Traduzione

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venerdì 28 marzo 2014

Ancona 1943-1945: gli sfollati.

70° anniversario del passaggio del fronte



 Il volume riporta le testimonianze di numerosi anconetani che dopo i bombardamenti del l'ottobre 1943 furono costretti a lasciare Ancona e trovare ospitalità nei paesi limitrofi. Qui vengono riportate numerose testimonianze. Il volume è anche corredato da interessanti foto. Chi avesse documenti, note e testi su questo periodo è pregato di prendere contatto attraverso la email: ricerca23@libero.it

mercoledì 26 marzo 2014

70° anniversario della Liberazione di Ancona

Schema general della manovra del 2° Corpo Polacco per la presa di Ancona
per dettagli ed informazioni
www.coltrinarimassimo.blogspot.com
www.corpoitalianodiliberazione.blogspot.com

Accademia di Oplologia e Militaria

Carissimi,
 su suggerimento di Massimo Ossidi, 
vi invito a guardare  questo link su facebook:


Un cordialissimo saluto

giovedì 13 marzo 2014

Riflessione

La sosta

a Giandomenico Papa, alle sue vie del Monte 

Proviamo a percorrere, in questa stagione, come fosse la prima volta, la Via del Cònero che, salendo Pietralacroce, prosegue verso il Poggio. Cerchiamo, nei mutevoli climi di questa quasi estiva primavera, di osservare il paesaggio che si apre ad ogni curva, nei piccoli miracoli dei fianchi della strada, tra campagna, colline, ville, case, vigne, frutteti, filari di lavanda non ancora viola e lilla e il giallo delle prime ginestre nella nuova luce. Paesaggio e passaggio per un cammino tagliato nella roccia bianca e guadagnato negli anni, quasi ci fosse un’intenzione della natura a non consentire altro che un inoltrarsi misurato nell’universo del Cònero - pendici, monte e dintorni - con discrezione e timore, col riguardo dovuto ai doni assoluti e al privilegio di disporne senza appropriarsene. Il Parco è un modo di salvaguardare e tramandare la storia e le sue essenze, il mistero che abita ogni luogo di questo verde che possiede, unico, un carattere della luce difficile da definire e nominare. Il grado di purezza diamantina lo rende inconfondibile là dove la roccia bianca concentra e restituisce i riflessi delle diverse divinità dell’iride, la loro chiarità e profondità. Nulla resta immune: piante, erbe, fiori, minerali, uccelli, insetti, animali del bosco. Tutto contiene la rete invisibile che li esalta e li nutre, fossero anche i notturni rapaci del buio. I regni di questo paradiso chiedono quel tanto di civiltà che li preservi e li conservi affinché si possa seguitare a goder di loro. “Poco più in su non c’era altro che pietra vischiosa sfavillante nel sole, sotto i passi ginestre gialle e cardi rossi e, lanciato verso il cielo, l’immenso spigolo dritto e aspro dell’altipiano. Chi saliva ad occhi chiusi e poi li apriva di colpo, vedeva improvvisamente il mare immobile, come un ventaglio che s’è aperto con un rumore di tuono.” E’ un brano da “Il viaggio in paradiso” (scritto probabilmente nel 1925), frammento posto in appendice al romanzo di Robert Musil L’uomo senza qualità nell’edizione italiana di Einaudi, in cui si nomina Ancona e forse è descritta la baia di Portonovo. Ogni sosta chiama la pazienza dello sguardo, la disponibilità a dimenticarsi di sé per essere in quella parte di mondo, in quell’aria, nell’odore di terra e corteccia, nell’umido del mattino, nei profumi, nei suoni, nelle voci. Il tralcio di vite, il cespuglio di rovi e di more, il manto dell’erba, il mare che si scopre senza avviso, le nubi alte, gli alberi, la gazza che vola tagliando la strada, il fagiano, gli indaffarati merli, i colombacci, la tristezza del canto della tortora: non c’è cosa in quest’universo della costa adriatica che non meriti un ascolto senza condizioni proprio perché si offre nel cuore d’una naturalezza gratuita. I sentieri che dal Poggio partono per brevi viaggi mai uguali, densi e ricchi d’imprevedibili meraviglie, sono il minimo esempio di come si possa perfino supporre una vacanza in casa, la scoperta di un’isola di terraferma quasi sempre ignota, ramo di pace perduta che i paesi del Cònero propongono, schivi e niente affatto clamorosi. Come ogni autentica aristocrazia, posseggono una non esibita nobiltà che li salva dall’incurabile male di un turismo spietato e li affida, per quel che è ancora possibile, alla pazienza del raro viaggiatore che non ha premura.


Francesco Scarabicchi

venerdì 7 marzo 2014

Attività Culturale proposta dal Comune: ciclo di conferenze

ANCHE NEL MESE "DELLA DONNA" TANTI GLI INCONTRI SULLA STORIA, DAI LUOGHI DEL FEMMINISMO AI MAS E LA GRANDE GUERRA. E IL 29 SI PARLA DELL'ANCONITANA CALCIO... 
                                                 
Una serie di incontri dedicati alla storia e alla cultura locali sono in programma anche nel mese di marzo. Sono tutti a ingresso libero e si svolgono in siti differenti:
 
Venerdì 7 marzo, ore 18. Teatro delle Muse, foyer di prima galleria. La letteratura al femminile nelle Marche. Introduce Valentina Conti e intervengono gli editori Giorgio Mangani, Massimo Canalini e Andrea Giove. 
 
Venerdì 14 marzo, ore 17,30. Spazio incontri della Biblioteca comunale (ingresso da piazza del Plebiscito 33). Inaugurazione di Torniamo a parlare di donne. Mostra di libri e manifesti dalla raccolta della Biblioteca delle donne conservata presso la Benincasa (14 marzo – 30 aprile 2014 dal lunedì al venerdì ore 9,00 – 19,00). Con Carla Marcellini – Istituto Regionale per la storia del Movimento di liberazione nelle Marche (Luoghi e momenti del femminismo ad Ancona), e Francesca Marrese ( La Biblioteca delle donne).
 
Venerdì 14 marzo ore 18. Ridotto del Teatro delle MuseSi presenta il libro: Lezioni di storia (a cura di Sergio Sparapani, Il Lavoro Editoriale). Introduce lo storico Paolo Boldrini. Il libro raccoglie dieci lezioni sulla storia delle Marche, dal fortunato ciclo di incontri promosso tra il 2008 e il 2011 dalla Provincia di Ancona. Nell'occasione, a un secolo dallo scoppio della Grande guerra, intervento (con immagini) del comandante Claudio Bruschi su "Distruggete quei MAS!", la tentata incursione austriaca al Lazzaretto del giugno 1918.
 
Venerdì 21 marzo, ore 17,30. Spazio incontri della Biblioteca comunale (ingresso da piazza del Plebiscito 33). Torniamo a parlare di donne. Incontro con Carla Carotenuto – Università degli Studi di Macerata, Sguardi e scritture di donna: identità e affettività nella letteratura italiana contemporanea.
 
Venerdì 21 marzo, ore 18. Archivio di Stato, sala conferenze di via dell'Agricoltura 1 (salita del Pinocchio). Conversazioni in Archivio di Stato.  Il portale Verdi e le fonti per la storia della musica, relatore Mauro Tosti Croce (Direzione Generale degli Archivi). 
Venerdì 28 marzo ore 17,30. Spazio incontri della Biblioteca comunale (ingresso da piazza del Plebiscito 33). Torniamo a parlare di donne. Incontro con Paola Catalini – Università Politecnica delle Marche. Opportunità dispari: il lavoro delle donne tra passato e futuro.
 
Venerdì 28 marzo ore 18 presentazione del libro:
Come il colore degli occhi di Renato Pasqualetti (Affinità Elettive). Introduce Valentina Conti. Una storia che comincia durante la colonizzazione italiana dell’Etiopia e arriva ai giorni nostri lasciandoci con il fiato sospeso per la scomparsa di una giovane etiope ospite di una famiglia nobile del maceratese. Renato Pasqualetti, già assessore ai Beni culturali della Provincia di Macerata, oggi è presidente della Fondazione orchestra regionale delle Marche.
 
Sabato 29 marzo ore 17. Centro polifunzionale di Pietralacroce. La storia della città d'Ancona e della sua squadra di calcio nel '900 (con immagini e filmati), a cura di Franco Lorenzini, Massimo Monarca e associazione onlus "La Carovana". Presenta Silvia Trillini.  
 
 
dott. Sergio Sparapani Settore Beni e Attività Culturali, Biblioteche,Turismo tel. 071-222.3125 fax 071-222.5015 mob: 338.7019177 e_mail sergio.sparapani@comune.ancona.it

 

giovedì 6 marzo 2014

Ancona 1860. Gian Battista Molin Note di ricerca


Ancona 1860: Biografia di Gian Battista Malin


MALIN GIOVANNI BATTISTA
di Vincenzo e Teresa Vigna, di Lendinara n. 1837 ca,., m. 27,02.1881, possidente, sposato con
Filomena Bassani.
Campagne militari: 1866.
Durante l'interrogatorio del 16 maggio 1861, il Malin dichiara di essersi allontanato dalla sua città
nell'ottobre del 1859 per raggiungere Ferrara, di non aver servito in corpi militari ma di essere
spinto a tale decisione da “circostanze di famiglia”. Seguirà ulteriore interrogatorio nel mese di
giugno.
Dall'orazione dì Cesare Malin si desume invece che Giambattista probabilmente si arruola nelle
truppe del Regno di Sardegna forse come ufficiale, visto che si parla di una “sua compagnia”
quando entra ad Ancona alla fine dell'assedio o forse partecipa semplicemente a qualche formazione
di volontari. Questa seconda possibilità è più coerente col fatto che non si trovano sue tracce né
all'archivio di stato di Torino né a Roma all'archivio dell'esercito.
Premesso che Giambattista Malin era di Valdentro, frazione allora, durante il dominio austriaco, di
Fratta Polesine e non di Lendinara, ma in realtà facente parte della comunità religiosa e civile di
Villanova del Ghebbo di cui, come si evince dalla lettura dell'orazione, è addirittura sindaco, dalle
ricerche da me fatte nell'archivio parrocchiale di Villanova del Ghebbo risulta che egli è padrino di
Adolfo Rossi, anche lui di Valdentro, che diventerà una importante personalità del giornalismo e
della diplomazia a cavallo tra XIX ed XX secolo, ma è anche zio dello stesso in quanto fratello
della madre di Adolfo, Filomena Malin. Giambattista, quando muore, era già vedovo della moglie
morta in giovane età, di qui il riferimento dell'oratore alla “sgraziata famiglia”.
Cesare Malin si dichiara, in alcune sue lettere, cugino di Adolfo Rossi evidentemente per via della
madre che è una Malin Non è però ancora chiaro il legame tra i fratelli Giambattista e Filomena e
Cesare Malin. E' probabile che essi abbiano i nonni paterni in comune e che anche per questo
legame Cesare Malin sia stato chiamato a intonare l'orazione funebre per Giambattista.
 L'intensa citazione latina “Curae leves loquuntur, ingentes stupent” che si può tradurre con “Le
preoccupazioni lievi parlano, ma quelle grandi tacciono” è tratta dalla tragedia “Phedra” di Seneca.
E' da notare infine che, al momento della lettura dell'orazione, Cesare Malin aveva solo 28 anni.

Ancona 1860: Orazione Funebre di Gian Battista Molin

CESARE MALIN
ORAZIONE FUNEBRE IN MORTE DI
GIAMBATTISTA MALIN

Ecco il testo in caratteri a stampa:
“Dalla culla alla tomba è un breve passo!”
Così il Monti
Signori,
Malin Giambattista che fino a pochi giorni or sono, impavido sfidava gli sguardi della
morte, ora è freddo cadavere!....
Per lui si compirono i tre grandi avvenimenti della vita, ed ora tra il lugubre silenzio di
questo recinto, si svolge il periodo di sua trasformazione; per lui è già sorta l'alba della vera
eguaglianza e giustizia!...
Noi che abbiamo avuto campo di avvicinarlo e d'indovinarne le nobilissime aspirazioni e che
ora ci troviamo mestamente radunati intorno alla sua bara, abbiamo ben donde d'essere in preda a
quel cupo dolore, che solo il tempo potrà guarire, né troviamo parole adeguate per esprimerlo:
Curae leves loquuntur, ingentes stupent!...
Sebbene la sua posizione gli assicurasse gli agi della vita, pure nella breve sua esistenza, si
trovava attorniato da continue sofferenze che in sul mezzogiorno della vita, lo trascinarono alla
tomba!...
Fu tra i coraggiosi volontari Villanovesi che nel 1859, nella pienezza del loro bollore
giovanile, entusiasti alla vista della coccarda tricolore, accorsero alla campagna Lombarda a difesa
della Patria, varcando il Po presso Ferrara, che le pattuglie austriache continuamente guardavano.
Spossato e stanco combatté e vinse contro l'inespugnabile fortezza d'Ancona, dove entrava
trionfante alle ore 2 pomeridiane del 29 Settembre 1860, colla sua compagnia ch'ebbe l'alto onore
d'esserne eletta all'assalto sotto il comando del Generale Cialdini.
Nel governo del Comune mostrossi sempre zelante e rigoroso nella più esatta osservanza
delle Leggi e dei Regolamenti, ed anelava più che mai all'imparziale difesa degli interessi e della
pace de' suoi amministrati.
Era fornito di egregie doti e non comuni di mente e di cuore; ebbe savi principi, fu con tutti
affabile, tenero amico e disinteressato, e mostrò dovunque la propria abnegazione.
Nei pochi anni ch'ebbi la bella sorte di averlo a Capo del Comune, mi colmò di affettuose
premure, s'adoprò in ogni maniera per rendere inconcussa la meschina mia posizione mi amava
propriamente....... di che non potrò che serbargli grato e incancellabile ricordo!.....
Pieno di tutta pazienza, meco divideva i dispiaceri che purtroppo s'incontrano
nell'esecuzione del difficile mandato di Pii Amministratori.
Non appena il buon Giambattista stava per toccare il nono lustro di sua età, fu assalito da
terribile e penosissima malattia che lo ridusse pressoché uno scheletro informe!....
L'amorevole famiglia fino alle ultime ore di sua vita, lo vide rassegnato a salutare per
sempre questa valle di lacrime e di dolore, e dopo ricevuti i conforti della Religione, in sul mattino
di jer l'altro, l'inevitabile falce della morte lo strappava all'affetto nostro, rimanendo così spento un
altro rampollo della sua sgraziata famiglia che troppo di frequente la vediamo spiegare le nere
gramaglie!...
Dinanzi a tanta straziante sventura lice a noi soltanto, vil pugno di creta, di piegare la fronte
al Supremo volere di chi regge i destini delle umane cose, né possiamo indovinare quali possano
essere gli arcani intendimenti della Divinità, quando in sì aspra e terribile guisa fa gravare la sua
mano sopra l'uomo!...
La morte del caro e amato Giambattista, ha destato nel paese il pianto e la costernazione, e la
sua vita intemerata sarà per noi giovani di grande esempio e di durevole memoria!...
A quest'ora l'anima sua benedetta ai sarà avvinta al braccio di Dio e possa così eternamente
godere di Celesti Carismi accanto alla sua cara sposa, e noi in oggi cogli occhi irrorati dal pianto
l'ultimo vale gli diamo!!!!!........
Villanova del Ghebbo li 29 Febbrajo 1881
Cesare Malin Impiegato com.le e Membro della Congregazione di CaritàL'originale dell'orazione è di proprietà di Renzo Carlo Avanzo.
Nota di Renzo Carlo Avanzo, nipote di Cesare Malin, suo nonno materno.
Giambattista Malin è così citato nel volume “Polesine in armi - I protagonisti delle battaglie
risorgimentali 1848-1870”” di Luigi Contegiacomo e Laura Fasolin edito dal Ministero per i Beni e
le Attività Cultura Culturali – Archivio di Stato di Rovigo – Associazione Culturale Minelliana –
Rovigo 2011:



Ancona 1860. Richiesta di notizie. Giambattista Malin

Egr. Sig Massimo Coltrinari
sono un tenente di complemento dell'UNUCI di Vicenza che si ineressa di storia.
Ho avuto la possibilità di scrivere e installare due lapidi al mio paese d'origine (Villanova del Ghebbo in provincia di Rovigo) nella locale casa municipale, una dedicata a due miei concittadini carbonari processati e condannati nel 1821 a Venezia (il primo processo nel Lombardoveneto dopo Napoleone) e una seconda dedicata ai combattenti villanovesi nelle guerre d'indipendenza.
Nel preparare quest'ultima ho incontrato una bella figura di sindaco del paese (appena dopo l'annessione all'Italia) che combatte nella seconda e nella terza guerra.
La sua partecipazione alla terza guerra è documentata.
Per quanto riguarda la sua partecipazione alla seconda guerra nel 1860 egli, come risulta dal recente volume "Polesine in armi" edito a cura dell'archivio di stato di Rovigo, egli è solo "sospettato" di aver combattuto perché abbandona il Veneto nel 1860 e vi rientra nel 1861 dichiarando alla polizia austriaca di essersi allontanato per motivi familiari.
Il suo nome è Giambattista Malin. Si tratta di un parente di mio nonno, per parte di madre, Cesare Malin. Di Cesare Malin è in mio possesso l'orazione funebre, autografa, che egli tenne in occasione del funerale di Giambattista Malin, morto per malattia in giovane età (44 anni).
Allego copia dell'orazione e la mia trascrizione con una mia nota assieme alla lettera dell'Archivio di Stato di Torino.
Nell'orazione, come vedrà, si dichiara che il Malin combatté nel 1860 in Lombardia e successivamente ad Ancona dove "entra alle ore 14 del 29 settembre 1860 primo con la sua compagnia, eletto dal generale Cialdini, dopo lungo assedio".
Ritengo che il fatto sia ben documentato da questo documento in originale ma mi piacerebbe poterlo suffragare con ulteriore documentazione e per questo chiedo a Lei un aiuto e un suggerimento.
Nell'archivio comunale del paese ho trovato documenti che attestano che egli, dopo l'annessione nel 1866, è capitano della guardia nazionale. Da questo fatto desumo che forse anche ad Ancona egli era ufficiale, come può apparire anche dal testo manoscritto, ma non ho trovato notizie di lui come militare né negli archivi di Torino né a Roma né a Rovigo.
La ringrazio fin d'ora dell'attenzione e non manco di farLe i miei complimenti per la Sua ponderosa opera sull'assedio di Ancona (pregevolissima per contenuti con l'unico neo di numerosi errori di stampa e/o trascrizione) che ho letto con estremo interesse e che è un opera veramente completa per analisi storica e tattico-strategica.
Cordialmente,
Renzo Carlo Avanzo

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