ANCONA
23 OTTOBRE 2014
Polo Museale della Marina Militare. Caserma Cialdini.
Promossa dal Comando Militare Esercito - Marche
Testo della Conferenza
di Massimo Coltrianri
Le Marche e la Grande Guerra
Le Brigate di Fanteria dal nome
Marchigiano
Brigate
Marche, Ancona, Macerata, Piceno, Pesaro
Nel evidenziare le peculiarità del rapporto tra le Marche e
la I Guerra Mondiale è stato, tra gli altri, scelto per quest’oggi il tema “I Reparti di Fanteria con nome marchigiano
nella Prima Guerra Mondiale”. Si è
evidenziato un aspetto della Fanteria Italiana del primo novecento, che aveva
la sua spina dorsale nelle Brigate, composte da due reggimenti, ( di circa 4000
uomini in totale) a cui era dato il nome geografico di una regione, di una città,
di fiumi e di altre peculiarità geografiche del nostro territorio per
rinsaldare il vincolo tra il mondo militare e la Nazione.
La numerazione ordinativa della Brigata, che era parallela in
termini di anzianità a quella reggimentale, partiva dal n. 1 e determinava
l’anzianità e la tradizione del reggimento e quindi della Brigata. Rappresenta
uno specchio della evoluzione dell’Esercito Italiano dall’Unità ad oggi
Infatti questa
impostazione terminologica risale agli ordinamenti settecenteschi del Regno di
Sardegna, riconfermati all’indomani
della restaurazione del 1815, dopo il periodo Napoleonico. In questo periodo,
in piena Santa Alleanza, la numerazione va da 1 al numero 18. Sono i “vecchi”
reggimenti del Regno di Sardegna e della tradizione Sabauda. Questi reggimenti saranno, poi, a fine ottocento e nel novecento le matrici
istitutive delle nuove Brigate via via costituite.
Con gli eventi del 1859-60, La II Guerra d’indipendenza contro
l’Austria e l’”anno Mirabilis” in cui, con la Spedizione dei Mille, l’Italia fu
unità, si costituirono i Reggimenti di fanteria dal n. 19 fino al n. 110 , che
presero il nome delle terre annesse:
Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Marche Umbria, Sicilia e meridione in
genere.
L’Italia era stata fatta e bisognava fare gli Italiani. Su
questo assunto si imperniò tutta la architettura dell’Esercito Italiano dal
1861 in poi, dalle riforme di Ricotti Magnani del 1873 all’indomani della presa
di Roma alla I Guerra Mondiale.
LE MARCHE NELLA
STRUTTURA ORDINATIVA DELLE’ESERCITO ITALIANO
Nel quadro di battaglia dell’Esercito Italiano dalla sua
costituzione, il 4 maggio 1861 ad oggi, i reparti di Fanteria che portano il
nome delle Marche o marchigiani sono cinque.
Dal 1861 ad oggi, in ordine di anzianità abbiamo la Brigata Marche, e ne fa fede il numero
ordinativo del reggimento.
E stata la
prima Brigata costituita, nel 1861; segue nell’ordinamento
del 1881 la Brigata Ancona e, quindi, alla vigilia della guerra
mondiale nel 1914, la
Brigata Macerata
Guerra durante, nel
1917, all’inizio dell’anno, furono costituite, a poche settimane l’una
dall’alta la Brigata Piceno e la
Brigata Pesaro
Negli ordinamenti del primo dopoguerra, negli anni venti, non
compaiono e vennero sciolte, le Brigate Pesaro
e Piceno, mentre nel quadro di
battaglia dell’Esercito Italiano del 1940 non compare la Brigata Macerata. Sono esistenti solo la Marche e la Ancona, a livello divisionale.
Con lo scioglimento del Corpo Italiano di Liberazione, nell’
agosto 1944, e la costituzione dei Gruppi
di Combattimenti, abbiamo il Gruppo di
Combattimento Piceno, che però non è una unità combattente ma addestrativa.
Da questo Gruppo di Combattimento discente l’unico reparto dal nome marchigiano
oggi esistente, il 235° Reggimento che ha stanza ad Ascoli Piceno. L’altro
reparto presente nelle Marche oggi, è il 28° Reggimento Pavia, che discende
dalla Brigata Pavia, brigata che si copri di gloria alla presa di Gorizia nel
1916.
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