La Grande Guerra. Gli eroi Italiani
Il Calendario dell’Esercito del 2016,
dal titolo “Italiani” rappresenta
un’opera che punta a esaltare il contributo di quanti parteciparono alla
“Grande Guerra”. Furono, infatti, milioni gli Italiani che risposero alla
chiamata alle armi nel Regio Esercito, concorrendo alla vittoria finale con cui
il nostro Paese riuscì finalmente a concludere con successo il suo lungo
percorso risorgimentale.
Contadini, operai, studenti, artisti,
sacerdoti, italiani emigrati e rientrati in Patria, ma anche politici e
intellettuali, indossarono l’uniforme “grigio-verde”, oggi divenuta vero e
proprio simbolo della nostra storia, per combattere per il compimento
dell’unità nazionale e la liberazione degli ultimi territori irredenti.
L’opera presenta uno spaccato
dell’intera comunità, vera protagonista di questa prima grande prova collettiva,
a cui dobbiamo aggiungere tutti i civili, uomini e donne, che sostennero con il
loro lavoro nei campi e nelle industrie, o anche solo moralmente, i soldati
impegnati al fronte.0
Inoltre, la presentazione del
Calendario dell’Esercito del 2016 offre lo spunto per parlare di Italiani, ma,
soprattutto, di coloro che, originari della nostra regione - Le Marche - non
esitarono a fornire un contributo di sangue, sacrifici ed eroismi alla nostra
ancora giovane Italia.
Il contributo dei marchigiani, come Italiani, alla
vittoria finale.
Il contributo dalla gente della
nostra Regione non si discosta da quello delle altre nei suoi temi generali: ovvero
uno spaccato dell’intera società del periodo che, inquadrata nei ranghi dell’Esercito
affronta la sua prima grande prova collettiva della unità nazionale. Era, la
società marchigiana di fine ottocento ed inizio novecento; una società
prevalentemente agricola, soprattutto nell’interno; con l’artigianato presente
ovunque; la piccola e media industria poco sviluppata, e concentrata per la
maggior parte sulla costa; l’imprenditoria di poca consistenza. Questa società
era fortemente permeata da idee progressiste, in virtù del rapido sviluppo che
si ebbe del movimento mazziniano, e poi repubblicano, che si appoggiava ad una
florida rete di logge massoniche che si contrapponevano ad una organizzazione
clericale erede del vecchio Stato Pontificio.
Filippo Corridoni |
Mussolini. Corridoni
La contrapposizione con il potere
centrale era consistente. Nel 1914, sull’onda dei grandi scioperi, delle
manifestazioni antimilitarsite di massa, partì proprio da Ancona la cosiddetta
“settimana rossa”, (7 giugno 1914) che in breve si estese in tutta Italia. Era
una opposizione che si fondava sul rifiuto della Guerra di Libia, vista solo
come un conflitto a tutto vantaggio delle classi dominanti. Per una settimana,
come nella vicina Romagna, il potere centrale ebbe difficoltà a mantenere ed
avere il controllo della nostra Regione.
Cesare Battisti
Cesare Battisti, redattore del Popolo d'Italia, diretto da Benito Mussolini
(continua)
Massimo Coltrinari (coltrinari2011@libero.it) |
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