Passo Varano 1 settembre 1917
Cara e povera Signora
Conscia del tristissimo
avvenimento, commossa fui nel più profondo dell'animo, non ho una parola che
sappia esprimerle l'infinito mio compianto e la grande pietà che loro tutti mi
ispirano. Povera, povera signora, povera madre esemplare. Ella non meritava
tanto, dico davvero. Quando proprio ieri in Osimo appresi la notizia, mi
s'agghiacciò il sangue nelle vene per l'orrore che mi feriva e ripensai con
tanto rimpianto a quel suo bravo, buono, ottimo figliuolo parendomi impossibile
di poter credere alla verità e con profonda angoscia immaginai lo strazio suo.
Oh, mai lei si faccia una ragione. Le è necessario per non soccombere al colpo
spietato, ed io su la prego, io che sento per lei un rispettoso ammirato quasi
filiale affetto. Si faccia un dovere di essere forte e coraggiosa per la
stessa, sacra memoria del suo eroico figlio adorato: le sarà grave e difficile,
lo comprendo, ma pensi che certamente egli stesso glielo chiede dal cielo,
perchè lo deve a sè stesso e al bene degli altri suoi figliuoli. Povero
giovane! Triste coronamento ai suoi studi, alle sue speranze, al suo ardore.
Tristissima fine delle tante fatiche, dello sconfinato affetto di lei! È
inutile ricordare lo scopo per cui s'è compiuto il sacrificio, lo comprendo:
ben prima della Patria, i figli, i parenti! Eppure un qualche sollievo deve
portare al suo dolore materno, il pensiero grande che il suo adorato è morto
facendo del bene, sacrificando sè stesso a un dovere! Non è l'orrore assoluto e
completo ci pensi bene povera signora, e vedrà che è una luce santificante;
possa questa illuminarle .... e placarvi in queste lo strazio che la dilania.
Anche il mio caro fratello maggiore, ora uscito dalla scuola di Modena, attende
l'ordine per la partenza al fronte! Può immaginare l'angoscia che mi pesi
nell'animo! Già tante volte colpita e delusa, io non so più nemmeno sperare e
non faccio che supplicare Dio! Ora lo supplicherò anche per Lei, perchè consoli
il suo povero eroe! Invio sentitissime condoglianze del mio babbo per i suoi
tutti e protestandone l'alta mia stima, il mio affetto e la mia devozione la
prego credermi sua aff.ma
Anna Nisi
Ad
Osimo ancora oggi è attivo il Collegio Convitto Campana, centro di attività
culturali di rilievo. Vi avevano studiato nell’ottocento tanti personaggi e
protagonisti della vita pubblica e culturale delle marche e delle Regioni
vicine tra cui Aurelio Saffi. Targhe e Lapidi a ricordo ornano ancor oggi la
sua facciata.
Collegio Convitto
Camparra
Osimo li 3 agosto 917
Carissimi
Provati da uguale sventura
sentiamo fuorid'ogni altro bisogno di esservi vicini in quest'ora infinitamente
triste piangendo sventurato Giulio.
Vivissime Condoglianze
Domenico Figoli e Famiglia
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Le
due lettere che seguono sono di Associazioni scolastiche e studentesche che
esprimo le loro condoglianze
Associazione Magistrale
Italiana Nicolò Tomaseo
Osimo 2 settembre 1917
Gentile signora maestra,
Nell'apprendere l’immane
sventura che è venuta a colpire fulmineamente la sua amata famiglia con la
perdita irreparabile del figlio suo adorato che tanto profumo di bontà e di
florida giovinezza spandeva in essa, l'assemblea della nostra società
magistrale ha provato un indicibile dolore, ed il cuore di ciascuno socio è
rimasto scosso dinanzi a tale calamità. Ed io assumendo il compito d'esprimere
a Lei il compianto vivisssimo di tutti noi, mi sento muta dinanzi ad un dolore
che non ha confini, dinanzi ad una sventura che non ha paragoni. È vero, ella
ha perduto con il suo figlio adorato un vero gioiello, perchè tutti conoscevano
il suo nobile cuore le sue…… nobili virtù. Ed il rimpianto della sua dipartita
non si estinguerà che con la vita; però possa alleviare anche tenuamente lo
strazio del suo cuore esuberato di madre il pensiero ch'egli è morto
volontariamente da Eroe, ch'egli ha sacrificato sorridente la vita sua piena di
speranze, il suo avvenire lusinghiero di promesse per un ideale vagheggiato da
gran tempo per una madre che comprende innumerevoli figli, per la sua Patria
ch'egli amava e sognava pienamente gloriosa. E lui, pur nel tremendo vuoto
della sua tragica scomparsa si potrà rassegnare nella certezza che il suo
adorato figlio è nell'albo degli Eroi, di quell'interminabile fila a cui
migliaia di madri italiane han dato in olocausto tutto ciò che avevano di più
caro e prezioso nel mondo; e nello stesso tempo pensi ch'egli si trova ora in
un bagno di gloria a godere il premio del sacrificio della sua giovine e nobile
esistenza. Passa la certezza di tutto ciò e la fiducia di riunirsi a lui in una
vita eterna dopo il passaggio dolorosisimo di questa vita materiale, possa
l'amore di suo marito e degli altri più giovani suoi figli i quali del suo
amore e del suo aiuto hanno ancora tanto bisogno, dare a lei la forza di
sopportare una così grande sventura. Nello stesso tempo sia certa che noi tutti
della società magistrale condividiamo sinceramente il suo dolore profondo.
La Presidente
Gesmina Carbonetti Graziosi
Circolo studentesco Osimo Osimo
4 settembre 1917
Signora,
anche questo Circolo
studentesco osimano si associa al dolore suo e della sua famiglia per la grave
perdita del loro Giulio, questo Circolo che conta più compagni di scuola del
povero scomparso e che già ebbe ad avere come iscritto il fratello Carlo, il
quale pure appartenne alla filodrammatica. Preghiamo per l'anima del suo
figliuolo, la memoria del quale non è spenta in noi!
Con ossequio
Devotissimo
Per il Consiglio Direttivo del
Circolo Studentesco Osimo
(firmato) Ferruccio Pergolesi
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Sono
riportate le lettere di amici e conoscenti, che esprimono alla famiglia la loro
partecipazione
Ostra – Vetere – 5 settembre
Il Cav. Francesco Gioacchini e
Consorte
rimpiangono amaramente il caro
baldo giovane perduto che amavano come loro figliuolo, memori di averlo avuto
ospite gradito e desiderato e presentando vive, cordiali sentite condoglianze
alla desolata famiglia. La confortano nel pensiero che il loro Giulio Cesare è
morto da valoroso per la Patria e che la sua fine immatura si cangi in
apoteosi!
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Napoli 1 settembre 1917
Gentile signora, ho appreso
oggi, con grave cordoglio, la sventura che la volle compagna alla. schiera
delle madri gloriose. So che la mia parola di conforto è una stilla che si
perde nel mare sconfinato del suo dolore, ma io gliela dico perchè ella sappia
che v'è fra noi amici, un altro che soffre col suo, e sente tutta l'amarezza
del dolore che trafigge in quest'ora, il suo cuore di madre.
Devotamente Aldina Scocchi
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Ancona li 2 settembre 1917
Egregio Signor Francesco
Morresi
Mia moglie ed io abbiamo letto
con vivivissimo dolore la morte eroica del suo ottimo figlioGiulio Cesare.
Anche i miei bambini piccoli e cari amici di Giulio hanno appreso la triste
notizia con profonda commozione. Non so dirle in questo momento nessuna parola
di conforto. Che Iddio protegga la sua cara famiglia! A nome di tutti e tutti i
suoi, i più cordiali saluti. Affettuosamente
Dott. Umberto Baccarani
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Ottima Collega
Osimo, 2 settembre 1917
quanto volentieri avrei
evitato la compilazione della lettera che con vera angoscia le trasmetto! Le esprimo
peraltro che i tanti sentimenti espressi dai suoi colleghi del Consiglio, sono
incondizionatamente anche i miei. La fortezza e generosità del suo animo, che
ha affrontato nobilmente altre prove, possa resistere a questa nuova, la più
ardua! Le offre cordialmente i propri servigi, ove possa esserle utile in
qualche modo, il devotissimo
Suo M(aestro) Olindo Barbieri
Albani
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La
lettera che segue è stata trascritta con una calligrafia difficile da
interpretare. Dalle diverse calligrafie si può dedurre che l’Album die Ricordi
e Condiglianze sia stato compilato da più persone, presumibilmente dalla Madre
e dalle Sorelle del Caduto, non escluso anche il fratello data la diversa
chiarezza delle calligrafie stesse. In questa lasciamo spazi bianch per quelle
parole illegibili o non facilmente intepretabili. Questa lettera è di un
collega della Sig. Moresi, anche lui richiaato ed in zona di guerra.
Egregia Collega
Zona di guerra, 5 settembre
1917
Se le mie parole rinverdiscono
il mio tanto dolore ...., a me la
sventura. c'è solo il desiderio e la fiducia di confortare. La comunanza nel
dolore e nella sventura, la tragicità di questi luttuosi momenti, lo ..., che
le notizie orribili, il ripresentarsi di queste, lontano, fui ... dove si vive
.. la lotta e ... la speranza, si fa sentire, anche, un affratellamento ed una
angusta .... al lutto di voi ...., .... del fato. Domani quando l'..... del
duolo, non sarà diventa santa. Come tutto ciò che .... sangue e lacrime, allora
ricordando l'unanime compianto di chi ci è ... la ora della sventura e sempre
più dire coraggio, divide con noi il .... di questa, sentiamo che il nostro
dolore ha avuto un eco nel mondo. E allora, da questa voce che ritorna
attingere si potrà il vero coraggio che è quello di resistere, ai colpi ....,
quello di perseverare e continuare per chi rimane, le .... offre della vita.
Pensi ai suoi tanti figliuoli, e ... l'amore di questi si ..... : attinga da loro
la forza di sopportare la perdita non ...., ma la lontananza lunga del suo
caro. E più presto egli, sarà alla loro memoria, e metterà nel cuore dei
fratelli e delle sorelle ciò che di buono e di gentile egli ebbe. .... che io
penso a lei, con devoto affetto e mi auguro che il dolore della sua casa,
ripercorra in tutte le nostre case, in noi e nei nostri cuori, le giunga
confortevole al cuore. E a suo marito, e alle sue sorelle, dico .... sincera
del mio cordoglio, sia forte, egregia collega, e .... da lei, verso i suoi,
come .... l'esempio austero che educa al dolore e lo vince.
Con affetto, le stringo le
mani
Suo S. Tenente: Bruno Marsili, 217a Compagnia
d‘Assedio
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Segreteria della Regia Procura
Vicenza, 4 settembre 1917
Carissimo Morresi,
l'amicizia che ci unisce e ci
affratella, ci accomuna nel dolore. Stamane, al ricevere la partecipazione
della morte gloriosa del povero Giulio, abbiamo sentito uno schianto come se
fosse venuto a mancare uno dei nostri figli: purchè la quotidiana consuetudine
di famigliarità, che avevano, ci faceva considerare nostri i figli vostri, come
voi tenevate come vostri figli Gigi e Alfredo. Vana è qualunque parola di
conforto dinanzi allo strazio inumano dei vostri cuori, alla lacerazione delle
vostre anime. Avrete sempre dinanzi a voi l'immagine radiosa di gloria del
figlio immolatogli eroicamente per la patria nel puro e tanto entusiasmo dei
suoi 20 anni, ma la vostra crudele ferita mai rimarginerà. Egli dall'alto vi
sorriderà, lancerà baci al padre che amava, alla mamma che adorava, ai fratelli
di cui era l'orgoglio. Ebbene, anche voi in mezzo alle vostre tante lacrime
sorridete a lui già sublimato nella gloria eterna, farà per voi la maggiore,
l'unica consolazione in mezzo alla desolazione che vi opprime. A questa mezza
consolazione sarà di granlunga superiore anche all'orgoglio che provate per la
morte eroica del figlio caduto per una patria più grande. Una cosa sola vi
racomandiamo Giulia ed io: siate forti nel dolore. Ed un augurio vi facciamo
che la compartecipazione dei veri amici al vostro cordoglio sia balsamo
salutare agli animi vostri.
Affettuosi amici, Giulia e Antonio Marchi
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Alla Famiglia Morresi.
Abbiamo tardato a scrivere
perchè sotto la prima impressione della notizia serale avremmo forte dato un
dolore ed un essenza troppo rattristante alle nostre frasi. Il dovere
dell'amico è invece di confortare, di togliere per quanto possibile i triboli
che fan più penoso il giacere dell'afflitto, ed a quel luogo accumular fiori.
Nel mortuario avviso dinanzi a un... "Fieri del supremo sacrificio che li
conforta nella loro desolazione". Ecco appunto il poco di fiori che noi
avremmo potuto esibire in tacito martirio di ...: la consolazione che Giulio
Morresi offerse spontaneo la sua fiorente giovinezza sull'ara della Patria
l'immortalò nel sacrificio. La vita degli uomini è transitoria: la gloria
rimane e con essa la Patria. Quinci la
consolazione nostra, il balsamo che può fluire lo strazio.
Poichè il dolore vostro è
ancor molto, il vostro conforto è ancor nostro, non abbiamo altro da dirci,
Animo dunque !
Ci confermiamo veri amici
Ancona – 9 settembre 1917 Luciano Croci, Bona (Croci), Clara (Croci)
Pietro (Croci)
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Varano, 9 ottobre 1917
Cara Signora
Sempre la ricordo, sempre la
penso, condividendo il suo dolore quanto ella non può immaginare. E tanta è la
pietà sincerissima che non posso, da non poter fare a meno di tornare ad
esprimergliela. Povera, buona Signora si faccia coraggio! Ricevetti la sua
lettera ed il leggerla mi fece strazio. Vii sentìi profondamente tutta la sua
desolazione. Eppure, dal profondo del cuore, le desidero la assefuazione e la
calma, uniche condizioni che permettono di vivere dopo un dolore, e di vivere
in maniera utile e nobile. Il pensiero del figlio Suo, sarà sempre fisso a
straziarle il cuore e la mente, ma se ella ha fede, si volga a Dio e gli offra
tutto, con estrema rinunzia, con estremo sottomesso sacrificio, glielo offra
per il bene del suo diletto perduto e pel bene dei suoi cari viventi. È la
massima abnegazione della Madre, in Ella. così ottima, così esemplare, ne sarà
certo capace. Cara signore, senti il mio ardere che mi permette di scriverle
ancora, ma che mi è dato il cuore, tanto pieno per lei di mille affettuosi
sentimenti. Gradisca con affetto un bacio e l‘espressione di tutta la mia
considerazione e stima.
Anna Nesi
(continua)
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