Dal Diario
di Francesca Bonci :
“17 luglio
1944. Lo dicevo io che fino a ieri era andata troppo bene!!! Questa notte è
stato un inferno!... I tedeschi ci hanno bombardato per ben quattro ore senza
interruzione con bombe di tutti i calibri. L’artiglieria Polacca ha
contrattaccato continuamente: si pensi come sono state snervanti quelle ore… Da
questa mattina dalle ore 5 sino in questo momento ore 8, c’è più calma da ambo
le parti. Sarà preludio di peggiori ore
migliori? Tutti dicono la
sua. Chi , che i tedeschi si sono ritirati sopra Falconara e
Montemarciano, chi invece dice che si prepareranno per una nuove forte
offensiva, insomma una tale baraonda di chiacchiere e previsioni belle e
brutte, da snervarci ancora più di quelle che già siamo!
Ore 10. Sono
stata a casa contrariamente agli altri gironi, ho trovato solamente Jacob. Alla
domanda dove erano tutti gli altri, mi risponde “Tutto fronto, tutto guerra!”
Chi ci capisce
è bravo! Gli ho chiesto se andranno via, ma non mi ha risposto a tono, non so
se perché non mi ha capito, oppure per - segreto militare – come dicono loro.
Attendiamo gli
eventi.
Ore 16 Sono
ritornata nuovamente a casa. Pare che i tedeschi si siano ritirati dalla zona
di Osimo. Infatti Ludwig mi ha detto che questa sera tardi partiranno e se noi
vogliano ritornare a casa non c’è pericolo. Abbiamo deciso io e Lina con
Lucidio verremmo a dormire qui.” [1].
Il
contributo dei “patrioti” rimane costante durante la battaglia. Innumerevoli
sono gli episodi che testimoniano come i “patrioti” riuscivano a dare un
contributo fattivo alle operazioni. Paolo Orlandini, ad esempio, scrive,
“Abbiamo
tenuto il fronte di Osimo per 18 giorni perché gli Alleati[2]
sono arrivati il 6 luglio ed il fronte non è avanzato fino al 18 di luglio, il
giorno della liberazione di Ancona. Il giorno 17 cominciò l’offensiva da parte
del Corpo Italiano di Liberazione. Una nostra pattuglia catturò un ufficiale
austriaco addetto allea fortificazione della valle che comandava direttamente
una batteria di mortai distaccata a S. Paolina lui ci disegnò sulla carta
topografica tutta la difesa nemica e con quel disegno io andai al Comando
Artiglieria polacco. Il colonnello Leon volle subito verificare se le informazioni erano esatte ed ordinò un
tiro di controbatteria verso un’indicazione segnalata: una prima batteria
nemica venne distrutta”[3]
[3] Matteucci I., La Lapide ed il Cippo di Piazza Ugo
Bassi, Ancona, Il lavoro editoriale, 2007, pag. 28
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