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sabato 9 ottobre 2021

Ancona Piazzaforte 1860. I Miglioramenti del 1860

 

4. I miglioramenti della Piazzaforte del de La Moricière dall’aprile al settembre 1860.

Che Ancona necessitasse di lavori urgenti si rese subito conto il de La Moricière appena sbarcato, proveniente da Trieste, ad Ancona, diretto a Roma ad assumere il Comando delle truppe Pontificie ai primi di aprile del 1860. In una ricognizione a vista abbastanza accurata delle difese di Ancona. Stimò che Ancona dovesse avere una guarnigione oscillante tra il 5000 ed i 6000 uomini per armare tutte le difese. Appena nominato Comandante in Capo, l’8 aprile, giorno di pasqua, a Roma, dispose per Ancona lavori per 450.000 lire, anche se aveva valutato che per tutte le opere necessarie sarebbero state necessarie 1.250.000.La somma mancante la cerco in modo molto pressante ovunque, sia in Italia che all’estero, la questa azione non produsse i risultati sperati. Per Ancona si raccolse solo 160.000, lire ad opera del Comitato di Lione, ma nulla di più.

La direzione di tutti i lavori per Ancona fu affidata ad un uomini di fiducia del de La Moriciére, il col. Guerra, reputato comandante attivo ed intelligente. Guerra diede la esecuzione a numerosi progetti: la riparazione di tratti di mura che il tempo ed il degrado avevano intaccato; riparazioni al campo trincerato, ai terrapieni della batteria degli Zoccolanti, a quelli delle lunette esterne; fu sbarrata l’entrata della chiesa e del convento dei Cappuccini; fu costruito, come già detto, un muro, dai Cappuccini a monte Cardeto che racchiuse il campo degli Ebrei, dando ulteriore valore tattico all’area, oltre che contrastare le profanazioni al cimitero. L’Arco Clementino, posto come noto a meta del Molo Nord,  fu chiuso da una grossa porta e furono demolite tutte le case che erano a ridosso delle mura tra il predetto Arco Clementino e la Sanità.

Dopo attenti rilievi, il 14 maggio 1860 si iniziarono i lavori per gli adattamenti al bastione ed alla lunetta di Santo Stefano, che si rilevarono particolarmente utili il 26-27 settembre dopo che erano state perse le lunette di Monte Pelago e di Monte Pulito. Proprio su iniziativa del Guerra furono acquistate le sei paranze che ostruivano l’entrata del porto, delle quali, quattro furono armate, come visto di un pezzo; inoltre furono riparati quattro pontoni, trasformandoli in batterie galleggianti. Per tutti questi lavori il Guerra, in media, ingaggiava dai 400 ai 500 operai al giorno, oltre ad impiegare uomini della guarnigione e le poche unità del Genio disponibili.

Il de La Moricière, nella sua relazione, esprime un giudizio parzialmente positivo su tutti questi lavori, nel descrivere la situazione tattica all’indomani del suo arrivo ad Ancona il 18 settembre 1860 : Le brecce delle mura erano state rialzate; le opere esteriori compiute e migliorate; i terrapieni erano quasi interamente finiti; le strade coperte sole mancavano dappertutto e là, dove erano, difettavano di ordine perché non si era potuto pensarvi. Molto maggiormente è a dirsi lo stesso degli spalti che restavano ingombri di viti, di gelsi ed ancora di ville, che non avevamo avuto il tempo di abbattere.”[1]

In sostanza, la difesa poteva contare sulla opere fortificatoria di Ancona, ma fino ad un certo punto; molto si poteva ancora fare ma la mancanza di tempo impedì di predisporre una Piazzaforte all’altezza della situazione tale da fronteggiare con successo gli avvenimenti.


[1] Relazione de La Moriciére

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