lunga tradizione risorgimentale. In una successiva manifestazione nella Sala
della Società di Mutuo Soccorso di Casteld’Emilio Franco Sestilli ribadiva
l’importanza che Ancona e gli anconetani hanno nei mesi che precedettero il
nostro intervento. Ricordò che ai funerali di Lamberto Duranti ad Ancona il 20
gennaio 1915 vi erano oltre 30.000 persone. Franco Sestilli, gravemente
ammalato non potè essere presente l’8 maggio scorso quando l’Ordine dei
Giornalisti delle Marche nella Sala del Consiglio del Comune di Ancona
organizzò un convegno nazionale in cui la figura di Lamberto Duranti fu
adeguatamente ricordata.
Su questo filone avviato da Franco Sestilli, si innesta l’incontro di
sabato 13, il primo dei 12 incontro in programma per questo progetto culturale.
Con un taglio decisamente accademico e volutamente non divulgativo, Massimo
Coltrinari, socio della Accademia, presenterà ai Soci, agli amici e a quanti
vorranno intervenire, i dettami dell’interventismo che ebbero come cornice
Ancona. Partendo proprio dal funerali di Lamberto Duranti, che erano stati preceduti
da quelli di Bruno e Costante Garibaldi, che avevano riavviato in forma più
pressante il problema della nostra posizione nella guerra europea, si
analizzerà l’azione e l’opera svolta ad Ancona e nel resto di Italia di
interventisti come Pietro Nenni, Benito Mussolini, Cesare Battisti, Luigi
Albertini, Filippo Corridoni, ed altri tutti legati in un modo o nell’altro ad
Ancona.
Pietro Nenni era direttore del Lucifero, giornale del partito
repubblicano che si contrapponeva al “Vecchio Lucifero”, giornale dei
repubblicani più intransigenti, entrambi stampati in Ancona. Come direttore del
Lucifero Nenni era una forza trainante per tutto il movimento repubblicano, che
aveva visto la massima espressione nell’organizzare la Legone Garibaldina che
stava combattendo nelle Argonne, in cui erano affluiti, primi fra tutti
Chistergi, Marabini e tanti altri, gli esponeti di spicco del repubblicanesimo
marchigiano. Si analizzerà i rapporto con l’altro interventista, Benito
Mussolini, che sul suo foglio matricolare aveva segnato “Renitente alla
chiamata di leva della sua classe” a subito dopo 2Condannato ad un anno di
reclusione militare per renitenza alla leva”, un Mussoli antimilitarista ed
antimonarchico che aveva rinsaldata la sua amicizia, entrambi erano romagnoli,
con nenni nei giorni convulsi e tragici della settimana rossa. Ed in questo
rapporto che emerge il ruolo primario di Ancona in quei mesi decisivi
Mesi che videro anche l’opera di un altro anconetano illustre Luigi
Albertini, direttore del Corriere della sera, che sotto la sua direzione
divenne uno dei primi giornali d’Italia; una direzione la sua che fu definita
una mezza via tra unica compagnia di gesuiti ed una legione di carabinieri,
tanto era determinato nella sua azione. All’interventismo del Corriere della
Sera si farà cenno anche illustrando la figura di Filippo Corridoni,
marchigiano, che cadrà alla trincea delle Frasche il 25 ottobre 1915, così come
le altre figure di interventisti come Luigi Lori di Firenze, Publio Paletti di
terni, Peppino Garibaldi, Cesare Rossi, Miche Bianchi Giovanni Marinelli ecc.
Un dato rilevate che sottolinea come l’interventismo in Ancona e nella
Marche cosi come nelle Romagne, era fortemente radicato. Un dato che occorre
ben comprendere, ed e questo uno degli scopi dell’incontro, per spiegare il
fallimento dell’azione di bombardamento della flotta austriaca contro Ancona e
contro le altre città marchigiane e romagnole il primo giorno di guerra.
L’incontro sarà preceduto da una nota introduttiva del Presidente della
Accademia di Oplologia e Militaria Massimo Ossidi, che illustrerà il ciclo di
incontro proposto e le sue finalità, e vedrà, di seguito, l’intervento di
Manlio Bovino, attuale direttore del “Lucifero” che tratteggerà aspetti di ieri
e di oggi di questo giornale in relazione al tema dell’intervento.
Il naturale dibattito con i Soci, gli amici e con quanti vorranno
intervenire concluderà questo primo incontro.
Per info: accademiaoplologiaemilitaria@yaooh.it
Il testo di questo comunicato è su
www.ancona.lastoria.blogspot.com
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