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lunedì 11 gennaio 2016

Il Valore degli Italiani. Il Contributo dei Marchigiani. Note a margine I



La Grande Guerra. Gli eroi Italiani
Il Calendario dell’Esercito del 2016, dal titolo “Italiani” rappresenta un’opera che punta a esaltare il contributo di quanti parteciparono alla “Grande Guerra”. Furono, infatti, milioni gli Italiani che risposero alla chiamata alle armi nel Regio Esercito, concorrendo alla vittoria finale con cui il nostro Paese riuscì finalmente a concludere con successo il suo lungo percorso risorgimentale.
Contadini, operai, studenti, artisti, sacerdoti, italiani emigrati e rientrati in Patria, ma anche politici e intellettuali, indossarono l’uniforme “grigio-verde”, oggi divenuta vero e proprio simbolo della nostra storia, per combattere per il compimento dell’unità nazionale e la liberazione degli ultimi territori irredenti.
L’opera presenta uno spaccato dell’intera comunità, vera protagonista di questa prima grande prova collettiva, a cui dobbiamo aggiungere tutti i civili, uomini e donne, che sostennero con il loro lavoro nei campi e nelle industrie, o anche solo moralmente, i soldati impegnati al fronte.0

Inoltre, la presentazione del Calendario dell’Esercito del 2016 offre lo spunto per parlare di Italiani, ma, soprattutto, di coloro che, originari della nostra regione - Le Marche - non esitarono a fornire un contributo di sangue, sacrifici ed eroismi alla nostra ancora giovane Italia.

Il contributo dei marchigiani, come Italiani, alla vittoria finale.

 Il contributo dalla gente della nostra Regione non si discosta da quello delle altre nei suoi temi generali: ovvero uno spaccato dell’intera società del periodo che, inquadrata nei ranghi dell’Esercito affronta la sua prima grande prova collettiva della unità nazionale. Era, la società marchigiana di fine ottocento ed inizio novecento; una società prevalentemente agricola, soprattutto nell’interno; con l’artigianato presente ovunque; la piccola e media industria poco sviluppata, e concentrata per la maggior parte sulla costa; l’imprenditoria di poca consistenza. Questa società era fortemente permeata da idee progressiste, in virtù del rapido sviluppo che si ebbe del movimento mazziniano, e poi repubblicano, che si appoggiava ad una florida rete di logge massoniche che si contrapponevano ad una organizzazione clericale erede del vecchio Stato Pontificio.
 
Mussolini e Corridoni nel 1914

Filippo Corridoni

Mussolini. Corridoni
La contrapposizione con il potere centrale era consistente. Nel 1914, sull’onda dei grandi scioperi, delle manifestazioni antimilitarsite di massa, partì proprio da Ancona la cosiddetta “settimana rossa”, (7 giugno 1914) che in breve si estese in tutta Italia. Era una opposizione che si fondava sul rifiuto della Guerra di Libia, vista solo come un conflitto a tutto vantaggio delle classi dominanti. Per una settimana, come nella vicina Romagna, il potere centrale ebbe difficoltà a mantenere ed avere il controllo della nostra Regione.


 Cesare Battisti

Cesare Battisti, redattore del Popolo d'Italia, diretto da Benito Mussolini

(continua)

Massimo Coltrinari
(coltrinari2011@libero.it)


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