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lunedì 27 ottobre 2014

I Conferenza. Le Brigate di Fanteria dal nome Marchigiano

ANCONA
23 OTTOBRE 2014
Polo Museale della Marina Militare. Caserma Cialdini.
Promossa dal Comando Militare Esercito - Marche

Testo della Conferenza 
di Massimo Coltrianri

Le Marche e la Grande Guerra

Le Brigate di Fanteria dal nome Marchigiano

Brigate
Marche, Ancona, Macerata, Piceno, Pesaro

Nel evidenziare le peculiarità del rapporto tra le Marche e la I Guerra Mondiale è stato, tra gli altri, scelto per quest’oggi il tema “I Reparti di Fanteria con nome marchigiano nella Prima Guerra Mondiale”.  Si è evidenziato un aspetto della Fanteria Italiana del primo novecento, che aveva la sua spina dorsale nelle Brigate, composte da due reggimenti, ( di circa 4000 uomini in totale) a cui era dato il nome geografico di una regione, di una città, di fiumi e di altre peculiarità geografiche del nostro territorio per rinsaldare il vincolo tra il mondo militare e la Nazione.
La numerazione ordinativa della Brigata, che era parallela in termini di anzianità a quella reggimentale, partiva dal n. 1 e determinava l’anzianità e la tradizione del reggimento e quindi della Brigata. Rappresenta uno specchio della evoluzione dell’Esercito Italiano dall’Unità ad oggi
 Infatti questa impostazione terminologica risale agli ordinamenti settecenteschi del Regno di Sardegna,  riconfermati all’indomani della restaurazione del 1815, dopo il periodo Napoleonico. In questo periodo, in piena Santa Alleanza, la numerazione va da 1 al numero 18. Sono i “vecchi” reggimenti del Regno di Sardegna e della tradizione Sabauda. Questi reggimenti  saranno, poi,  a fine ottocento e nel novecento le matrici istitutive delle nuove Brigate via via costituite.
Con gli eventi del 1859-60, La II Guerra d’indipendenza contro l’Austria e l’”anno Mirabilis” in cui, con la Spedizione dei Mille, l’Italia fu unità, si costituirono i Reggimenti di fanteria dal n. 19 fino al n. 110 , che presero il nome delle terre  annesse: Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Marche Umbria, Sicilia e meridione in genere.
L’Italia era stata fatta e bisognava fare gli Italiani. Su questo assunto si imperniò tutta la architettura dell’Esercito Italiano dal 1861 in poi, dalle riforme di Ricotti Magnani del 1873 all’indomani della presa di Roma alla I Guerra Mondiale.

LE MARCHE NELLA STRUTTURA ORDINATIVA DELLE’ESERCITO ITALIANO

Nel quadro di battaglia dell’Esercito Italiano dalla sua costituzione, il 4 maggio 1861 ad oggi, i reparti di Fanteria che portano il nome delle Marche o marchigiani sono cinque. 
Dal 1861 ad oggi, in ordine di anzianità abbiamo la Brigata Marche, e ne fa fede il numero ordinativo del reggimento.
E stata la prima Brigata costituita, nel 1861; segue nell’ordinamento del 1881 la Brigata Ancona e, quindi, alla vigilia della guerra mondiale nel 1914, la Brigata Macerata
 Guerra durante, nel 1917, all’inizio dell’anno, furono costituite, a poche settimane l’una dall’alta la Brigata Piceno e la Brigata Pesaro

Negli ordinamenti del primo dopoguerra, negli anni venti, non compaiono e vennero sciolte, le Brigate Pesaro e Piceno, mentre nel quadro di battaglia dell’Esercito Italiano del 1940 non compare la Brigata Macerata. Sono esistenti solo la Marche e la Ancona, a livello divisionale.

Con lo scioglimento del Corpo Italiano di Liberazione, nell’ agosto 1944,  e la costituzione dei Gruppi di Combattimenti, abbiamo il Gruppo di Combattimento Piceno, che però non è una unità combattente ma addestrativa. Da questo Gruppo di Combattimento discente l’unico reparto dal nome marchigiano oggi esistente, il 235° Reggimento che ha stanza ad Ascoli Piceno. L’altro reparto presente nelle Marche oggi, è il 28° Reggimento Pavia, che discende dalla Brigata Pavia, brigata che si copri di gloria alla presa di Gorizia nel 1916.

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