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venerdì 9 gennaio 2015

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una nota per il 5 Gennaio, Cerimonia in Onore di Lamberto Duranti

Il 5 gennaio 2015 ricorre il 1° Centenario della morte di Lamberto Duranti di Ancona, il primo giornalista italiano Caduto eroicamente nella Grande Guerra.

Roma, 27 dicembre 2014

Egregio Professore,

come da accordi telefonici Le invio il materiale da me raccolto in anni di ricerche su Lamberto Duranti di Ancona, il primo giornalista italiano Caduto eroicamente nella Grande Guerra. Fu uno dei garibaldini della Legione Garibaldina a morire nelle Argonne (Francia) combattendo assieme ai francesi e contro i tedeschi. 

Come Lei sa, lunedì 5 gennaio prossimo ricorre il 1° Centenario della sua morte in combattimento con la Legione Garibaldina nelle Argonne contro i tedeschi e sarà commemorato nel cimitero delle Tavernelle dove fu sepolto con gli onori militari (nell'occasione la città di Ancona proclamò il lutto cittadino): "Lamberto Duranti - Un anconetano nella Rossa avanguardia delle Argonne" 1914-1915, cliccare su:

Ma il suo nome per errore e/o dimenticanza non figura sulla lapide con i nomi di 83 giornalisti Caduti in guerra nel 1915-1918, inaugurata da Mussolini il 24 maggio 1934 al Circolo della Stampa di Roma (vedere allegato 1 in calce) e casualmente ritrovata a Roma nel maggio 2011 in una cantina dell'INPGI (Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani "Giovanni Amendola"). Le ricerche hanno comunque dato i loro frutti perché il numero dei giornalisti Caduti nella Grande Guerra è quasi raddoppiato rispetto a quelli riportati sulla lapide. Per ora siamo arrivati a 150. 

Attualmente a seguito di una Convenzione stipulata due anni fa dall'I.N.P.G.I. con un'équipe di storici del Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche dell'Università "La Sapienza" di Roma, guidata dal professor Luciano Zani, si sta completando il lavoro di ricostruzione biografica dei giornalisti Eroi della 1^ guerra mondiale in vista di un'imminente ed importante pubblicazione da presentare in occasione della ricollocazione della storica lapide (o meglio, di una nuova iscrizione marmorea aggiornata e corretta con i nomi dei 150 giornalisti  (67 in più rispetto alla lapide, compreso Duranti) con accanto i nomi delle testate con cui collaboravano e le onorificenze ricevute) nel corso di una pubblica cerimonia alla presenza delle più alte cariche dello Stato.

Sarebbe questo, credo, il giusto riconoscimento del sacrificio di questi giovani giornalisti, non come semplice blasone di categoria o come esaltazione del momento bellico, ma come espressione di coesione nazionale e di passione professionale. Verrebbe così finalmente anche riabilitata la memoria di quei colleghi che hanno immolato la loro vita per la Patria e sono stati poi ingiustamente dimenticati da tutti, Gazzetta Ufficiale compresa.

Come ha, infatti, tenuto giustamente a sottolineare il professor Zani "le loro storie sono state, tranne eccezioni, trascurate dalla storiografia, mentre meritano un approfondimento scientifico e critico: la lapide, questo piccolo “sacrario” che ne consacra la memoria, andrebbe necessariamente affiancata a una ricostruzione storica che ridia scrittura alla loro penna e voce ai loro ideali e alle loro illusioni, togliendo la loro morte dal cono d’ombra dell’oblio e dalla luce fuorviante della retorica patriottica, restituendola alla dimensione della serena e obiettiva ricostruzione storica".

Le segnalo inoltre che sono 5 i giornalisti nati nelle Marche Caduti nella Grande Guerra (oltre a Duranti, Augusto Agabiti di Pesaro, Filippo Corridoni di Pausula poi Corridonia - proprio in suo onore, Amilcare Mazzini di Mondolfo e Gaetano Serrani di Tolentino) ed altri 3 vissuti nelle Marche, pur essendo nati invece in altre Regioni. Hanno lavorato in giornali marchigiani Gaspare Bianconi di Norcia e Arturo Caruso di Acerra, mentre Giuliano Bonacci di Firenze, inviato di guerra del Corriere della Sera e figlio di Teodorico, ex Ministro della Giustizia e Vice Presidente della Camera, apparteneva ad una famiglia di Jesi. 

Di tutti Le invierò con e mail a seguire il materiale da me raccolto.

A mio parere sarebbe opportuno onorare la loro memoria e il loro sacrificio.

Con i miei più cordiali saluti

Pierluigi Roesler Franz
Consigliere nazionale dell'Ordine dei Giornalisti e Presidente del Gruppo Romano Giornalisti Pensionati presso l'Associazione Stampa Romana 
Via Alessandro Serpieri 7
00197 ROMA
06-321.45.74
335-820.12.40

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