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lunedì 27 ottobre 2014

V Conferenza. La Brigata Piceno


Le Brigate dal Nome marchigiano La Brigata Piceno
La brigata Piceno si costituisce il 6 febbraio 1917 da due dei più prestigiosi e ricchi di tradizione reggimenti dell’Esercito Italiano; il Comando di Brigata ed il 235° Reggimento dal Deposito del 17° Reggimento fanteria Acqui[1]; il 236° dal Deposito del 13° Fanteria Casale.[2]
Impiego nella I Guerra Mondiale
Come la Pesaro, anche la Piceno ebbe circa il 20% del personale composto da reclute delle nuove classi del 1897 e 1898; siamo al limite della disponibilità di uomini di leva; solo l’anno dopo sarà chiamata la classe del 1899. Per vari mesi, dopo la costituzione, la Brigata attese ad intensi cicli di addestramento ed amalgama; poi fu impiegata nell’area di Monfalcone e quindi nel Carso e si distingue, insieme alla Brigata Granatieri, nei combattimenti di Selo. Per questi combattimenti i suoi reggimenti ricevono la Medaglia d’Argento alla Bandiera del 235° Reggimento e  quella di Bronzo al suo gemello 236°. Inoltre  è citata sul Bollettino di Guerra del Comando Supremo del 19 dicembre 1917, in piena battaglia di arresto.
 Ritirata per riordinarsi nel 1918 è successivamente impiegata sul Pasubio e sulle Porte del Pasubio, settore di Cosmagnon; Nell’offensiva finale, conquista varie posizioni ed il 3 novembre entra in Rovereto, che presidia per intero ed il giorno dopo, 4 novembre, ove la raggiunge la notizia dell’armistizio di Villa Giusti
I Riconoscimenti e le Perdite
Già detto delle ricompense collettive, non ha militari di truppa decorati di Medaglia d’oro, mentre 31 Ufficiali e 16 Militari sono decorati di Medaglia d’Argento e 31 Ufficiali e 11 Militari di truppa con quella di Bronzo. Riceve anche un Ordine Militare di Savoia.
In due anni di guerra la Brigata perde un quarto dei suoi effettivi: infatti ha 1150 fra caduti, feriti e dispersi.



[1] Il 17° Reggimento fanteria “Acqui” ha origini nel vecchio reggimento Deportes (1703) formato nel Regno di Sardegna da stranieri di varia nazionalità, che divenne reggimento Audibert nel 1730, Monfort nel 1746, De Sury nel 1769, Chiabese nel 1774, nazionale nel 1794. Il 26 ottobre 1796 prese il nome di “Reggimento Alessandria”. Coi reggimenti Monferrato e Saluzzo costituì la 2a mezza brigata di linea del reggimento piemontese durante il periodo napoleonico, si organizzò poi, al ritorno di Sua Maestà Vittorio Emanuele I nei propri Stati di terraferma, prendendo il nome di brigata Alessandria che, nel 1821, rinforzato dalle classi provinciali chiamate alle armi, si tramutò in brigata Acqui. I due reggimenti di questa, 1° e 2° inquadrando gli uomini dei battaglioni Cacciatori di Savoia, La Regina ed Aosta, il 4 maggio 1883 cambiarono il loro ordinativo in 16° e 17° reggimento fanteria Aqui. Colla brigata ebbe anzianità 13 novembre 1821, e nel 1909 fu reso depositario della antica brigata Alessandria. Vanta così l’eroica difesa di Chivasso, quella memorabile di Torino, l’assedio della fortezza di Fenestrelle, la battaglia di Parma, il fatto d’arme di Guastalla, la guerra del 1742-48 di Carlo Emanuele, la difesa dell’Assietta e la campagna delle Alpi contro gli eserciti della repubblica del 1792-1796. Prese parte alla guerra 1848-49 meritando la medaglia d’argento al valor militare per il fatto d’arme della Sforzesca e per la battaglia di Novara. Con quattro compagnie, inquadrate nel 5° reggimento provvisorio, combattè alla Cernaia nel 1855-56. Tre anni dopo, durante la seconda guerra d’indipendenza, fu a Frassineto, sulla Sesia, alla battaglia di San Martino, all’investimento di Peschiera, guadagnando la seconda medaglia d’argento. Concorse alla seconda spedizione d’Africa colla formazione dei battaglioni che combatterono nella giornata del 1 marzo 1896  (Adua) ed ebbe larga parte nella mobilitazione di tre reggimenti per la guerra italo-turca 1911-1912. Cfr. Ministero della Guerra, Calendario Regio Esercito, XVII -1939  - XVIII, a cura del S.I.M. (Servizio Informazioni Militari), Edizioni Luigi Alfieri, Milano, 1938.
[2] Il 13° Reggimento fanteria “Pinerolo” ha origini nell’antico reggimento savoiardo comandato da marchese Lullin de Geneve che fu costituito durante la Guerra del Piemonte contro Genova (1672). Divenne proprietà del Bagnasco , quattro anni dopo del Masino nel 1768, ed entrò a far parte, nel 1680, dei reggimenti d’ordinanza col nome di Saluzzo di Sua Altezza Reale . Coi reggimento Monferrato ed Alessandria formò, nel periodo 1798-1812 la 2a mezza brigata di fanteria di linea dell’esercito della nazione piemontese, ed alla restaurazione ebbe  nome di brigata Saluzzo. Il 13 novembre 1821 formò la brigata di Pinerolo che, accresciuta da elementi del battaglione cacciatori reali piemontesi e dei cacciatori di Savoia, si divise in due reggimento (1° e 2°) che presero rispettivamente la denominazione di 13° e 14° reggimento fanteria (Brigata Pinerolo) nel 1839. Partecipò alle guerre del XVIII secolo, combattendo a Staffarda, alla Marsaglia, nei memorabili assedi di Cuneo, Pinerolo, Valenza e Torino. Fu in Sicilia alla difesa di Trapani nella guerra contro la Spagna (1718-19), combattè contro gli Imperiali a Parma e Guastalla (1733 -35 ) partecipò alla guerra della “pragmatica sanzione” (1742-48) distinguendosi a Castelbellino, Villafranca, Montalbano, Pietralunga, Madonna dell’Olmo. Fu uno dei reggimenti che si immolarono nella bella difesa dell’Authion durante la campagna 1792-96 contro gli eserciti della repubblica. Meritò la medaglia di bronzo all’assedio di peschiera; una seconda medaglia di bronzo guadagnò il I battaglione nei fatti d’arme del 1848; ebbe la medaglia d’argento nella giornata di Novara (1849), altra medaglia d’argento per la campagna del 1959. Prese parte a tutte le campagne per l’indipendenza; alla spedizione di Crimea concorse con 4 compagnie alla formazione del 3° reggimento provvisorio che fu a Sebastopoli; partecipò a quella d’Africa con una compagnia. Cfr. Ministero della Guerra, Calendario Regio Esercito, XVII -1939  - XVIII, a cura del S.I.M. (Servizio Informazioni Militari), cit.

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