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mercoledì 9 gennaio 2019

Aspirante Giulio Morresi II


L’altra autorità che scrive è il Sindaco di Osimo, che è la lettera di inoltro di quella del Comandante del Deposito dell‘11° Reggimento bersaglieri;  il testo della lettera è il seguente


Municipio di Osimo
Osimo 11 settembre 1917
Signor Francesco Morresi
Nell'accompagnare alla S.V.I. (Signoria Vostra Illustrissima) l‘unita. lettera del Deposito 11° Reggimento Bersaglieri, a nome della Civica Rappresentanza porgo a Vostra Signoria. ed alla desolata famiglia le espressioni del più vivo cordoglio per la morte del glorioso giovane Signor Morresi Giulio. Posto questa solidarietà di sentimenti riuscire a V.S.I. di qualche conforto e a sentire meno grave il lutto che inesorabile pur incombe sui famigliari.
Con tutta osservanza
Il Sindaco (firmato). C. Gambrini

Son riportati, a pag. 11 dell’album, due telegrammi: uno degli ufficiali della 7a Compagnia, la compagnia ove prestava servizio Morresi,  ed uno di un conoscente di famiglia.

Caserta 7 settembre 1917
Profondamente colpiti fieri d'essergli stati compagni dividiamo loro immenso dolore
Ufficiali 7a Compagnia
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Falconara 2 – 9 – 1917
Addoloratissimi triste notizia ... sincere condoglianze

Riportata una lettera dal parlamento Italiano, evidentemente un amico di famiglia, l’on. Ediardo Soderini.
Camera dei Deputati
5 settembre 1917

Gentilissima Signora
So quale conforto fosse per Lei il figlio così gloriosamente perito, e so pure quante giuste speranze le avesse fatto concepire. Comprendo dunque tutta la vivezza del di Lei dolore e  mi vi assoicio di cuore, dispiaciuto solo che non vi siano parole atte a lenire tanta pena. Faccio voti perchè i figli, che se rimangono, possano darle conforto e fare rivivere in loro le belle qualità del Caro Estinto. E lo spirito di questo veglierà certo in quanti amò e ripeterà loro rassegnazione e pace.
Gradisca i migliori omaggi e e mi creda
Suo devotissimo
Edoardo  Soderini

Seguono due lettere di insegnanti che hanno avuto pochi anni prima se non pochi mesi prima Giulio Morresi come studente, o studenti della Madre di Morrsi, che era insegnante:

Liceo Ginnasio di Osimo
Osimo 3 settembre 1917
Egregio Signor  Morresi
Anche il suo Giulio, come altri e non pochi del nostro Istituto, ha dato il suo sangue per la causa nazionale. Pochi altri giovani ho conosciuto così tenaci del proprio dovere, così devoti alla famiglia e alla patria per la quale nessun sacrificio gli sarebbe parso troppo grave. Con le mie condoglianze le mando anche quelle dei miei colleghi e degli alunni, e mi sento di non averlo fatto prima di ora perchè la triste notizia mi è giunta un pò tardi.
Con ogni osservanza
Il Preside. Alessandro Ippoliti

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Fano 2 settembre 1917
Cara maestra
Leggo nel Giornale d'Italia la inaspettata, triste, inesorabile notizia. Anche a nome di Vittoria e di Celestino, faccio a voi, alla vostra figliuola, a tutti, le più sincere e profonde condoglianze, tante più sincere e profonde e, quanto più ammiro la bontà d'animo, e la tenacia di volere del vostro povero figliolo. Delle sue bontà d'animo fa testimonianza l'affetto grande di cui tutti, compagni di scuola e professori, lo circondavano: dalla sua tenacia di volere è prova tutta la sua breve esistenza, non esclusa la sua fine, che però chiamarsi anch'essa un atto di volontà: Egli ebbe una fede, e a questa s'immolò; e ne risente rispettabili presso tutta la sua memoria. Non vi dico fatevi coraggio, perchè questa esortazione potrebbe essere una brutta ironia. La vita, purtoppo, è un dramma lacrimoso. Felici noi quando potremo dire d'esser ginti all'ultimi atto. A Voi e a Checchino. stringo affettuosamente la mano.
Vostro devotissimo Cesare Romiti
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Gentilissima Signora,
Osimo 30 agosto 1917
tentare dirle parole di conforto nell'ora più tragica della sua vita, sarebbe opera vana o inutile; permetta quindi che Le dica solo che mi associo con tutto l'animo al suo dolore. E col dolore c'è tanto rimpianto per quella balda giovinezza così forte nella sua ferrea volontà eppure a un tempo così delicato e mite nella Sua bontà: loro hanno perduto un figlio ottimo, la Patria uno che sin. della prima età le si era dedicato e la società un giovane tanto volenteroso, tanto buono. Che cosa dire di fronte a questa perdita? Sia così buona da partecipare le mie condoglianze a Suo marito, ai Suoi figli e mi creda con tanti rispetti e con tanto dolore.
Suo Manlio Pinori
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Regio Vice Ispettorato Scolastico                        
 Osimo 31 agosto 1917

Gent.ima Signora,
Ho appreso la notizia. - Esprimo sentite profonde condoglianze a Lei, alla famiglia. – Caduto da Eroe per il santo ideale che infiammava l‘anima sua, affretta la redenzione della Patria, onorando di sua gloria la famiglia, che lo piange, la cittadinanza che lo ammira.
A. Torresi
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Pennabilli 3 settembre 1917
Caro Signor Morresi,
apprendo in questo momento la dolorosissima notizia. Piango con lei, con l'ottima Sua consorte e con l'intera famiglia il giovane buono e bravo, il cui animo onesto vibrava die gentili affetti per ogni cosa nobile e grande. Mentre mando alla sua cara memoria un commosso e reverente saluto, faccio voti che i suoi genitori e fratelli sappiano trovare nel ricordo delle sue virtù e nella nobiltà del suo sacrificio il necessario conforto.
Le stringo affettuosamente la mano.
Gustavo Belloni

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La lettera che segue è di una Società attiva in Osimo agli inizi del Novecento, a cui Francesco Morresi era iscritto. Il presidente scrive questa lettera:
Osimo 30 agosto 17
Societa Chi Fà – Fà
Egregio Consocio,
la funesta notizia della dolorosa e inaspettata scomparsa del suo ben amato e ottimo figlio Giulio è stata accolta con grande rammarico dalla scrivente Commissione e dai Soci tutti di questo circolo Chi – Fà – Fà. Egli ha volentieri immolatio sull'altare sacro della Patria la sua giovane e preziosa esistenza passando alla gloriosa e nobile schieradi quelli che diedero la vita per una causa nobilissima onorando sè stessi; la patra è il luogo che l'ha visti nascere ed educare. Ciò valga a lenire in qualche modo il dolore suo e della famiglia. A Lei, alla sua signora, al figliuolo Carlo e figliuole la Commissione manda le più vive condoglianze e l'augurio insieme di giorni migliori. Con ossequio.
La Commissione
Seguono lettere di Istituto ed Enti e colleghi che vogliono manifestare il proprio cordoglio. Il Patronato Scolastico di Osimo, comunica alla Signora Morresi che i colleghi a gara si sono offerti per sostituirla nelle sue incombenze di insegnante, come segno di stima e di riguardo. Così si esprime:

Patronato Scolastico Osimo                                                                            
Osimo 4 settembre. 1917

Pregiatissima Signora Morresi,
Nessuna parola, nessuna formalità, nessun atto consuetudinario può lenire certi dolori. Se pur tuttavia un impellente bisogno morale l'espressione del proprio cordoglio, quando esso è sinceramente condiviso, in circostanze ferali come la presente, con persone verso cui esistono relazioni e di colleganza e di stima insieme. Poichè per altro in occasioni tali non è l'atto convenzionale cui si dà conto, ma un sentimento realmente provato che siestrinzeca, ho ragione di ritenere  che la condoglianza di tutti i colleghi di questa amministrazione per la immatura, fulminea scomparsa del Figlio affettuoso, del prode cittadino, dell'Ufficiale esemplare torni accetto al cuore di lei, ottima madre, educatrice coscenziosa, degna collega. Risulta a quest'ufficio che alcuni insegnanti, compresi dall'immane sua angoscia, si sono offerti con slancio fraterno a sostituirla per turno nell'insegnamento a lei attualemente affidato, coll'intento di evitarle ogni altra inopportuna preoccupazione. Valga anche questo attestato spontaneo a dimostrarle che la solidarietà dei colleghi nel dolore si rafforza intensificandosi. Le porgo pertanto isegni della mia stima e deferenza particolari
Il Presidente Cesare Gambrini
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Perugia 4 – 9 – 1917
..... dolorosissimo annunzio inviamo sincere condoglianze pregando Dio conforto
Contessa Volponi
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Una amica conoscente estimatrice della Sig.ra Morresi scrive una lettera appassionata e non può non esprimere, oltre al suo doloroe, l’angoscia che prova nel sapre che suo fratello ha appena finito i corsi alla Accademia Militare di Modena ed è in attesa di destinazione per il fronte di guerra. Emerge in queste righe tutto il dramma di chi rimane a casa e vede da lontano l’immane tragedia della guerra e partecipa alle disgrazie degli altri nella convinzione che da un momento all’altro potrebbe essere la propria disgrazia.

(continua)

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