Ancona Piazzaforte Pontificia
1. La Piazzaforte di Ancona nello Stato Pontificio. La storia. 2. Le opere principali della Piazzaforte. 3. Il nemico è a conoscenza di tutti i dettagli della Piazzaforte 4. I miglioramenti della Piazzaforte del de La Moricière dall’aprile al settembre 1860. 5. I dati tattici della Piazzaforte: il terreno e le comunicazioni,i punti tatti, l’armamento. 6. La Guarnigione, la consistenza teorica e quella effettiva. 7. Le Caserme. 8. Il Vettovagliamento. 9. Il Morale
Massimo Coltrinari
8. Il Vettovagliamento
La piazzaforte doveva far fronte a viveri per una
popolazione di circa 30.000 anime, tale era la popolazione di Ancona nel 1860;
in più il personale militare e
Il de La Moricière nella sua relazione rileva come
la situazione del vettovagliamento non fosse delle migliori. Scrive:
“Il 16
settembre sera il Sig. Sotto Intendente ferri era giunto dal Porto di Recanati
sopra il San Paolo con il Tesoro. Sbarcando seppe che la piazza mancava di
farina da tre giorni e che la guarnigione era ridotta al biscotto. Questa
condizione era frutto della negligenza (dovrei adoperare una parola più severa)
del servizio amministrativo. Le forniture di farina e di pane erano state date
agli Agenti più noti della rivoluzione. Non si erano prese provvidenze
opportune,per assicurarsi se nei magazzini vi fossero le provvigioni di farina
che vi dovevano essere; ed avevano aspettato che l’esercito nemico occupasse
con forze i molini di Fiume Esino per domandare alla Autorità militare di
spedire le truppe a cercarvi grosse provvigioni di farina che dovevano esservi
per suo conto. L’Autorità militare rifiutò con ragione la spedizione, essendo
pericolosissimo er numero inferiore delle nostre forze,e di più inutile,
pressoché sei Piemontesi avevano trovate le farine nel Molino, era certo che ne
avevano disposto in loro pro. Il Sotto Intendente Ferri, apprezzando la gravita
della situazione, partì la notte stessa sopra il vapore del Loyd, il quale per
buona sorte ancorava in Ancona e doveva far viaggio a Trieste. Giunse in quella
città l’indomani ed ebbe la buona ventura di poterci mandare per mezzo de
battello del Loyd che ci arrivava mercoledì 19 un grosso carico di farina che
faceva sparire le nostre difficoltà rispetto alla guarnigione.
Ma si trattava per un assedio di provvedere in parte almeno al
fornimento della popolazione, poiché Ancona non vi ha molini. Per lo addietro
si era stipulato un contratto per istabilire un molino a vapore destinato al
servizio dell’esercito. Questo molino che doveva essere terminato per il 15
settembre al più tardi, non girava ancora. In questa faccenda esservi stata
negligenza o mala fede, giacchè 36 ore bastarono a mettere in moto la
macchina”.[1]
Ai primi di settembre era stato pure creato un
piccolo parco buoi per sopperire alle esigenze di carne fresca, da destinare
per lo più agli ospedali, essendo sufficiente per le necessità di pochi giorni.
Sempre il de La Moricière scrive:
“Questo
non era tutto:era stato trascurato eziandio il fornimento della carne fresca.
Il poco bestiame che avevamo potea bastare per due o tre giorni e conveniva
tenere in serbo per gli Ospedali, in cui avevamo 400 ammalati. Già si era
cominciato a distribuire carne salata. Incaricai il maggiore Quatrebarbes di
provvedere all’apprestamento della carne e vi riuscii al di là di ogni nostra
aspettazione. I contadini del dintorno i quali avevano lucrato molto nel corso
dei lavori erano grati e trovarono modo d’ingrossarci il bestiame a dispetto
delle guardie e delle squadriglie del nemico”[2]
Un cenno è da farsi per l’approvvigionamento idrico.
L’acqua ad Ancona non mancava. Era assicurata dalle sorgenti della valle dei
Giardini e quattro fontane della città erano alimentate dalle sorgenti site
nella Valle degli orti. Queste fontane si trovavano in Piazza Grande, a Porta
Calamo, a Piazza Nuova ed al Porto. In totale i pozzi e le sorgenti sorgive
erano 39.
In una relazione al de La Moriciére, il de Quattrebarbes
assicura il comandante[3]
in capo che Ancona, sotto il profilo idrico, può reggere un assedio prolungato.
[1] Relazione de La Moriciére
[2] Relazione de La Moriciére
[3] Lo fa con un rapporto in data 5 settembre 1860
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