(conferenza del 23 ottobre 2014. Le Brigate con il nome marchigiano. VII Parte
Fatta l’Italia occorre
fare gli Italiani
Aver citato le brigate di fanteria dal nome marchigiano è uno
dei tanti esempi che si possono fare per comprendere come la I Guerra Mondiale
sia veramente stata la IV guerra di indipendenza nazionale e non solo perché si
raggiunsero i confini naturali della Nazione italiana, combattendo il nemico
ereditario.
Lo studio qui esposto è volto a sottolineare come l’Esercito Italiano, e in particolare, la sua Fanteria, fosse un fondamentale fattore di amalgama
tra e per gli Italiani.
Il nome geografico della Brigata non significava che era
composta da soldati provenienti da quella città o da quella regione o da quella
vallata, come era ad esempio il reclutamento alpino; ma quei soldati rappresentavano
solo il nucleo iniziale del Reparto che portava il nome geografico; via via ad
esso venivano immessi gruppi di soldati provenienti da almeno 8/10 distretti di
alimentazione diversi tra loro. Tutto questo affinchè l’amalgama che
necessariamente si doveva ottenere sotto l’aspetto operativo, doveva essere
ottenuto anche sotto l’aspetto della provenienza, oggi si direbbe della
“socializzazione” e conoscenza. Tutti dovevano conosce tutto e tutti. Si
sviluppò in senso di appartenenza alla nazione italiana, il riconoscimento
nella bandiera, nell’essere prima di tutto Italiani. E questo si otteneva in
vari modi e si perseguiva in ogni occasione fino a creare le scuole
reggimentali, che avevano il compito di combattere l’analfabetismo e la non
conoscenza dell’Italia, tradizione, questa delle scuole reggimentali, che
rimase in essere fino agli anni del 900.
Si puntava, quindi, decisamente a formare oltre che il
soldato combattente, anche l’Italiano, il cittadino che in armi serviva la
patria e che aveva al suo fianco altri Italiani provenienti da tutte le regioni
del paese, nello spirito che oggi si può sintetizzare nell’espressione di
derivazione anglosassone “Giusto o
Sbagliato, questo è il mio Paese”.. Ma. almeno, apparteniamo ad un paese.
Questa lettura dell’ordinamento di queste brigate dal nome
marchigiano, che sono state portate ad
esempio, serve anche per avere una più ampia intesa del significato di Grande
Guerra, che abbiamo sopra accennato, e di
quello che è stata: il crogiuolo per gli Italiani in cui si sono amalgamati,
fusi e superati i regionalismi, le differenze di ogni genere, il concetto di
minoranza, dialetti, costumi particolari, tradizioni obsolete e localismi, ed
altro fattori in cui si erano in gran parte persi gli Italiani, come Nazione e
come Stato, nei secoli passati.
Conclusione
E’ stato portato come esempio l’aspetto ordinativo, cioè le
Brigate; ma queste erano composta da uomini e quindi non possiamo non prendere
in esame il valore umano di questo apporto e partecipazione. Ovvero il valore
dei soldati Marchigiani in questa guerra: le singole figure e i singoli
combattenti, il cui comportamento è significativo della adesione e del consenso
che questa Guerra ha generato sia nella buona che nella cattiva sorte.
Questo aspetto, il cui qui accenno conclude l’intervento
odierno, è stato fatto in quanto al termine del ciclo di conferenze previste sarà proprio questo tema, il
valore del soldato marchigiano quello scelto per la chiusura delle
celebrazioni ed iniziative messe in atto occasione della data anniversaria
della I Guerra Mondiale.
In loro onore e in loro memoria.
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