Le Brigate dal Nome
marchigiano La Brigata Piceno
Impiego nella I Guerra Mondiale
Come la Pesaro,
anche la Piceno ebbe circa il 20%
del personale composto da reclute delle nuove classi del 1897 e 1898; siamo al
limite della disponibilità di uomini di leva; solo l’anno dopo sarà chiamata la
classe del 1899. Per vari mesi, dopo la costituzione, la Brigata attese ad
intensi cicli di addestramento ed amalgama; poi fu impiegata nell’area di
Monfalcone e quindi nel Carso e si distingue, insieme alla Brigata Granatieri,
nei combattimenti di Selo. Per questi combattimenti i suoi reggimenti ricevono
la Medaglia d’Argento alla Bandiera del 235° Reggimento e quella di Bronzo al suo gemello 236°.
Inoltre è citata sul Bollettino di
Guerra del Comando Supremo del 19 dicembre 1917, in piena battaglia di arresto.
Ritirata per
riordinarsi nel 1918 è successivamente impiegata sul Pasubio e sulle Porte del Pasubio,
settore di Cosmagnon; Nell’offensiva finale, conquista varie posizioni ed il 3
novembre entra in Rovereto, che presidia per intero ed il giorno dopo, 4
novembre, ove la raggiunge la notizia dell’armistizio di Villa Giusti
I Riconoscimenti e le Perdite
Già detto delle ricompense collettive, non ha militari di
truppa decorati di Medaglia d’oro, mentre 31 Ufficiali e 16 Militari sono
decorati di Medaglia d’Argento e 31 Ufficiali e 11 Militari di truppa con
quella di Bronzo. Riceve anche un Ordine Militare di Savoia.
In due anni di guerra la Brigata perde un quarto dei suoi effettivi:
infatti ha 1150 fra caduti, feriti e dispersi.
[1] Il 17°
Reggimento fanteria “Acqui” ha origini nel vecchio reggimento Deportes (1703)
formato nel Regno di Sardegna da stranieri di varia nazionalità, che divenne
reggimento Audibert nel 1730, Monfort nel 1746, De Sury nel 1769, Chiabese nel
1774, nazionale nel 1794. Il 26 ottobre 1796 prese il nome di “Reggimento
Alessandria”. Coi reggimenti Monferrato e Saluzzo costituì la 2a mezza brigata
di linea del reggimento piemontese durante il periodo napoleonico, si organizzò
poi, al ritorno di Sua Maestà Vittorio Emanuele I nei propri Stati di
terraferma, prendendo il nome di brigata Alessandria che, nel 1821, rinforzato
dalle classi provinciali chiamate alle armi, si tramutò in brigata Acqui. I due reggimenti di questa, 1° e
2° inquadrando gli uomini dei battaglioni Cacciatori di Savoia, La Regina ed
Aosta, il 4 maggio 1883 cambiarono il loro ordinativo in 16° e 17° reggimento
fanteria Aqui. Colla brigata ebbe
anzianità 13 novembre 1821, e nel 1909 fu reso depositario della antica brigata
Alessandria. Vanta così l’eroica
difesa di Chivasso, quella memorabile di Torino, l’assedio della fortezza di
Fenestrelle, la battaglia di Parma, il fatto d’arme di Guastalla, la guerra del
1742-48 di Carlo Emanuele, la difesa dell’Assietta e la campagna delle Alpi
contro gli eserciti della repubblica del 1792-1796. Prese parte alla guerra
1848-49 meritando la medaglia d’argento al valor militare per il fatto d’arme
della Sforzesca e per la battaglia di Novara. Con quattro compagnie, inquadrate
nel 5° reggimento provvisorio, combattè alla Cernaia nel 1855-56. Tre anni
dopo, durante la seconda guerra d’indipendenza, fu a Frassineto, sulla Sesia,
alla battaglia di San Martino, all’investimento di Peschiera, guadagnando la
seconda medaglia d’argento. Concorse alla seconda spedizione d’Africa colla
formazione dei battaglioni che combatterono nella giornata del 1 marzo
1896 (Adua) ed ebbe larga parte nella
mobilitazione di tre reggimenti per la guerra italo-turca 1911-1912. Cfr.
Ministero della Guerra, Calendario Regio Esercito, XVII -1939 - XVIII, a cura del S.I.M. (Servizio
Informazioni Militari), Edizioni Luigi Alfieri, Milano, 1938.
[2] Il 13°
Reggimento fanteria “Pinerolo” ha origini nell’antico reggimento savoiardo
comandato da marchese Lullin de Geneve che fu costituito durante la Guerra del
Piemonte contro Genova (1672). Divenne proprietà del Bagnasco , quattro anni
dopo del Masino nel 1768, ed entrò a far parte, nel 1680, dei reggimenti
d’ordinanza col nome di Saluzzo di Sua
Altezza Reale . Coi reggimento Monferrato ed Alessandria formò, nel periodo
1798-1812 la 2a mezza brigata di fanteria di linea dell’esercito della nazione
piemontese, ed alla restaurazione ebbe
nome di brigata Saluzzo. Il 13
novembre 1821 formò la brigata di Pinerolo che, accresciuta da elementi del
battaglione cacciatori reali piemontesi e dei cacciatori di Savoia, si divise
in due reggimento (1° e 2°) che presero rispettivamente la denominazione di 13°
e 14° reggimento fanteria (Brigata Pinerolo) nel 1839. Partecipò alle guerre
del XVIII secolo, combattendo a Staffarda, alla Marsaglia, nei memorabili
assedi di Cuneo, Pinerolo, Valenza e Torino. Fu in Sicilia alla difesa di
Trapani nella guerra contro la Spagna (1718-19), combattè contro gli Imperiali
a Parma e Guastalla (1733 -35 ) partecipò alla guerra della “pragmatica
sanzione” (1742-48) distinguendosi a Castelbellino, Villafranca, Montalbano,
Pietralunga, Madonna dell’Olmo. Fu uno dei reggimenti che si immolarono nella
bella difesa dell’Authion durante la campagna 1792-96 contro gli eserciti della
repubblica. Meritò la medaglia di bronzo all’assedio di peschiera; una seconda
medaglia di bronzo guadagnò il I battaglione nei fatti d’arme del 1848; ebbe la
medaglia d’argento nella giornata di Novara (1849), altra medaglia d’argento
per la campagna del 1959. Prese parte a tutte le campagne per l’indipendenza;
alla spedizione di Crimea concorse con 4 compagnie alla formazione del 3°
reggimento provvisorio che fu a Sebastopoli; partecipò a quella d’Africa con
una compagnia. Cfr. Ministero della Guerra, Calendario Regio Esercito, XVII
-1939 - XVIII, a cura del S.I.M.
(Servizio Informazioni Militari), cit.
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