Traduzione

Il presente blog è scritto in Italiano, lingua base. Chi desiderasse tradurre in un altra lingua, può avvalersi della opportunità della funzione di "Traduzione", che è riporta nella pagina in fondo al presente blog.

This blog is written in Italian, a language base. Those who wish to translate into another language, may use the opportunity of the function of "Translation", which is reported in the pages.

martedì 8 marzo 2016

Conferenza "Peppino Garibaldi la Brigata "Marche" ed il "Col di Lana"






ACCADEMIA DI OPLOLOGIA E MILITARIA
ANCONA
Via Cialdini 26

Comunicato



Nel quadro del programma promosso dal Comune di Ancona volto ad evocare il centenario della Prima Guerra Mondiale si terrà il prossimo

 Domenica 13 marzo 2015  alle ore 18.00
alla Polveriera al Campo degli Ebrei - Cardeto
il secondo degli incontri del ciclo 2016 proposto ed organizzato dalla
 Accademia di Oplologia e Militaria di Ancona e
dal Club Ufficiali Marchigiani
dal tema:


“Peppino Garibaldi, la Brigata “Marche” ed il Col di Lana”

L’inizio del secondo anno di guerra


Secondo degli incontri, a cadenza mensile, del ciclo di “Ancona e la Grande Guerra introduce il tema del secondo anno di guerra, il 1916.
Si riallaccia alla conferenza  dedicato al movimento volontario nella Grande Guerra in cui si illustrò il movimento volontario che rappresentava una pagina della adesione alla Grande Guerra. Si era parlato delle vicende della Legione Garibaldina nelle Argonne, e del suo rientro in Italia e come fu accolta, ovvero del rapporto che subito si instaurò tra i volontari che avevano combattuto all’estero e le autorità militari italiane. Un rapporto difficile e quanto mai spinoso che fu risolto sostanzialmente con un assorbimento autoritario di ogni forma di volontariato che non si adattasse alle leggi di mobilitazione del Regio Esercito. Espressione di tutto questo fu Peppino Garibaldi capofila di questa situazione, che nella sostanza ebbe un ruolo minore ( semplice comandante di battaglione in una brigata su un fronte secondario); un ruolo che ebbe il suo fondamento sul versante della propaganda e per il morale.

Il fallimento della azione della 4a Armata sul fronte dolomitico, che non riusci, nonostante la superiorità materiale in uomini e mezzi a sfondare le difese austriache e raggiungere la valle Pusteria e l’obbiettivo di Linz, portò una ventata di scoraggiamento tra le fila italiane. Dopo due mesi di guerra, le posizioni erano quelle iniziali e il Gen. Cadorna mostro il suo disappunto sollevando dagli incarichi il Comandante di Armata, i due Comandanti di Corpo d’Armata e sei tra Comandanti di Divisione e Brigata, tra cui il Comandate della Brigata Marche ed il Comandante della Brigata Ancona. Peppino Garibaldi ed i suoi fu chiamato nelle fila della Briga Alpi, erede dei “Cacciatori delle Alpi” risorgimentali oltre che per partecipare ai combattimenti anche per  sollevare in senso patriottico il morale dei combattenti.

Non fu una azione efficace, data la durezza della guerra che si stava combattendo tra le crode ed i passi dolomitici, in cui l’entusiasmo e l’aggregazione patriottica hanno scarsa presa, come attesta le vicende della 10a Divisione, in cui erano inquadrate le Brigate “Marche” ed “Ancona” con episodi di violazione del regolamento di disciplina e del Codice Militare di Guerra molto gravi.

Per poter uscire da questa situazione resasi difficile, nei primi mesi del 1916, sul fronte dolomitico si introdusse, e se ne fece cenno il 31 ottobre scorso in un’altra conferenza organizzata da Giuliano Evangelisti, la guerra di mine. Un tipo di guerra nuovo, oneroso, che si sperava fosse risolutivo e che alla prova dei fatti fu fallimentare. Oltre alle mine di Cengia Martini e delle Tofane, l’episodio più noto di questo tipo di guerra fu quello del Col di Lana, che coinvolse varie brigate, tra cui la “Alpi”. L’obiettivo tattico che si voleva conseguire, ovvero il superamento degli sbarramenti alla testa della Valparola per procedere verso ovest, nonostante il brillamento della mina, e la conquista del Col di Lana, non fu raggiunto. Con questo tipo di guerra si violavano vari principi della “guerra”, tra cui il “principio della massa”, il “principio della sorpresa” oltre alla mancato coordinamento degli sforzi conseguenti. Violare i principi significa non conseguire i risultati, come puntualmente accade in quella primavera del 1916 sul fronte dolomitico.



Molti anconetani e marchigiani furono coinvolti in queste operazioni, sia nelle Brigate che portavano nome marchigiani, come la “Marche” e l’Ancona”, ma anche altre brigate “Torino”, “Calabria”, “Reggio”, la stessa “Alpi”. Uomini della nostra terra che in questo incontro ricordiamo per il loro sacrificio ed il loro valore.

La conferenza, anche utilizzando materiale inedito riguardante la Brigata “Alpi” ed “Ancona” si prefigge anche lo scopo di ricercare e raccogliere notizie documenti ed informazioni ulteiori in relazione al volume che si sta preparando dal titolo “Le Marche e la Prima Guerra Mondiale. Il 1916. Il secondo anno di guerra.”

L’incontro sarà preceduto da una nota introduttiva del Presidente della Accademia di Oplologia e Militaria Massimo Ossidi, che porgerà il rituale saluto ai convenuti con gli aggiornamenti relativi allo svolgersi delle iniziative avviate dall’Accademia in merito alla Grande Guerra. Un saluto sarà portato da un rappresentante del CLUB UFFICIALI MARCHIGIANI, la cui attività del Comitato Scientifico sostiene i temi di ricerca di questa conferenza.

Il naturale dibattito con i Soci, gli amici e con quanti vorranno intervenire concluderà primo incontro.

Il testo di questo comunicato è su
 www.ancona.lastoria.blogspot.com



Nessun commento:

Posta un commento