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venerdì 6 marzo 2015

La avanguardia rossa delle Argonne: Amilcare Mazzini

CHI ERA IL GIORNALISTA MARCHIGIANO 
AMILCARE MAZZINI, 
CADUTO NELLA GRANDE GUERRA 
E MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALOR MILITARE ALLA MEMORIA

Collaboratore-Corrispondente da Parigi de "L'ILLUSTRAZIONE DELLA GUERRA E LA STAMPA SPORTIVA" (con ufficio in Rue Geoffroy Marie 5), inserto de “LA STAMPA” di Torino, e collaboratore da Parigi de "LA STAMPA" di Torino, Amilcare Mazzini era Socio dell'Associazione Ligure dei Giornalisti e del Gruppo Corrispondenti Italiani di Parigi e professore di lingua francese.

Amilcare Mazzini era nato a Mondolfo (Pesaro e Urbino) alle ore 22 del 22/5/1894. Era figlio di Pietro (anch’egli giornalista e Socio dell'Associazione Ligure dei Giornalisti) e di Annita Ferretti (di Francesco fu Pietro), nata a Mondolfo il 2 Dicembre 1867 e morta a Mondolfo il 13 Maggio 1914.  Pietro e Annita si erano sposati il 24 novembre 1889 e vivevano in Francia in un primo tempo a Parigi già prima della nascita del figlio, poi a Lione dove Pietro lavorava come corrispondente de "il Caffaro" di Genova.

Partì volontario  per la Grande Guerra, pur non essendo costretto da alcun obbligo di servizio militare, ma animato dal più ardente amor di patria, dove combatté come ASPIRANTE UFFICIALE del 1° REGGIMENTO GRANATIERI.

Morì a TRESCHE' CONCA (ASIAGO) il 30/5/1916. Fu colpito alla testa da una pallottola di fucile austriaco. Suo fratello 18enne Aldo, partito anch'egli volontario, restò, invece, gravemente ferito in Trentino.

Dettero notizia della sua morte "La Stampa" del 1/10/1916 a pag. 4 e "L'Illustrazione della Guerra e la Stampa Sportiva" n. 41 dell'8/10/1916 a pag. 7. Il suo nome compare nel 1° Elenco dei Caduti della Federazione della Stampa del 25 settembre 1916 e sulla copertina de "La Guerra Italiana" n. 23 del 15 ottobre 1916.

Nel 1920 fu conferita alla memoria di Amilcare Mazzini la MEDAGLIA D'ARGENTO AL VALOR MILITARE con questa motivazione: "Incaricato di trattenere col proprio plotone il nemico, disimpegnava il suo mandato opponendo, con mirabile tenacia, energica ed efficace resistenza a forze molto superiori, e permettendo così al grosso della compagnia di accorrere sulla linea in tempo utile per respingerle. Poco dopo continuando a combattere, cadeva colpito a morte, da un proiettile avversario. Tresche Conca (Asiago), 30 maggio 1916". E' indicato al n. 45 tra i Caduti del Comune di Mondolfo.

Il 15 agosto 1926 furono solennemente inaugurati a Mondolfo il Parco della Rimembranza ed il Monumento ai Caduti con le aiuole ricche di fiori, ed al centro la stella simbolo dello Stato. Il Comune aveva infatti deciso di creare un Parco della Rimembranza affinché non si dimenticassero gli orrori della Grande Guerra ed il sacrificio di quanti lottarono per la libertà della Nazione.

Al centro del Parco, che é oggi uno dei soli nove Parchi della Rimembranza esistenti in tutti i 67 comuni della Provincia di Pesaro e Urbino, fu collocato il Monumento ai Caduti. Sullo sfondo, a mo’ di semicerchio, furono posti 77 alberi di leccio, uno per ogni soldato di Mondolfo morto nella guerra 1915-1918, quasi in un simbolico abbraccio verso il fante posto al centro del Monumento. Furono scelti i lecci sia per la longevità della pianta che può vivere anche 300 anni, “eternando” dunque il nome del soldato ad essa collegato, sia perché é una pianta assai diffusa nei “boschi sacri” della Roma antica, e dunque adatta per un luogo di “memoria”.

Figura inoltre sulla lapide inaugurata da Benito Mussolini al Circolo della Stampa di Roma il 24 maggio 1934 e casualmente ritrovata in una cantina dell'INPGI.

Compare nell'Albo d'Oro dei Caduti, cliccare su: http://www.cadutigrandeguerra.it/Albo_Oro/Archivi/13/378.jpg

Viene citato nel libro di Alessandro Berluti "Mondolfo e la 1^ Guerra Mondiale - Il Parco della Rimembranza e il Monumento ai Caduti" - Archeoclub d'Italia - Mondolfo 2001.

  a
cura di R. Franz per l'Accademia di Oplologia e Militaria di Ancona

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